lunedì 4 ottobre 2010

Cinema: Hanks e i cartoon sul web E' il cinema di domani Rom Hanks

L'attore produce la serie "Electric City" composta da venti puntate da tre minuti. Per Internet, cellulari e iPad. Protagonisti dei pupazzi alle prese con temi d'attualità


NEW YORK - Come sarà il futuro? Chiedetelo a Tom Hanks. Il divo che interpretò sul grande schermo il comandante dell'Apollo 13 torna in orbita con un'avventura destinata a cambiare forse per sempre i confini di Hollywood. La risposta è tutta in un cartoon di tre minuti che correrà sul web: una miniserie ambientata appunto nel futuro con cui l'ex soldato Ryan ha deciso di muovere guerra all'establishment di Los Angeles. Con un alleato venuto da lontano: gli indiani della Reliance che già erano arrivati in soccorso di un mostro sacro del cinema come Steven Spielberg.

La nuova avventura di Hanks si chiama Electric City e sarà lanciata l'anno prossimo. Ma non si tratterà né di un film né di una serie tv in senso classico. Futuristica in tutto: i protagonisti della serie saranno dei pupazzi e il mezzo di distribuzione la rete. Ovviamente con tutto quel che segue: perché l'attore e regista pensa di poter allargarsi presto ai telefonini e all'iPad e a trasformare la serie in una sorta di gioco sociale e interattivo.

Ma la novità del mezzo si sposa con la sostanza del soggetto: la vita prossima ventura. L'ex Forrest Gump aveva dapprima immaginato la serie come uno sguardo sul futuro: con un'impronta però più ottimistica di quella letteratura "distopica" che piace tanto ai ragazzini e disegna tutto angosciosamente nero. A poco a poco l'idea si è raffinata e il divo che è famoso anche per il suo impegno ha finito per partorire queste venti minipuntate ambientate nel futuro: ma con i piedi nel presente. Ogni microepisodio risponde infatti con un piccolo racconto di fiction ai grandi temi del momento: dal consumo di energia alla libertà di informazione. I suoi modelli? Ovviamente il primo "Star Trek" - la serie televisiva originale degli anni 60. E poi il primo amore di Tom Hanks lettore: i racconti di fantascienza del grande Robert A. Heinlein che qui sono stati un classico della letteratura di consumo.
Naturalmente il futuro non sempre è roseo come l'ottimista Tom lo immagina. Se ne è accorto lui stesso alle prese con Electric City: e non per niente ci ha messo sei anni per realizzare il progetto. Le grandi major hollywodiane prima gli hanno spalancato la porta: ragazzi, questo è Tom Hanks, il divo del Codice Da Vinci, l'attore e regista che l'anno venturo tornerà al cinema con Julia Roberts in quel Larry Crown, commedia sul lavoro e sulla crisi. Ma quando gli executives hanno sentito di quel progetto un po' strano, i minifilm, i pupazzi, la fantascienza, piani piano gli hanno voltato le spalle: il progetto sembrava troppo futurista.

Tom il testardo non s'è perso d'animo e s'è ricordato del suo amico Spielberg: che proprio l'anno scorso ha concluso quell'affare miliardario tra la sua DreamWorks e gli indiani di Reliance Big Entertainment che da Bollywood si stanno allargando a Hollywood (c'era anche chi vedeva la loro manina dietro il tentativo di salvataggio della gloriosa ma indebitatissima Metro Goldwyn Mayer). "E quelli subito sono sembrati d'accordo" ricorda Hanks al New York Times. Con un'argomentazione che la dice lunga su come cambierà il mercato di Hollwood: "Guardate, nella sola India ci sono 700 milioni di persone che parlano inglese e che sono già abituate a guardarsi questi mini-show che vanno sui telefonini". Come dire: il futuro, da noi, è già cominciato. Per di più gli indiani posseggono già una struttura specializzata come Zapak: una delle compagnie più note al mondo di videogiochi. Il partner perfetto per giocare a cambiare il futuro.

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