o il governo tiene o si va a votare".
Il Pd: conferma che sono alla fine.
I finiani rilanciano: si vada avanti,
la legislatura arriverà fino alla fine
ROMA
Un attacco ai giudici e ai giornali della sinistra, la difesa strenua di due anni e mezzo di governo e la volontà di andare avanti con il programma, ma solo i finiani saranno leali. In caso contrario «siamo pronti a tornare davanti al popolo». Berlusconi chiude la festa del Pdl e spinge sull'acceleratore, denunciando un'eversione in atto da una frangia delle toghe contro di lui, rilanciano l'idea di una commissione d'inchiesta e lanciando strali contro il presidente emerito della Repubblica Scalfaro che, nel 1994, fu complice di «un fatto eversivo contro di noi». Rivendica il suo diritto a governare, Berlusconi, «Ho ancora il 60 per cento del gradimento degli italiani», dice bocciando il governo tecnico. «L'unica preoccupazione sarebbe cambiare la legge elettorale: a che fine? Per tornare al passato, al frazionamento che tanto male ha fatto all'Italia». L'unica soluzione, spiega, è testare la maggioranza. «Vogliamo credere alla lealtà al programma, che per noi non è carta straccia, dichiarata dai colleghi parlamentari che hanno formato un gruppo parlamentare autonomo. Li metteremo alla prova», dice il premier, ma «se questa lealtà verrà meno nei fatti non ci metteremo un minuto per tornare al popolo italiano a chiedere di nuovo la sua fiducia. Questo è il nostro sentimento, il nostro auspicio, la nostra speranza».
L'ultimatum del Carroccio
Ma l'intervista di Maroni al Corriere della Sera manda in fibrillazione la maggioranza. «Il premier - dice Maroni - ha voluto testare ancora questa maggioranza e noi abbiamo deciso di dargli fiducia e sostenerlo ancora lealmente. Ma è difficile che così si possa durare. Ora ci diamo tre settimane di tempo per vedere se questa maggioranza ha davvero la forza di sostenere l'azione del Governo. Se così non è meglio staccare subito la spina. Noi avremmo voluto farlo subito e andare ad elezioni a novembre, per essere più forti da dicembre per fare le riforme. A Berlusconi l'avevamo detto ma lui ha preferito provare ancora la maggioranza». Ora, dice Maroni, «non è più una questione di fiducia» al governo e al premier ma di risultati concreti dell'azione dell'esecutivo e di comportamenti del centrodestra nel mese di ottobre.
La Russa: "Verifica sulla maggioranza"
L'intervista dell'esponente leghista ha provocato reazioni immediate. Per il coordinatore del Pdl e ministro della Difesa La Russa bisogna «verificare se la maggioranza è veramente forte, in caso contrario, tre settimane o tre mesi, sarebbe giusto chiedere al Presidente della Repubblica di tornare a votare» . «Maroni riassume la preoccupazione di tutti, ma il premier ha recuperato l'iniziativa che gli permetterà di tenere unita la coalizione e completare la legislatura», assicura il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo Rotondi. «All'amico Maroni dico che la legislatura arriverà fino alla fine e che si rispetterà non solo il programma, ma la volontà degli elettori che ci hanno dato un grandissimo consenso per realizzare le riforme delle quali l'Italia ha bisogno», è la convinzione del ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi. «L'Italia - afferma il finiano - ha bisogno di governabilità e stabilità e non di pericolose fughe in avanti come le elezioni». Quanto a ipotesi di terzo polo, alle quali per qualcuno Fli potrebbe aderire, Ronchi risponde in modo netto: «Siamo figli del bipolarismo, che deve essere ulteriormente rafforzato. Chiunque parli di terzo polo per ciò che mi riguarda è fuori dalla realtà ».
Il Pd: "La maggioranza non c'è più"
L'opposizione intanto coglie la pala al balzo e va all'attacco. Per Enrico Letta «le parole di Maroni dimostrano che la maggioranza del 2008 non c'è più» e che con il voto di fiducia «c'è stato solo un rattoppo». Il vicesegretario del Pd detta la linea: «Anche noi riteniamo giusto e naturale che gli elettori si esprimano, ma pensiamo che lo si debba fare in primavera dopo che legge elettorale è stata cambiata». Bersani spazza via i tentennamenti: mentre questo governo va avanti «traccheggiando», il Pd è pronto al voto, assicura il segretario democratico. E, a chi gli chiede se il Pd sarebbe in grado di ricompattarsi adesso in vista del voto anticipato, il segretario nazionale risponde: «Assolutamente sì». Per il dipietrista Belisario (Idv) «l'intevista di Maroni conferma che il governo è uno zombie, durerà ancora poco». Il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato attacca il premier: «Berlusconi è un presidente del Consiglio dimezzato, sotto il costante ricatto della Lega da una parte e dei finiani dall'altra, non era capace di governare prima figurarsi adesso».
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