martedì 7 dicembre 2010

Un'aspirina al giorno riduce del 20% il rischio di tumore

Lancet: con meno di una compressa al dì per 5 anni
si proteggono anche polmoni, esofago e prostata

Già noti i benefici per il colon


MILANO - Basterebbe una piccolissima dose quotidiana di aspirina per ridurre
il rischio di morire a causa di un tumore. È quanto sostenuto in un articolo
apparso oggi sull'autorevole rivista Lancet e firmato da ricercatori di varie
università britanniche. Secondo lo studio, condotto da Peter Rothwell della
Oxford University, 75 mg al giorno di aspirina (una compressa ne contiene 500)
per almeno cinque anni sono associati a una riduzione del rischio di morte per
cancro del 20 per cento; per i tumori all'intestino del 40 per cento; per
quelli ai polmoni del 30 per cento; per i tumori alla prostata del 10 per
cento; per l'esofago addirittura del 60 per cento.

LO STUDIO – I ricercatori britannici hanno esaminato un campione di circa
25mila persone coinvolte in sperimentazioni originariamente pensate per
studiare gli effetti cardiovascolari dell'aspirina, incrociando i dati sul
consumo del farmaco e quelli sui decessi per malattia tumorale. In media il
trattamento con l'aspirina è durato tra i quattro e gli otto anni. L'effetto di
protezione dal tumore è stato rilevato per 20 anni, senza particolari
variazioni fra uomini e donne, né fra fumatori e non fumatori. Neppure la dose
(comunque non inferiore ai 75 mg) sembra fare la differenza, mentre conta
l'età, dato che il beneficio è risultato superiore nelle persone oltre i 65
anni. La riduzione nei casi di cancro al pancreas, stomaco e cervello è stata
difficile da quantificare a causa dei numeri limitati.

NUOVI BENEFICI - Si conoscono da tempo gli effetti dell'aspirina nel ridurre
il rischio di infarto nei soggetti a rischio. Lo scorso ottobre, sempre su
Lancet, lo stesso team diretto da Rothwell ha reso noto che piccole dosi di
aspirina, quelle usate comunemente per la prevenzione cardiovascolare, riducono
di un quarto il rischio di cancro al colon e di oltre un terzo la sua gravità e
quindi il rischio di morte per questa neoplasia. «Questi risultati – ha detto
Peter Rothwell - non significano che tutti gli adulti dovrebbero immediatamente
iniziare a prendere aspirina, ma dimostrano sicuramente nuovi benefici che
prima non erano stati rilevati».

«UNA CONFERMA IMPORTANTE» - «Questo lavoro ribadisce e rinforza quanto
sapevamo, cioè che l'aspirina a lungo termine protegge dal tumore del colon
(per il quale ci sono i numeri più consistenti) e, con ogni probabilità, da
altre forme di cancro» commenta Carlo La Vecchia, capo del Dipartimento di
Epidemiologia dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e
professore associato di Epidemiologia all'Università di Milano. «I primi dati
sono emersi sin dagli anni '80-'90, quando dell'aspirina si studiavano gli
effetti sul sistema cardiovascolare e si iniziarono ad osservare effetti sulle
malattie tumorali – prosegue La Vecchia -. Sono notizie importanti per tutti
coloro che assumono l'aspirina come cardioprotettore; i benefici anticancro
sono un'opzione da prendere in considerazione in alcuni casi, sempre tenendo
conto degli effetti collaterali del farmaco a livello gastrico (aumenta il
rischio di ulcera) e sulla coagulazione».

con repubblica.it

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