lunedì 23 giugno 2008

Silvio Berlusconi: pm sovversivi. L'Anm: intervenga il Colle

Silvio Berlusconi: pm sovversivi.
L'Anm: intervenga il Colle


«Non permetterò che alcune procure sovvertano la democrazia». Silvio Berlusconi attacca a testa bassa quella «componente della magistratura che si è infiltrata» nell'amministrazione della giustizia «a fini politici», si professa «completamente estraneo» ai fatti che gli vengono contestati sul caso Mills.

Il premier parla da Bruxelles, al termine del Consiglio europeo, ma i temi internazionali passano immediatamente in secondo piano di fronte alle domande dei giornalisti sulla giustizia. Berlusconi si scalda, ripete che gli emendamenti al decreto sicurezza «non sono norme salva-premier» e dice di essere «indignato» per questo: «Dirò ai miei legali che non voglio approfittare di questa norma perchè voglio allontanare qualunque sospetto. Questa è una norma salva-tutti».

L'affondo contro le procure è durissimo: «Non permetterò che accada come nel '94 - dice - allora ho visto sovvertire il voto popolare e non permetterò che succeda di nuovo». «In alcun modo - continua Berlusconi - non permetterò che il voto popolare e la volontà degli italiani siano sovvertiti da chi, infiltrandosi nella magistratura, la usa per sovvertire la democrazia».

Poi Berlusconi passa ad attaccare l'altro suo bersaglio preferito, la giustizia italiana, arrivando a chiamare i giudici inflitrati che vogliono sovvertire il voto. «Annuncio una conferenza la prossima settimana per denunciare la situazione della magistratura italiana - ha detto il presidente del Consiglio - e tutta la mia indignazione e la volontà di non vedere la volontà popolare essere sovvertita da chi infiltrandosi nella magistratura la usa per sovvertire la democrazia». «Una cosa è certa - aveva esordito il premier rispondendo a una domanda - io nel '94 ho visto sovvertire il voto popolare da parte di una minoranza rivoluzionaria che sta nella nostra magistratura. C'è stato un sovvertimento della democrazia. Ho patito 15 anni di persecuzione per far sì che questo non possa più accadere». «Non pemetterò in alcun modo che il voto popolare, che la volontà degli italiani sia sovvertita da infiltrati nella magistratura che il resto della magistratura non sa mettere in un angolo che usano accuse false e risibili come quella che mi è stata rivolta nel '94 quando sono stato assolto perché il fatto non sussiste- ha aggiunto Berlusconi che ha dimenticato di aggiungere che aveva tolto lui il reato per cui era giudicato -, per un fatto che non esiste neanche nel codice penale, una invenzione pura di Pm e di giudici che usano il loro potere nell'ordine giudiziario che non è un potere ma soltanto un ordine per sovvertire la democrazia italiana questo non lo posso permettere».

Riferendosi al caso Mills il premier dice che «in ciò di cui sono accusato non c'è nemmeno l'ombra dell'ombra dell'ombra di una possibilità di verità e questo lo giuro davanti ai miei cinque figli, se fosse dimostrato che è vero forse mi ritirerei dalla politica e cambierei anche paese. Non conoscevo la persona, sono fatti che non esistono, risibili, come abbiamo dimostrato....Ancora mi devo vedere scrivere su certi giornali che "Berlusconi ritesse la sua tela di ragno attorno alla magistratura?" È una cosa a cui non posso sottostare».

Le reazioni non si sono fatte attendere. «Non si possono rivolgere accuse tanto generiche quanto gravi e ingiustificate - afferma il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini -. Non c'è nessuna indicazione a fatti e condotte per svolgere un ragionamento. Siamo in presenza di invettive che rendono impossibili qualsiasi reazione». «L'indipendente esercizio della funzione giudiziaria è un valore fondamentale di uno Stato democratico - ricorda Cascini - è molto grave che ciò venga messo in discussione ai più alti livelli istituzionali e per giunta in un contesto internazionale, esponendo l'Italia e le sue istituzioni a una grave crisi di credibilità».

L'Associazione nazionale magistrati ha poi deciso di chiedere un incontro al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo le nuove accuse rivolte ai giudici dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Lunedì intanto la Prima Commissione del Csm comincerà a discutere delle accuse rivolte da Silvio Berlusconi ai magistrati del processo Mills. Un dibattito che ora potrebbe allargarsi alle dichiarazioni fatte oggi dal presidente del Consiglio da Bruxelles su giudici e pm sovversivi; parole che hanno suscitato «sconcerto» a Palazzo dei marescialli, perchè, dicono i consiglieri, «riportano a un clima di scontro che si pensava superato e fanno "saltare" i rapporti tra istituzioni».

Alla Commissione presieduta dal togato di Magistratura Indipendente Antonio Patrono è stata infatti assegnata la pratica aperta tre giorni dal Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli a tutela del pm Fabio De Pasquale e dei componenti del collegio giudicante, presieduto da Nicoletta Gandus, accusati dal premier di agire per finalità politiche, nella lettera da lui inviata al presidente del Senato Renato Schifani.E ora in quel fascicolo potrebbero finire anche le ultime esternazioni di Berlusconi.

«Le ultime scelte fatte da Berlusconi lo rendono di fatto incompatibile con il dialogo», ha detto Massimo D'Alema. Parlando a margine dell'assemblea costituente del Partito democratico, l'ex ministro degli Esteri ha sottolineato un «ritorno delle ostilità verso i magistrati» e l'utilizzo di «norme dettate da interessi personali».

«Se Berlusconi non avesse commesso reati, la magistratura non avrebbe indagato», spiega Francesco "Pancho" Pardi, senatore dell'Italia dei Valori, che poi aggiunge: «Non si può restare a guardare, di fronte alle leggi canaglia del governo. Ci stiamo preparando a scendere in piazza».

l'Unita

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