E' stato ritrovato il telefonino di Sarah Scazzi, la 15ene scomparsa ad Avetrana più di un mese fa. Era senza batteria e senza scheda telefonica. E' stato ritrovato a sei, sette metri dal ciglio stradale sulla provinciale che collega Avetrana a Nardò, a confine tra le province di Taranto e Lecce. A trovarlo sono stati alcuni operai che lavoravano nella zona. Probabilmente è stato lanciato da un auto in corsa. Il telefono era parzialmente bruciato perchè un operaio aveva accesso stoppie nella zona. Sul posto c'è il procuratore aggiunto Pietro Argentino, con i carabinieri guidati dal colonnello Giovanni Di Blasio. Di fatto è il primo indizio che riporta direttamente a Sarah. Sul posto ora sono stati convocati anche i genitori per il riconscimento ma è certo che si tratti del telefono della ragazzina.
Un elemento importante sul quale si sono concentrati gli inquirenti è ora la ricerca della scheda telefonica Vodafone, utilizzata dalla ragazza. Da tempo i carabinieri del Ros stavano lavorando sui tabulati telefonici. Hanno infatti individuato tutti i numeri di telefono che erano ad Avetrana al momento della scomparsa della ragazza per cercare di tirare un elenco di testimoni ed eventualmente qualche possibile sospetto.
Proprio oggi ad Avetrana è arrivato il pool difensivo chiamato dalla famiglia Scazzi: si tratta dei due avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile (gli stessi che si occupano della difesa di Rudi Guede, il presunto omicida di Meredith Kercher) e dell'ex comandante dei Ris, Luciano Garofano. Tra le cose da valutare anche le ultime dichiarazioni della mamma di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo, che aveva parlato del passato burrascoso del marito e della possibilità di una seconda famiglia a Milano, dove l'uomo lavora insieme con il figlio. "Eravamo in macchina con mio marito e Sarah stava giocando con il suo telefonino quando vide che nella memoria c'era la foto di una bambina di circa cinque anni con i capelli scuri. Lei sospettò subito e disse al padre: chi è questa, un'altra tua figlia che vive a Milano? Mio marito s'infuriò con lei urlando che non doveva permettersi di curiosare tra le sue cose. Poi si giustificò dicendo che quel telefono lo aveva comprato di seconda mano e che sicuramente la foto apparteneva al vecchio proprietario". I carabinieri stanno valutando anche la posizione della badante rumena che lavorava a casa Scazzi ("mi ha meravigliato anche la dettagliatissima descrizione che ha dato ai carabinieri su com'era vestita Sarah, persino i particolari più piccoli che nemmeno noi sapevamo"), andata via dall'Italia dopo la morte del nonno di Sarah che accudiva da tempo.
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