Benedetto XVI nel libro-intervista "Luce del mondo".Diversamente, aggiunge il
Papa, "anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso".
"Laddove un sacerdote vive insieme a una donna si deve esaminare se esista una
vera volontà matrimoniale e se i due possano contrarre un buon matrimonio. Se
così fosse, dovranno imboccare quella strada",chiarisce il Papa. "Se invece si
trattasse di una caduta della volontà morale, senza un autentico legame
interiore, sarà necessario trovare vie di risanamento per lui e per lei. In
ogni caso è necessario provvedere al fatto che i bambini - che sono il bene più
prezioso - siano tutelati e che possano vivere nel contesto educativo vivo del
quale hanno bisogno". Inoltre l'omosessualità è "una grande prova" di fronte
alla quale una persona può trovarsi, "così come una persona può dovere
sopportare altre prove". Ma "non per questo diviene moralmente giusta",afferma
Benedetto XVI nel libro-intervista "Luce del mondo" del giornalista tedesco
Peter Seewald. Nel capitolo 14 si legge: "Se qualcuno presenta delle tendenza
radicate omosessuali profondamente radicate - ed oggi ancora non si sa se sono
effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza -
se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona,
allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere
sopportare altre prove". Benedetto XVI sottolinea che gli omosessuali vanno
rispettati come persone che "non devono essere discriminate perché presentano
quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e
decisivo. E tuttavia - osserva il Papa - il senso profondo della sessualità è
un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che
l'evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione". "Si tratta
- prosegue più oltre Benedetto XVI - della profonda verità di ciò che la
sessualità significa nella struttura dell'essere umano". Parlando poi della
l'omosessualità come di "una grande prova" che una persona può trovarsi a
sopportare, il Papa rimarca che "non per questo l'omosessualità diviene
moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che
Dio ha originariamente voluto". "L'omosessualità non é conciliabile con il
ministero sacerdotale", evidenzia Benedetto XVI. Diversamente, aggiunge il
Papa, "anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso". Il Pontefice
sottolinea che "alcuni anni fa la Congregazione per l'Educazione Cattolica ha
emanato una disposizione per la quale candidati omosessuali non possono
diventare sacerdoti perché il loro orientamento sessuali li distanzia dalla
retta paternità, da ciò che nel profondo definisce l'essere sacerdote. La
scelta dei candidati al sacerdozio deve perciò essere molto accurata. Bisogna
usare molta attenzione affinché non si introduca una simile confusione e alla
fine il celibato dei preti non venga identificato con la tendenza
all'omosessualità ".. L'intervistatore, il giornalista tedesco Peter Seewald,
fa notare a Benedetto XVI che nei monasteri, se pure non vissuta, c'é
omosessualità non praticata. "Anche questo - risponde il Papa - fa parte dei
travagli della Chiesa. E chi ne è colpito dovrebbe almeno tentare di non
esercitare attivamente quella inclinazione, per rimanere fedele al compito più
intimo del proprio ufficio".Ritrovare la "gioia" di un "atteggiamento
propriamente cristiano" nei confronti del corpo e della sessualità. E' un
obiettivo per i cristiani e la Chiesa indicato dal Papa. "Oggi - afferma
Benedetto XVI - bisogna riconoscere che dobbiamo ritrovare di nuovo la strada
che porta ad un atteggiamento propriamente cristiano, come quello che esisteva
nel cristianesimo primitivo e nei grandi momenti del cristianesimo: la gioia e
il sì al Corpo, il sì alla sessualità, considerati come un dono, di cui fanno
parte sempre anche la disciplina e la responsabilità". "Perché - aggiunge -
sarà sempre valido che libertà e responsabilità vanno mano nella mano. Solo
allora scaturisce anche la gioia vera e diviene possibile un sì, autentico.
Perciò è importante mostrare di nuovo nella sua positività, nel suo grande sì,
l'immagine cristiana dell'uomo alla quale il Concilio Vaticano II ha molto
contribuito". Inoltre, "il Papa ha accettato di rispondere alle domande di
Peter Seewald "perché ha pensato che parlare alla gente di oggi, in un
linguaggio anche semplice, colloquiale, su tante questioni che la gente si
pone, fosse un buon servizio che egli poteva rendere. Il libro nasce dunque da
una intenzione pastorale, semplice, di rispondere alle domande del mondo", ha
precisato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi introducendo la
conferenza stampa di presentazione del libro-intervista "Luce del mondo". "C'é
un genere del magistero nei documenti, nelle omelie, - ha chiarito Lombardi - e
c'é una comunicazione di Benedetto XVI in un linguaggio colloquiale, diretto,
volutamente semplice". Il portavoce ha sottolineato che il libro è stato
concepito in tedesco ed è l'edizione tedesca quella a cui far riferimento per
eventuali dubbi.
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