La leader democratica, e premio Nobel per la Pace, potrà votare. Ma restando agli arresti domiciliari. Annunciata la sua liberazione per il giorno dopo le elezioni
MILANO - Il 7 novembre si svolgeranno in Birmania le prime elezioni legislative degli ultimi 20 anni. In quell'occasione la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari e per questo esclusa da ogni forma di candidatura alle elezioni legislative, sarà autorizzata a votare. Ma per lei le autorità locali starebbero pensando a un voto anticipato. Il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (LDN), è stato sciolto prima dello scrutinio. Il giorno delle elezioni la signora San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace, sarà costretta a rimanere a casa per evitare contatti con i suoi sostenitori e gli oppositori all'attuale governo. Fonti ufficiali locali, però, hanno annunciato che Aung San Suu Kyi sarà liberata il giorno dopo le elezioni.
LA RICHIESTA DELL'ONU - Alle elezioni in Birmania era stata dedicata, nei giorni scorsi, una riunione dell'Onu in cui si era ribadita «la necessità di un processo elettorale più trasparente e al quale tutti possano partecipare». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, aveva dichiarato che i partecipanti alla riunione avevano chiesto che venissero adottate misure per la liberazione di prigionieri politici, tra cui Aung San Suu Kyi. «Questo è essenziale», ha detto il segretario generale dell'Onu, «perché le elezioni possano essere considerate credibili e per contribuire alla stabilità e allo sviluppo della Birmania».
Nessun commento:
Posta un commento