Italo Bocchino con le figlie durante il concerto di Natale alla Camera dei
Deputati (Giuseppe Lami)
MILANO - «Il seguito nessuno è in grado di prevederlo». Così il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto ai giornalisti che al termine
della sua visita alla Pinacoteca di Brera, a Milano, gli chiedevano se l'
approvazione di martedì della legge di stabilità finanziaria facesse sperare in
un percorso condiviso per l'eventuale crisi di governo. «Nessuno è in grado di
prevederlo - ha sottolineato Napolitano - può farlo solo chi ha una speciale
sfera di cristallo. Non credo ci sia un nesso fra la conclusione dell'iter
della legge di stabilità e la crisi politica». «Adesso - è stata la conclusione
del presidente della Repubblica - si apre un altro capitolo. Vedremo insieme
come andrà a finire».
LA TRATTATIVA - Intanto la trattativa portata avanti dalle «colombe» dei due
schieramenti e fa sì che si verifichino le condizioni per un Berlusconi bis. A
tal scopo l'apertura dei finiani moderati al Senato che hanno riproposto il
documento preparato prima della fiducia del 29 settembre «aggiornato» con
garanzie che nell'eventualità di un passo avanti del Cavaliere non ci saranno
tranelli. Berlusconi, però, non ha alcuna intenzioni - riferiscono fonti
parlamentari del Pdl - a dimettersi come invece richiesto da Fini anche martedì
sera a «Ballaro». La linea resta quella della fiducia o voto. Non esistono
possibilità che io mi faccia da parte, avrebbe ripetuto il Cavaliere ad un
esponente di spicco di via dell'Umiltà. Nel tardo pomeriggio di martedì si era
diffusa anche la voce di un colloquio tra il premier e Italo Bocchino, a
Palazzo Grazioli ma l'indiscrezione non viene confermata né da ambienti Fli e
nemmeno da fonti del Pdl.
BOCCHINO - Anzi chi è direttamente coinvolto risponde con una battuta: «È più
facile che la Clinton sia andata a cena con Assange...». Italo Bocchino liquida
così le voci. Il capogruppo alla Camera di Fli smentisce il faccia a faccia e
ribadisce che «non c'è nessuna preclusione» ad un Berlusconi bis, purché il
premier si dimetta e lo faccia entro il 14 dicembre. «Non c'è nessuna
preclusione a un'ipotesi del genere - dice Bocchino all'Adnkronos - a noi
interessa il programma e che la maggioranza venga allargata all'Udc».
LA LEGA - Intanto parla il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco
Reguzzoni, rompendo il silenzio della Lega in questi ultimi giorni. «Il 14 la
Lega confermerà il suo voto di fiducia al Governo e al premier, rispettando in
pieno il mandato degli elettori, a differenza di chi si dice intenzionato a
tradire tale patto con inconcepibili manovre di palazzo». Poi aggiunge: «Per
noi non esiste alternativa a un esecutivo guidato da Berlusconi. C'è chi vuole
ribaltare il risultato del voto e alimenta le tensioni creando un clima
incandescente nel Paese. Noi rimaniamo ottimisti e fiduciosi: il 14 la manovra
di palazzo è destinata a naufragare»:
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