governo. "Questi signori vogliono copnsegnare il Paese alla sinistra". Poi
chiede sostegno e aggiunge: "Ho una certa età, ma non lascerò a questi
maneggioni"
ROMA - "Casini ha il solo fine di far fuori Silvio Berlusconi per prenderne il
posto". L'ira del presidente del Consiglio si abbatte nuovamente sul Terzo Polo
dopo l'intervista del leader dell'Udc a Repubblica 1 nella quale gli chiede di
farsi da parte e chiede al Pdl un nome alternativo per la presidenza del
Consiglio.
Berlusconi è intervenuto telefonicamente (non senza incidenti di linea) ad una
manifestazione a Roma in sostegno del Governo. Senza citare Fini, il premier ha
parlato di una sua "incoerenza totale" , affiancandolo a Casini nell'intento di
consegnare il paese alla sinistra.
Berlusconi fa poi un riferimento alla sua età, quasi inedito in questa forma.
Chiede sostegno ai cittadini per la prosecuzione del suo mandato, e agginge:
"Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare prima
o poi, ma passerò il testimone quando avrò terminato il programmma e comunque
mai ai maneggioni della vecchia politica"
"C'è un'incoerenza totale da parte di questi signori che fino a ieri sono
stati con noi e che sono passati dalla Bossi-Fini al voto agli immigrati, dal
presidenzialismo al premio di maggioranza. Questi signori che per ambizioni
personali ora si mettono con la sinistra e vogliono consegnare anche il governo
del paese alla sinistra.
Gli italiani devono saperlo". Senza fare il nome è con queste parole che il
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi attacca il presidente della Camera
Gianfranco Fini in collegamento telefonico con la manifestazione del Pdl
all'Auditorium della Conciliazione.
Un attacco che suona come una precisa risposta a quanto affermato ieri dal
presidente della Camera e dal leader dell'Udc nell'intervista a Repubblica:
"Questi signori usano mezzi di propaganda indebiti - afferma infatti Berlusconi
- ieri hanno detto che bisognava dirlo agli aquilani che ci sarebbero voluti
anni per mettere a posto tutto. Ma noi - tuona il premier - lo abbiamo detto.
Sappiamo bene che per il centro dell'Aquila serve un esame preciso di ogni
singolo edificio. Loro - scandisce ancora Berlusconi - usano insomma argomenti
che non stanno nè in cielo nè in terra".
"Il 14 dicembre andremo in parlamento e Sono convinto che avremo la
maggioranza sia al Senato che alla Camera". Lo ha detto il presidente del
consiglio, silvio berlusconi, in un collegamento telefonico con una
manifestazione del pdl a roma. "Non riesco a credere - ha aggiunto - che ci sia
un'armata così grande di creduloni che seguono questi aspiranti leader politici
che portano avanti un discorso di distruzione della credibilità del Paese".
Berlusconi ha poi aggiunto che "In questo periodo è importante attivarsi per
far giungere alla gente le nostre posizioni al di là di quello che le fa
giungere la stampa la cui grande maggioranza è contro di noi".
E Berlusconi ha voluto sottolineare il grande costo che il Paese potrebbe
pagare per le "ambizioni personali di quelli che si mettono con la sinistra per
consegnargli il governo del Paese". "A fronte di un governo che ha fatto tanto
con un presidente del Consiglio che ha conquistato un grande prestigio nel
mondo, se la sinistra andasse al governo gli italiani pagherebbe un prezzo
estremamente elevato: verrebbe reintrodotta l'Ici, sarebbe introdotta
un'imposta sul patrimonio, il prelievo fiscale sui Bot sarebbe elevata da 12,5%
al 25%, oltre a una limitazione delle libertà dei cittadini sia con nuove norme
di polizia tributaria, come anche "con intercettazioni a go go".
Nel cahier de doleances su cosa accadrebbe con un cambio di maggioranza
Berlusconi ha ribadito come la sinistra punti ad aprire le porte del Paese a
immigrati clandestini per poi, dar loro il voto: un progetto per conquistare il
governo del paese.
Il presidente del Consiglio ha poi parlato della situazione economica
italiana: "Le principali agenzie di rating hanno confermato un giudizio
positivo sul nostro Paese (tre A) ma tale valutazione è sottoposta alla
condizione del mantenimento della stabilità di governo". Il premier ha
sottolineato come in caso di una crisi di governo "potremmo diventare bersaglio
della speculazione internazionale".
Dopo aver definito "maneggioni", "seconde file" e "professionisti della
politica" quelli che vogliono "farlo fuori", Silvio Berlusconi si autodefinisce
una "star" della politica internazionale. "Pensate ad uno di questi seduto ad
un tavolo internazionale a difendere le posizioni dell'Italia", ha detto il
premier.
Poi, ricordando i recenti vertici internazionali, il presidente del Consiglio
ha aggiunto: "Io sono stato la star. Tutti venivano a farsi le foto con me, non
solo per a mia esperienza, ma anche perchè tutti mi conoscono come un tycoon e
non solo per essere un politico".
Sulla crisi di governo è intervenuto anche il ministro della Giustizia,
Angelino Alfano, rispondendo indirettamente all'intervista di Casini a
"Repubblica": "Abbiamo tre candidati in campo: Berlusconi, Berlusconi e
Berlusconi. 'Crediamo di avere la fiducia il 14 dicembre dalle Camere
altrimenti chiederemo il voto al popolo per farci autorizzare", ha concluso
Alfano.
Non si fa attendere la risposta dei finiani alle ultime battute di Silvio
Berlusconi, che oggi li ha accusati, tra l'altro, di essere 'incoerenti'. "Noi
- dice interpellato dall'Agi Fabio Granata - siamo coerenti ad una certa idea
dell'Italia: solidale, legalitaria, dignitosa, unita. Bisogna - avverte il
falco finiano - aprire una stagione nuova per l'Italia, oltre Berlusconi e il
berlusconismo".
con repubblica.it
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