lunedì 20 dicembre 2010

Wikileaks: "Roma bloccò le indagini su Calipari" Un cablo su Wikileaks accusa l'Italia

Il rapporto italiano sulla tragica morte di Nicola Calipari in Iraq, almeno nella parte che definiva l'uccisione non intenzionale, era costruito «specificatamente» ad evitare ulteriori inchieste della magistratura italiana, e il governo Berlusconi voleva «lasciarsi alle spalle» la vicenda, che comunque non avrebbe «danneggiato» i rapporti bilaterali con Washington. Lo si legge in un cable siglato dall'ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, del maggio 2005.

I vertici dell'ambasciata Usa furono convocati il 2 maggio 2005 dall'ufficio del premier per ricevere in anticipo il rapporto italiano sul caso Calipari. «Presenti all'incontro - riferisce il cable siglato da Sembler - il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il sottosegretario Gianni Letta, l'ambasciatore negli Usa Gianni Castellaneta, il capo del Sismi Nicolò Pollari, alcuni dei loro consiglieri, e due commissari, il diplomatico Cesare Ragaglini e il generale del Sismi Pierluigi Campregher. Berlusconi non era presente, e non sarà a Roma fino a domani». Il 5 maggio, il premier Berlusconi sarebbe intervenuto in Parlamento per discutere il rapporto: «Sarebbe meglio che il presidente George W. Bush lo chiamasse il giorno prima, in modo che lui possa dire in Parlamento di aver discusso la questione con il presidente».

Nel rapporto, notano gli americani, si afferma tra l'altro che «gli investigatori italiani non hanno trovato prove che l'omicidio è stato intenzionale: questo punto è stato 'designed specifically' (costruito specificatamente) per scoraggiare altre indagini della magistratura, visto che per la legge italiana possono aprire inchieste sulla morte di cittadini italiani all'estero, ma non in caso di omicidio non intenzionale (Nota: i nostri contatti hanno messo in guardia che i magistrati italiani sono famigerati per forzare queste leggi ai loro scopi, quindi resta da verificare se la tattica del governo italiano avrà successo)». «Il rapporto è stato scritto avendo i magistrati in mente», scrive ancora Sembler.

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