mercoledì 10 novembre 2010

Amici 10, dentro la pancia dei talent

Alla luce di quanto è successo in questa settimana infuocata è chiaro che per
chi segue questo o altri blog legati allo svolgimento della decima edizione di
AMICI debbano essere nati (e sono nati!) interrogativi già registrati anche per
colpa del comportamento degli studenti. Ecco, proprio gli studenti stanno
vivendo e soffrendo di una sindrome che è venuta a tutti coloro che per
anagrafe sono nati proprio dentro la pancia dei talent/reality show. Vi sarete
resi conto infatti come Gabriella, Giorgia, Antonio, giusto per fare qualche
nome, quando si arrabbiano, sbraitano, inveiscono, si scagliano l'uno contro l'
altro o l'altra con l'uno lo fanno sempre "a favore di telecamera". Allo
spettatore attento questi occhi che cercano avidamente la lucetta rossa dell'
obiettivo acceso non sono sfuggiti come non sono sfuggiti i tanti improperi
"bippati", le tante "mezze frasi" della cui interezza potremmo parlare per ore.
Di chi è la colpa? Perché questi ragazzi non sono "vergini" nei confronti del
mezzo che li ospita? Perché non si può più avere un effetto "Grande Fratello
stagione 1" dove nessuno sapeva che cosa gli sarebbe successo una volta uscito
dalla casa? Perché questo è il vero, grande problema di fronte al quale gli
autori dei talent o dei reality in onda in questo secondo decennio del duemila
debbono confrontarsi e tentare di risolvere. Questi ragazzini, più imberbi di
una capretta, più inesperti degli inesperti che abbiate mai incontrato
commettono errori, valanghe di errori tutti i giorni in forza di un'esperiza
"al di quaà dello schermo" che li fa sentire già pronti per il palcoscenico.
"Sono entrato ad Amici, sto davanti alle telecamere 24 ore su 24, vado in onda
su Canale 5 e allora sono un figo, un vip, amato dal pubblico, popolare,
riconosciuto, un idolo per chi, sino all'altro giorno, neanche mi guardava
e…via di questo passo". Peggio ancora si sono sentite frasi da Antonio Mungari,
redarguito perché non è certamente il miglior cantante che si sia mai visto a
Cinecittà, di questo tenore: "Mi danno contro e chissenefrega tanto io sono
primo in classifica, vuol dire che a qualcuno piacerò"! Ecco la giustificazione
del mediocre. Del, tanto se mi votano allora piacerò pure a qualcuno. sono
Siccome mia mamma, i miei amici, i miei parenti dicono che bravo allora voi non
capite niente", e amenità di questo genere. Quale errore! Quale cecità
giovanile e superficialità oggettiva stanno dietro questi pensieri.

La scadenza del latte
Questi ragazzi, ahi loro, non sanno e non capiscono che dietro la schiena, nel
momento in cui gli è stata data la maglietta di titolare della scuola più
ambita d'Italia, hanno ricevuto un tatuaggio virtuale (c'è, è chiaro e nitido
ma loro non lo vedono) con una data di scadenza. Avete in mente il latte
fresco? Proprio perché fresco il latte dopo tre, quattro giorni perde la sua
forza, non interessa più a nessuno, scade e va buttato perché se lo bevi ti
avveleni. Ebbene, tutti questi ragazzi fino a quando stanno nella scuola, sono
parte del gioco, sono come il latte fresco ma a primavera, quando si saranno
spente le luci della finalissima e uno di loro, solo uno, avrà vinto questa
edizione (quest'anno saranno in due perché vincerà uno per il canto e uno per
il ballo) immediatamente quel tatuaggio sulla schiena diventerà visibile a
tutti mentre il nome e il corpo e il viso del concorrente svaniranno come in un
a nebbia che inghiotte tutto. Quella nebbia, cari ragazzi, si chiama "mondo
dello spettacolo". Un mondo che fa passare solo i raggi più luminosi. Che si
dirada solo quando il vento che ne allarga le molecole fumose fa uscire il
talento misto a popolarità, misto a successo, misto a carisma, misto a
simpatia, misto a UMILTA'. Di questa umiltà, cara Giorgia Urrico che ti sei
tagliata i capelli per non somigliare a Emma Marrone purtroppo però non ha
niente a che fare con le tue problematiche tricologiche. Il problema è che
qualcuno intorno ti avrà forse convinta che sei più brava di Madonna, la
Pausini è una dilettante e di questa classe sei la numero uno. Fattelo dire da
chi questo mestiere lo fa da trent'anni e di cantanti come te ne ha viste a
centinaia: "Non è così". Bionda o bruna che tu sia quello che importa per
arrivare agli occhi e alle orecchie della gente sta dentro la scatola cranica:
non fuori.

E gli altri?
Più o meno lo stesso discorso vale anche per altri concorrenti di quest'anno
che man mano che passano le giornate spezzano di ora in ora la stima che in
molti casi avevo costruito su di loro. Sabato vedremo cosa succederà ma per
adesso mi limito a dare un'occhiata veloce agli RVM delle puntate pomeridiane.
Una visione che per la verità mi lascia perplesso, basito di fronte a una
spocchia che in ragazzi di vent'anni dovrebbe essere relegata alle battute da
bar e non a quelle profferite, senza rete, davanti a milioni di italiani. Che
peccato.

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