contratto collettivo valido fino al 2013 non c'è ancora, ma Lega di Serie A e
Associazione italiana calciatori (Aic) sono vicini ad un'intesa che ponga fine
al lunghissimo braccio di ferro. L'ennesimo, interminabile incontro nella sede
della Figc ha prodotto risultati notevoli: convergenza su 6 punti in agenda
(Flessibilità economica; Professionalità del calciatore; Comportamento; Cure
mediche; Sanzioni; Collegio arbitrale) e settimo nodo, quello relativo ai
cosiddetti "fuori rosa", avviato ad una soluzione diluita nel tempo con la
particolare soddisfazione dell'Aic.
Il passo avanti sostanziale, dopo oltre 7 ore di colloqui, è tale da rendere
praticamente certa la cancellazione dello sciopero proclamato dall'Aic per il
weekend dell'11 e 12 novembre. «Si va verso la revoca», dice il presidente
dell'Assocalciatori, Sergio Campana, lasciando la sede federale di via Allegri.
«Non possiamo annunciare ufficialmente la decisione, anche se sono stati fatti
grossi passi avanti e c'è più ottimismo. Domani sentiremo i calciatori e credo
ci siano buone possibilità per raggiungere l'accordo. Abbiamo confermato la
nostra disponibilità sui sei punti, le soluzioni che abbiamo trovato sono
condivise», prosegue Campana. Il n.1 del sindacato dei calciatori si sofferma
sul settimo punto. «La nostra linea è quella nota sugli allenamenti separati.
Per raggiungere un accordo completo non deve essere toccato il testo attuale
della norma, con il diritto per i giocatori di allenarsi con la prima squadra.
Il presidente federale Abete ha suggerito una soluzione, ovvero di lasciare per
ora il testo immutato con la possibilità di approfondire la norma nel corso
della stagione», spiega il presidente.
Sull'ottavo punto, relativo ai trasferimenti coatti dei calciatori, secondo
Campana è già calato il sipario: «Non se ne discuterà più perchè è contrario
alla legge 91 e per questo è stato accantonato». Sorride, finalmente, anche
Maurizio Beretta. «Non posso escludere che la firma avvenga già giovedì. Di
certo siamo ad un passo dall'accordo», dice il presidente della Lega di Serie
A.
«È stata una giornata di lavoro molto positiva, credo sia molto probabile la
revoca dello sciopero. Finalmente siamo entrati nel merito della questione, sui
sei punti c'è l'accordo e questi saranno scritti in maniera condivisa»,
aggiunge Beretta. «Per quanto riguarda il settimo punto, stiamo andando verso
una soluzione che non dia nessuno spazio ad atteggiamenti discriminatori e che
preveda sanzioni in caso di violazioni», afferma prima di spiegare che «al
momento sarà lasciata la formulazione attuale, con un mandato stringente ad
Abete di definire con chiarezza le tipologie delle situazioni in cui si
configurano discriminazioni e quindi sanzioni».
Con il traguardo a portata di mano, «non c'è più motivo per pensare allo
sciopero. Siamo ad un passo dalla definizione di un accordo nuovo e moderno che
tiene conto del quadro generale e degli interessi di tutti. L'intesa può
rappresentare una vittoria per tutti», dice Beretta, stanco ma soddisfatto:
«Siamo vicinissimi all'intesa definitiva. Questa storia è lunga ma a lieto
fine».
Tocca al presidente federale Abete apporre il timbro conclusivo sulla maratona
diplomatica: «Mi sembra che sussistano tutte le condizioni affinchè dopo
l'approfondimento dell'Aic si possa procedere alla revoca dello sciopero.
Giovedì ci sarà un ulteriore approfondimento tecnico finalizzato alla firma. Ci
avviamo a sottoscrivere un nuovo contratto collettivo e soprattutto, fatto
molto importante, verso la revoca dello sciopero».
Toccherà a lui ricoprire un ruolo di "garante" sull'argomento più spinoso tra
quelli discussi. Suo fuori rosa «c'è l'impegno di lasciare la stessa dizione
contenuta nel contratto scaduto il 30 giugno e l'impegno da parte mia, d'intesa
con le due parti, di fare una sorta di applicativo». Abete fa riferimento ad
«un vademecum che nello spirito di massima buona fede serva ad evitare equivoci
ed interpretazioni, nel massimo rispetto della dignità dei calciatori».
Il numero 1 di via Allegri rifiuta l'etichetta di «commissario del settimo
punto». «Ho dato garanzia di buonsenso alle parti che mi hanno espresso la loro
fiducia, ma non c'è da parte mia un impegno sui tempi perchè non si è voluta
creare una situazione ad orologeria», chiarisce.
con lastampa.it
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