martedì 21 dicembre 2010

INTER Benitez, ore decisive Leonardo in pole

Il divorzio tra il tecnico spagnolo e la società nerazzurra sembra vicinissimo:
è in corso un vertice tra il presidente Moratti e il direttore dell'area
tecnica Marco Branca. L'ex tecnico del Milan è il favorito insieme a Capello,
perde quota invece l'ipotesi Spalletti

MILANO - Ormai è questione di ore per il nome del nuovo allenatore dell'Inter.
Massimo Moratti, che nella mattinata di oggi ha lasciato Madrid dov'era da ieri
per impegni di lavoro, sta per sciogliere la riserva sul successore di Rafa
Benitez. E' in corso nella sede della Saras un vertice tra il presidente
dell'Inter ed il direttore dell'area tecnica Marco Branca. Entro breve tempo
quindi si saprà chi sarà sulla panchina nerazzurra alla ripresa del campionato,
il 6 gennaio con il Napoli. Questa volta la decisione sarà tutta del presidente
che invece a giugno si era affidato ai collaboratori puntando alla fine su
Benitez. A fine maggio era troppo forte la delusione per l'addio di Josè
Mourinho, l'Helenio Herrera di Moratti junior che aveva riportato all'Inter la
Coppa Campioni 45 anni dopo, per scegliere in prima persona. Adesso, dopo aver
perdonato lo Special One con il quale intrattiene rapporti amichevoli
nonostante abbia preferito andare al Real piuttosto che rimanere alla Pinetina,
il presidente nerazzurro non delega più. E nella sua testa il numero uno è
Leonardo. Per questo motivo è ormai molto probabile che l'ex tecnico del Milan,
sette mesi dopo la risoluzione contrattuale firmata in Via Turati, si ritrovi
alla guida dell'altra squadra di Milano.

A favore del brasiliano gioca la buona conduzione nel corso della sua stagione
rossonera: fatte le debite proporzioni, anche quella era un'annata di
transizione nella quale occorreva gestire il dopo Kakà, mentre all'Inter
bisogna andare
oltre Mourinho. E poi a Moratti piace lo stile di Leonardo: molto apprezzate
la dignità e la fermezza delle risposte a Silvio Berlusconi, unico allenatore
rossonero dell'ultimo decennio a replicare in modo così deciso al Cavaliere. In
un certo senso una scelta "manciniana": tenendo conto delle notevoli differenze
caratteriali tra i due, Roberto Mancini venne scelto anche per la sua
caratteristica di uomo anti-sistema molto battagliero contro Luciano Moggi.
Mentre Leonardo ha tenuto botto addirittura a Berlusconi. Senza contare che il
brasiliano aveva lanciato al Milan un 4-2-1-3, piuttosto simile al 4-2-3-1 con
il quale i nerazzurri hanno vinto tutto. E poi l'ingaggio dell'ex tecnico del
Milan, difeso dai
tifosi rossoneri al momento dell'addio, sarebbe la risposta all'acquisto di
Ibrahimovic da parte dei rivali stracittadini. Una mossa che ha parecchio
indispettito e spiazzato il presidente nerazzurro (senza dimenticare il
corteggiamento all'altro ex Mario Balotelli).

Paiono perdere terreno le altre candidature. Fabio Capello era in cima alla
lista già a giungo, ma non è facile arrivare a lui per ragioni contrattuali,
visto il legame con la Football Association inglese. Mentre Luciano Spalletti
piace ad alcuni dirigenti nerazzurri che ne caldeggiano l'arrivo. Ma Massimo
Moratti preferisce Leonardo o Capello. Intanto corre parallela corre la
definizione delle modalità di separazione con Rafa Benitez. Le parole del suo
agente - Manuel Garcia Quillon - hanno ribadito la posizione espressa ieri
dall'allenatore spagnolo: l'ex del Liverpool non ha intenzione di dimettersi.
Il suo entourage nega incontri a breve con Moratti. "Benitez vuole continuare -
dice Quillon - a fare il suo lavoro perché il club migliori". E a questo punto
tutto porta verso un esonero di Benitez a causa dello sfogo di Abu Dhabi subito
dopo la finale del Mondiale. Per Benitez sarebbe la seconda consistente
buonuscita in pochi mesi dopo quella con il Liverpool a giugno scorso.
Difficile in questo momento arrivare a una risoluzione consensuale. Anche se
Quillon era a Madrid, proprio come Moratti fino a poche ore fa. Alla fine tutto
porta sempre lì: nella capitale spagnola, dove l'Inter ha rivinto la Coppa
Campioni e dove è scappato Mourinho aprendo questa lunga e pesante
transizione.

con repubblica.it

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