domenica 12 dicembre 2010

Omicidio Meredith: Amanda Knox in lacrime in tribunale «Paghiamo un crimine non commesso»

L'appello per l'omicidio Kercher: «Alla famiglia di Mez voglio dire che mi
dispiace molto che non ci sia più»

il legale dei genitori dei meredith: «parole tardive e inopportune»

L'appello per l'omicidio Kercher: «Alla famiglia di Mez voglio dire che mi
dispiace molto che non ci sia più»

MILANO - Nonostante le accuse e la condanna in primo grado a 26 anni di
carcere per omicidio riesce lo stesso a commuoversi in tribunale. «Alla
famiglia di Meredith voglio dire che mi dispiace molto perché non c'è più»:
Amanda Knox, con la voce rotta dal pianto, si è rivolta così ai congiunti della
studentessa inglese assassinata a Perugia il primo novembre 2007, prendendo la
parola per una dichiarazione spontanea davanti alla Corte d'assise d'appello di
Perugia. La studentessa di Seattle ha parlato a lungo in italiano. Quando ha
fatto riferimento alla famiglia della vittima (che sta seguendo il processo
dall'Inghilterra), l'avvocato Francesco Maresca, legale dei Kercher, è uscito
dall'aula. «Anche io ho delle sorelle più piccole - ha sottolineato ancora la
Knox - e solo l'idea della loro mancanza mi terrorizza. È inconcepibile quello
che avete subito voi (i congiunti di Mez, ndr) e Meredith. Non è giusto. Anche
io ricordo Meredith e il mio cuore è spezzato per tutti voi. Sono onorata di
averla potuta conoscere». Parole che proprio l'avvocato Maresca ha poi definito
«assolutamente tardive, del tutto inopportune e prive di contenuto».

Perugia, processo d'appello: Amanda Knox in aula Perugia, processo d'appello:
Amanda Knox in aula Perugia, processo d'appello: Amanda Knox in aula
Perugia, processo d'appello: Amanda Knox in aula Perugia, processo
d'appello: Amanda Knox in aula Perugia, processo d'appello: Amanda Knox in
aula Perugia, processo d'appello: Amanda Knox in aula Perugia, processo
d'appello: Amanda Knox in aula

SONO INNOCENTE - «Stiamo pagando con la nostra vita un crimine che non abbiamo
commesso. Io sono innocente. Raffaele è innocente»: così Amanda Knox nella sua
dichiarazione spontanea davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia. «Non
abbiamo ucciso Meredith», ha ribadito la giovane americana. «È stato commesso
un errore - ha aggiunto - e nessuna giustizia sarà resa a Meredith condannando
noi che non c'entriamo niente. Nessuna giustizia è compiuta togliendoci le
nostre vite», ha ribadito ancora la Knox.

LUMUMBA - Nel corso della sua dichiarazione spontanea, la Knox ha fatto
riferimento anche a Patrick Lumumba, coinvolto nell'inchiesta per le sue
dichiarazioni ma poi riconosciuto estraneo ad ogni addebito. «Dove sei?», ha
detto ancora commossa, cercando con lo sguardo il musicista congolese, oggi in
aula. «Mi dispiace - ha aggiunto la Knox - perché non volevo farti torto. Sono
stata ingenua, dovevo sopportare le pressioni. Tu sai cosa vuol dire subire
accuse ingiuste sulla tua pelle. Spero riuscirai a trovare pace».

con corriere.it

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