quelle italiane all'estero". Falso allarme all'ambasciata dell'Ucraina, ordigno
esploso all'ambasciata del Cile. Plico esploso nell'ambasciata svizzera, nel
momento in cui il dipendente della sede diplomatica lo ha aperto. L'uomo
rischia l'amputazione della mano sinistra
Pacchi bomba alle ambasciate Due feriti, uno rischia di perdere una mano
ROMA - Due ordigni sono esplosi oggi a Roma in altrettante ambasciate, ferendo
gli addetti alla posta. Falso allarme all'ambasciata dell'Ucraina: si era
parlato di un plico bomba non esploso, ma le verifiche hanno smentito la
notizia, si trattava solo di un biglietto di auguri. Sono in corso verifiche in
tutte le ambasciate e sedi diplomatiche a Roma. Un ordigno è invece esploso
all'ambasciata del Cile in via Po, ferendo una persona in modo non grave. Poche
ore prima, una busta esplosiva recapitata presso l'ambasciata svizzera a Roma
aveva provocato il ferimento di un addetto della sede diplomatica. Sul posto i
carabinieri. L'addetto all'ambasciata svizzera, ferito gravemente, è stato
trasportato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dal personale del 118.
Il plico è esploso nel momento in cui il dipendente dell'ambasciata lo ha
aperto. La procura di Roma ha aperto un fascicolo sul pacco bomba: il
procuratore aggiunto Pietro Saviotti, capo del pool antiterrorismo, procede per
attentato con finalità di terrorismo.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha da poco terminato la
conferenza stampa di fine d'anno, si metterà a breve in contatto con il
ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per fare il punto sui pacchi bomba
recapitati oggi alle due ambasciate a Roma.
Il ministero degli Esteri, Franco Frattini, ha diramato "un messaggio di
particolare cautela" anche alle ambasciate italiane all'estero. "E' un fatto
grave, una minaccia grave alle sedi diplomatiche. Ora
- ha aggiunto - tutte le altre ambasciate accreditate qui a Roma stanno
facendo accertamenti immediati".
L'attentato all'ambasciata svizzera. All'uomo, di cittadinanza svizzera, 53
anni, sono state riscontrate profonde ferite alle mani. Il dipendente
dell'ambasciata svizzera di Roma non rischia la vita, ma sarà probabilmente
necessaria quanto meno una operazione e l'uomo potrebbe rischiare la parziale
amputazione dell'arto più lesionato, il sinistro. La mano destra, invece, ha
riportato solo ferite lievi e ustioni. "Siamo tutti sotto choc", ha commentato
una fonte dell'ambasciata. L'ambasciatore svizzero a roma,
Bernardino Regazzoni, ha dichiarato che "nessuna rivendicazione" è giunta alla
sede diplomatica dopo l'attentato di questa mattina all'ambasciata elvetica di
Roma.
Piena condanna dell'attentato da parte del ministro degli Esteri, Franco
Frattini: "Siamo pienamente solidali con l'ambasciatore svizzero e con tutto il
personale di quella Rappresentanza diplomatica, oggetto di un deplorevole atto
di violenza che merita la nostra più ferma condanna", ha detto Frattini,
sottolineando che "al sentimento di sincera solidarietà verso gli amici
svizzeri si accompagna l'augurio che il dipendente della Rappresentanza
diplomatica rimasto ferito possa giungere al più presto a un pieno recupero".
L'attentato, secondo le prime ipotesi degli inquirenti, potrebbe avere una
matrice anarco insurrezionalista. Al momento le indagini non hanno comunque
ancora imboccato nessuna pista preferenzale e non si esclude alcuno scenario.
Le indagini sono affidate ai carabinieri del Ros. Gli esperti del Ris stanno
prendendo in esame i resti del pacco bomba e dovranno invece accertare il
potenziale dell'ordigno e la provenienza del pacco del quale è rimasto ben
poco.
Secondo l'agenzia Adnkronos gli inquirenti stanno puntando sugli ambienti
dell'anarchismo di matrice ecoterroristica. Tra le possibilità al vaglio,
infatti, c'è anche quella che ipotizza un attentato elaborato da gruppi anarco-
insurrezionalisti in riferimento alla vicenda carceraria di alcuni esponenti
della galassia anarchica attualmente detenuti nelle carceri elvetiche. Tra
questi figura anche Marco Camenisch, militante rivoluzionario antinucleare
svizzero, negli anni '90 piu' volte detenuto in Italia e successivamente, nel
2002, estradato in Svizzera. Mentre l'agenzia Agi parla di "pista greca".
La Svizzera è finita in passato nel mirino degli anarchico-ecologisti e dei
fondamentalisti islamici: proprio davanti all'ambasciata elvetica a Roma in cui
è esploso il pacco-bomba, il 5 ottobre era stato trovato un ordigno
incendiario. Era vicino al muro di cinta e non esplose, ma conteneva il
messaggio "Costa, Silvia e Billy liberi". Si tratta dei tre anarchici attivi
nelle lotte ecologiste radicali, arrestati ad aprile vicino Zurigo con l'accusa
di progettare un attentato contro la succursale di una multinazionale.
A novembre inoltre, quando in Grecia vennero inviati numerosi plichi esplosivi
indirizzati al Parlamento e a diverse sedi diplomatiche, un pacco bomba esplose
davanti all'ambasciata svizzera di Atene. Anche in quel caso la pista era
anarchica. Ma il Paese elvetico ha subito minacce anche dai fondamentalisti
islamici dopo il referendum del novembre 2009 con cui gli svizzeri bocciarono
l'edificazione di nuovi minareti: una decisione che preoccupò non poco le
comunità islamiche che la interpretarono come un segno di crescente
islamofobia. In Turchia un gruppo estremista minacciò di uccidere un sacerdote
locale per rappresaglia se non fosse stato abbattuto il campanile della sua
chiesa.
L'attentato all'ambasciata del Cile. L'altro pacco bomba è stato trovato, ed è
esploso, a Roma nella sede dell'ambasciata del Cile, in via Po. Il pacco è
deflagrato e c'è un ferito: si tratta, anche in questo caso, di un dipendente
dell'ambasciata addetto al servizio corrispondenza. L'uomo, spiegano i sanitari
del 118 intervenuti sul posto insieme ai carabinieri, è stato ferito alle mani
ma in modo non grave e le sue condizioni sono buone. E' stato portato anche
lui, come il dipendente dell'ambasciata elvetica ferito dall'esplosione di un
altro pacco bomba, all'Umberto I.
Falso allarme all'ambasciata dell'Ucraina. Un plico sospetto è stato
recapitato all'ambasciata Ucraina in via Guido D'Arezzo a Roma, ma le verifiche
successive hanno accertato che si trattava solo di un biglietto di auguri.
Verifiche sono comunque in corso in tutte le ambasciate con sede a Roma.
con repubblica.it
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