di Libero News
Non è proprio un periodo fortunato per Lele Mora: gli "uomini della sua vita" gli si stanno tutti rivoltando contro. Prima Corona, che gli ha negato un prestito e non ne ha esattamente tessuto le lodi a mezzo stampa e tv; ora anche Costantino. L'ex tronista ha infatti rilasciato un'intervista al settimanale Oggi nella quale non è affatto tenero verso il suo ex datore di lavoro, descritto come un vero dittatore in agenzia: «Non è mai stata una grande famiglia. Lele era il padre padrone e gli artisti dovevano ubbidirgli. Altrimenti succedeva il finimondo».
Tuttavia, Vitagliano è rimasto fedele a Mora fino alla separazione professionale: «Quando incontro Mora lo saluto. Sono stato uno dei pochi a non abbandonarlo durante Vallettopoli. Ho aspettato che venisse prosciolto. Siamo andati a cena da soli e gli ho spiegato perché lo lasciavo. Non era più un manager. Era un personaggio . Me lo trovavo in concorrenza nelle discoteche. Non sono un traditore: non sono andato in un'altra agenzia come hanno fatto gli altri».
La "fuga", malgrado i vantaggi («Ha un grande merito: avermi portato a Uomini e donne . Poi qualsiasi manager mi avrebbe saputo vendere»), sarebbe stata conveniente per il bellone: «Il suo telefono squillava solo per me. E lui mi ha sfruttato. Nessuno avrebbe retto i miei ritmi, non c'è stato più nessuno come me. Se ha guadagnato tanto mi deve ringraziare. Semmai ho il sospetto che i miei cachet non fossero proprio quelli che ricevevo. Per non parlare delle ritenute d'acconto che non mi sono mai state versate. Qualcun altro si è fatto regali coi miei soldi». Ma molti altri clienti di Lele non potevano permettersi di alzare la testa come lui: «Facevano solo quello che gli ordinava. Altrimenti non lavoravano più. Io ero protetto da una persona più potente di Lele Mora: Maria De Filippi».
Liquidando con una risata il sospetto di essere stato l'amante dell'agente - nonostante i massaggini ai piedi in Sardegna - e assicurando che la storia con la Pierelli era sincera, Costantino, infine, lancia una velata minaccia a Mora e soci: «Per anni ho girato con una telecamera in mano. Volevo documentare quel che mi accadeva. Ho 60 ore di girato. Farò vedere chi ero e come sono diventato. Ci sarà tutto il mio mondo (nel film-documentario Narciso, ndr): Lele Mora, quelli dell'agenzia, i personaggi che ho conosciuto. Erano tutti consapevoli che avevo una telecamera e si divertivano a essere ripresi. Chi non autorizzerà la messa in onda verrà oscurato in viso. Ma la gente capirà lo stesso chi è. Si vedranno cose che nessuno ha mai mostrato. L'epoca dell'ipocrisia è finita».
Nessun commento:
Posta un commento