chiave era Panzironi, attuale ad dell'Ama. L'ex naziskin Vattani, oggi in
Campidoglio, era segretario dell'allora ministro
E dieci anni fa la lobby Alemanno riempì di parenti e amici l'Agricoltura
Gianni Alemanno è sotto accusa per le assunzioni nelle municipalizzate
ROMA - Il metodo Alemanno trova la sua prima applicazione, e via via il suo
cemento, tra il 2001 e il 2006: parenti e camerati assunti al ministero delle
Politiche agricole e forestali. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, oggi 53
anni, l'11 giugno 2001 fu nominato ministro del Berlusconi II. E da lì, dal
Mipaf, con passo militare e mano ferma, spazzò in poche settimane le gerarchie
consolidate, allontanò i dipendenti patrocinati da nemici e portò negli uffici
di via XX Settembre, nel potente braccio operativo dell'Unire (l'ente di
gestione dell'ippica) e nella struttura del Corpo forestale i suoi uomini. A
decine. Segretari generali e magazzinieri, vigilantes e giornaliste.
Tanti impiegati, avviati in uffici amministrativi. Gianni Alemanno con i suoi
boiardi di riferimento - Giuseppe Ambrosio al ministero e Franco Panzironi
all'Unire (oggi è l'ad dell'Ama, municipalizzata controllata dal Comune di
Roma) - per cinque anni mise in atto uno "spoil system" strutturale a favore di
compagni di partito e loro familiari. Trentaquattro giorni dopo l'insediamento
il ministro Alemanno nominò commissario del collassato Unire Riccardo Andriani,
compagno di militanza nel Fronte della gioventù, corrente rautiana. Nel giro di
quindici mesi scelse come segretario generale Franco Panzironi, manager di
aziende interinali che avrebbe spalancato il mondo dell'ippica alle agenzie di
collocamento a lui vicine: si entrava a chiamata diretta.
Le consulenze esterne costeranno all'Unire un milione e mezzo
di euro, il segretario subirà un processo da cui uscirà assolto. Abbiamo visto
come Panzironi - segretario generale, tra l'altro, della fondazione di Alemanno
"Nuova Italia" - si sia portato nella municipalizzata dell'Ambiente quattro
dipendenti Unire tra cui Laura Rebiscini, conduttrice di non memorabili
trasmissioni per Unire Tv. L'ente ippico sotto Alemanno-Panzironi prese in
affitto un palazzo Bnl con uffici larghi come piazze e offrì un lauto contratto
a Bruno Vespa, poi contestato dalla Corte dei Conti.
A due alemanniani in quegli anni vennero consegnati gli uffici del calendario
e della Corsa Tris, le due "casse" dell'ente. Il probiviro di An Ranieri
Mamalchi, oggi responsabile degli affari istituzionali Acea (altra
municipalizzata del Comune sotto inchiesta), a inizio Duemila fu chiamato
dall'Alemanno ministro a fare il capo di gabinetto. A sua volta, Mamalchi
impose all'Unire un ufficio stampa di fiducia a 100 mila euro l'anno e, in
tempi recenti, ha sistemato il figlio Edoardo all'Ama di Panzironi. Negli
ultimi due anni sono passati dall'ippica al Comune di Roma Marco Mugavero e
Raffaele Marra, lui destinato alla direzione delle politiche abitative. E l'ex
naziskin Mario Andrea Vattani, che in Campidoglio si occupa a 122 mila euro
l'anno delle relazioni internazionali, già curava la segreteria particolare di
Alemanno al Mipaf.
Sotto l'egida di Antonio Buonfiglio, sottosegretario alle Politiche agricole
nel Berlusconi IV, è nato Unirelab, il laboratorio antidoping dell'ippica, un
inno al clientelismo di destra e allo spreco: offre il minor numero di analisi
in Europa al prezzo più caro. Il direttore generale è un sodale del primo
Alemanno, quello di piazza: Paolo De Iuliis. I Nas di Milano lo hanno indagato
per la qualità dei test sui cavalli. Responsabile del personale è Silvia
Saltamartini, sorella del deputato Pdl Barbara, stretta collaboratrice del
sindaco. In questo laboratorio specialistico è arrivato da Espn Sudamerica un
improbabile giornalista sportivo argentino, parente di De Iuliis: gli hanno
fatto fare un corso di anatomia negli Stati Uniti, oggi è in causa per una
vicenda di rimborsi spese.
Nella greppia di Unirelab sono planati figli di amiche di Panzironi, parenti
della Saltamartini, fidanzate di assessori comunali. Nel 2003 hanno aperto una
seconda sede a Pomezia: è in cronico deficit, ma è l'ideale bacino di raccolta
delle clientele romane. E nella sede di Settimo Milanese la ristrutturazione di
una villa per allargare i laboratori si è trasformata nella consegna di tre
dépendance personali ai capi.
con repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento