Visto che la Celentano è sempre la strega cattiva, che gli ascolti volano e che i ragazzi sono proprio bravi, verrebbe da dire che c'è poco di nuovo. Invece la decima edizione di Amici si è aperta con un paio di botti. Anche tre volendo. Il primo rischiava di finire in tragedia e, invece, col passare delle ore si è per fortuna ridimensionato. Marco Carta subito dopo la diretta di sabato pomeriggio è stato portato di corsa in ospedale. Il tam tam in Rete è partito in un secondo e mezzo. Le notizie si rincorrevano: i fan volevano sapere come stavano davvero le cose. Poi il sospiro di sollievo: una colica renale. Dolorosa sì ma niente di grave, tutto sommato.
Il secondo botto riguarda la formula e i grandi assenti annuniciati. Come nello stile del programma: tutti utili, nessuno indispensabile. Applausi e onore ai presenti, silenzio assoluto su chi non c'è più (che si tratti di un allievo, di un ballerino professionista o di un docente). Non una parola su Steve e nemmeno una battuta su Valerio Pino. Puff, scomparsi. Nutritissimi i tre banchi della commissione - due per quella interna, uno per quella esterna - in cui spiccano facce nuove e nomi altisonanti. Confermato in blocco il gruppo storico degli insegnanti, sia di danza che di musica. Quest'anno non ci sono "soli" e "lune" ma ballerini e cantanti. Non solo: chi è dentro a tutti gli effetti è un "titolare", chi è con un piede dentro e uno fuori è un "aspirante". A decidere la sorte di questi ultimi - preparati dal prof che crede in loro più degli altri - sarà solo la commissione esterna (giornalisti, esperti e discografici).
Terza bomba: la nuova sigla. L'ha scritta Pierdavide e l'ha cantata un gruppetto di grandi ex. Da Carta alla Ottonello, da Karima a Emma. E poi Antonino, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu. Una scelta azzeccatissima e un brano perfetto (anche se dicisamente un po' troppo deandreiano).
Oggi pomeriggio si conosceranno i destini del resto dei pretendenti al banco (registrati sabato, andrannò in onda su Canale 5). In palio ci sono contratti e occasioni ancora più ghiotte dello scorso anno. Per questo la selezione all'ingresso è impietosa e i titolari dovranno sputare sangue per tenersi stretti la maglia e il banchetto.
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