mercoledì 6 ottobre 2010

Calcio: Totti: "Non voglio essere un peso per nessuno"

Il capitano giallorosso: "Se chi ha il potere decisionale in società ritiene che io sia diventato un problema di questa squadra, ha il dovere di dirmelo. Resto fiducioso, ci riprenderemo''
di MATTEO PINCI

ROMA - "Punto sulla Roma, ci riprenderemo". Vederlo a due passi dall'Olimpico, senza la maglia giallorossa e con un mazzo di carte da poker in mano non deve trarre in inganno: Francesco Totti è e si sente sempre al centro della Roma. Il capitano romanista, protagonista di un torneo di Texas hold'em (il poker sportivo di moda in questo periodo) di beneficenza organizzato da uno dei suoi sponsor personali, arriva intorno alle 10.30. Con lui, il compagno di squadra Cassetti, il procuratore Davide Lippi, l'oro ai mondiali di nuoto Filippo Magnini.

In queste ore, tramite il Corriere dello Sport, Totti era stato chiaro: "Per la Roma non voglio essere un problema, se qualcuno pensa che io lo sia me lo dica e prenderò le mie decisioni". Anche per questo, vietato parlare di Roma, almeno in apparenza. Ma basta chiedergli se scommetterebbe sui giallorossi in una partita di poker che il capitano si sbottona: "Sulla Roma ci punto ancora e sempre - continua Totti, sorridente - anche quando le cose vanno male". Gli chiedono se è sereno, Totti guarda lontano: "Sono sereno, nella vita ci sono tante cose che vanno oltre lo sport. Anche se sul lavoro le cose non vanno come vorrei". Qualcuno pretende di sapere persino cosa pensa. "Il mio carattere lo conosco solo io, sono un po' giù ma andrò avanti. Cosa farò lo vedrete". Poi, la promessa: "Ci rialzeremo". Chiusura su Ranieri con cui si è parlato di qualche tensione nelle ultime settimane: "Anche lui è
sereno..".

LA LETTERA - Nella lettera al Corriere dello Sport, Totti tocca diversi argomenti. "Da capitano - scrive -, ribadisco di non voler essere il problema della squadra. Se chiunque abbia il potere decisionale in questa società ritiene che io sia diventato un problema di questa squadra, ha il dovere di dirmelo, affinché io possa prendere le mie decisioni. Non voglio essere un peso per nessuno. Sono sempre stato e sarò sempre disponibile per questa squadra e questi colori, per cercare di far sognare i nostri tifosi e di far vincere la nostra Roma".

IL RAPPORTO CON GLI ALLENATORI - "Sono 21 anni che indosso questa maglia, da più di 10 sono il capitano di questa squadra. Ho gioito e ho pianto per i risultati ottenuti, l'ho sempre fatto con lo spirito del primo tifoso e del primo professionista di questa squadra. Da Boskov a Ranieri, con tutti gli allenatori che ho avuto alla Roma e anche quelli delle Nazionali, ho sempre avuto un rapporto leale. Qualsiasi tecnico ha avuto la massima libertà di decidere se farmi giocare o meno e decidere in quale ruolo utilizzarmi per il bene della squadra. Mi sono sempre adattato alle esigenze della squadra, giocando da trequartista, da seconda punta o da prima punta. Anche oggi sono a disposizione dell'allenatore, che ha la massima libertà e autonomia di scegliere l'utilizzo in qualsiasi posizione del campo e per la durata che ritiene più opportuna, senza subire nessuna pressione dal sottoscritto".

LE SCELTE - "C'è stata qualche sostituzione che mi ha amareggiato, ma la mia reazione è stata legata solo al fatto che non sono stato così incisivo da poter permettere alla squadra di vincere. Mai è stata una mancanza di rispetto verso la società, l'allenatore e i compagni". (06 ottobre 2010)

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