Sembra incredibile, ma ogni tanto gli uomini, le istituzioni e l'opinione
pubblica mostrano anche segni di umana civiltà. Un muratore marocchino che
lavora a Brembate di Sopra, presso Bergamo, è stato sospettato di aver
assassinato Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa da alcuni giorni; sospettato
ingiustamente e poi rilasciato in base alla traduzione sbagliata di una sua
frase in arabo detta al telefono.
Non si è scatenata, come purtroppo è avvenuto in altri casi (lo stupro
commesso da un romeno che ha creato una feroce psicosi verso i romeni accusati
quasi in blocco d'essere stupratori, l'indiscriminata violenza verso gli
zingari), alcuna bestiale caccia al marocchino, non si sono sentiti idioti
insulti razzisti rivolti globalmente agli arabi.
La comunità di Brembate di Sopra ha dato in generale un esempio civile oggi
più che mai prezioso nel clima teso ed eccitato - anche comprensibilmente, per
le difficoltà dei problemi legati all'immigrazione e al contatto fra culture
diverse - che stiamo vivendo, in cui spesso si sentono risuonare selvagge
parole di odio generico e si assiste a violenze gratuite. Non sarebbe male se
tutta l'Italia, sotto tale profilo, assomigliasse a questa Brembate.
C'è sempre, e sempre più drammatica, l'angoscia per la sorte di Yara, la
speranza o meglio la necessità di trovarla; e - nella tragica eventualità di
una sua morte per mano di un assassino - la necessità di individuare
quest'ultimo e punirlo con tutti i rigori della legge. Troppo spesso si
dimentica che Dio è anche collera.
Mohamed Fikri, il manovale accusato ingiustamente, ha rischiato una sorte
terribile per una traduzione sbagliata. La lingua regge il mondo, nel suo
potere di comunicare, informare, plasmare e talora plagiare gli animi.
Determina la giustizia o l'ingiustizia, può far trionfare la verità o la
menzogna, chiarire o avvelenare la vita. Se non si mette correttamente il
soggetto al nominativo e il complemento oggetto all'accusativo ma si inverte la
sintassi, non si capisce più chi ruba e chi è derubato, si mette in galera la
vittima e si manda libero il colpevole. Una punteggiatura sbagliata o alterata
può falsare e sconvolgere l'ordine delle cose.
Oggi è sempre più necessaria, nello scambio e nel contatto sempre più a gomito
di genti e culture diverse, la conoscenza delle lingue ovvero la possibilità di
comunicare, capire, incontrarsi, difendersi, aiutare. L'insegnamento reale
delle lingue, così carente in Italia, dovrebbe essere una pietra angolare
dell'istruzione, a tutti i livelli. Se il ministro dell'Istruzione - colpito da
questo episodio che mostra come la conoscenza linguistica possa dannare o
salvare una vita - recedesse dall'assurdo provvedimento che ha abolito i
lettori di madre lingua straniera all'università, la vicenda di Mohamed Fikri
sarebbe stata, tra le tante altre cose, pure utile al nostro Paese.ù
Con corriere.it
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