lunedì 4 ottobre 2010

Inter: Allarme Benitez, poco rispetto dai giocatori

I nerazzurri escono da due partite importanti con meno certezze. Anche il rapporto con il nuovo tecnico è da perfezionare, come dimostrano i casi di Chivu, Maicon e Muntari. La squadra paga il contraccolpo di una stagione irripetibile, e lo spagnolo non è un sergente di ferro come Mou


MILANO - Un punto in due partite con Juventus e Roma. E zero gol fatti in 180 minuti di campionato, un'arsura offensiva che non si verificava dallo scorso febbraio dal doppio 0-0 con Napoli e Sampdoria. L'Inter esce dalla doppia sfida con due avversarie di prima fascia (anche se i giallorossi sono a fondo classifica) con qualche certezza in meno. Anche perché all'assenza di successi in questi due big-match, si accompagna la sensazione di un rapporto ancora da perfezionare tra squadra e nuovo allenatore. All'Olimpico era stato Chivu a rivolgersi in modo poco rispettoso a Benitez in panchina, chiedendo maggiore copertura davanti a lui (dove giocava Eto'o), altrimenti avrebbe lasciato il campo. Il rumeno si è scusato al primo allenamento utile alla Pinetina e il caso è finito lì, chiuso anche dalle parole di Eto'o che è tornato sull'argomento al termine della gara con il Werder Brema: "Dopo la gara di Roma, ho detto a Chivu che, se avesse avuto qualcosa da dirmi, avrebbe dovuto farlo direttamente con me. Ma lui mi ha spiegato che le sue critiche erano dirette a tutta la squadra e non a me".

Ieri sera però sono arrivati altri due episodi che possono destare qualche allarme. Muntari è tornato a casa dopo aver saputo della sua esclusione non solo dall'undici titolare, ma anche dalla panchina: Benitez gli aveva preferito Obi. Il ghanese non ha accettato la tribuna e ha lasciato San Siro imbufalito. E in campo, durante il primo tempo, Maicon si è rivolto alla panchina con chiari gesti
per invitare ad accelerare la sostituzione di Biabiany, mentre Benitez stava discutendo con Baresi e Pellegrino per decidere il cambio più opportuno. E il brasiliano ha anche invitato Biabiany a dire chiaramente se fosse in grado di proseguire o meno. A ben vedere, si tratta di una situazione simile a quella di Roma con un terzino che invita la panchina a fare qualcosa per ristabilire la copertura sulla fascia davanti a lui. Una condotta meno clamorosa di quella di Chivu, ma comunque
indice di un certo atteggiamento generale.

Sono i contraccolpi di una stagione per certi versi irripetibile. Questi giocatori hanno vinto tutto, ma con un altro allenatore che alla fine dei trionfi ha lasciato per volare al Real. E Josè Mourinho è uno dei sergenti di ferro più duri del calcio mondiale. Inevitabile che subentrasse un certo appagamento. "Non c'è più il domatore con la frusta - spiega una fonte del club nerazzurro - e i giocatori hanno meno fame di un anno fa". Anche per questo motivo inizialmente in Corso Vittorio Emanuele avevano pensato a Fabio Capello per sostituire lo Special One. Forse il friulano è l'unico al mondo altrettanto duro nello spogliatoio.

Benitez è meticoloso, preciso e professionale, tanto quanto Mourinho. E' un maniaco del lavoro, dello studio degli avversari e della capacità di interpretare tatticamente la gara. Ama spiegare calcio e parlare a lungo con
i giocatori. Ma ha un altro carattere rispetto al predecessore. Questo non è necessariamente un male (anzi). Però lo scarto resta e crea qualche scossa almeno in questa fase iniziale. Lo staff tecnico dei Campioni d'Europa sa che in questo momento occorre lavorare soprattutto sulla testa dei giocatori, ma riesce a farlo fino a un certo punto perché nelle ultime settimane si è giocato ogni tre giorni. E, quando arriva la pausa per le
Nazionali, lo spogliatoio si svuota.

A questo occorre aggiungere qualche malumore sul rinnovo del contratto di Sneijder, uno dei leader della squadra. Una vicenda nella quale il giocatore frena, ma il suo agente rilascia periodicamente dichiarazioni incendiarie. Tutte componenti che complicano la transizione da Mourinho e Benitez. Nessuno immaginava che sarebbe stata semplice. E l'Inter comunque è prima nel girone di Champions League e al pari delle rivali dirette in campionato. Ma non ha ancora ritrovato la regolarità della grande squadra. E adesso deve imparare a farlo anche senza il domatore con la frusta.

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