domenica 25 maggio 2008

Cinema: Accoltellato attore del film di Harry Potter: Il 18enne Robert Knox è morto dopo una rissa all'esterno di un pub di Sidcup, nel Kent. Stava difendendo il fratello

Accoltellato attore del film di Harry Potter

Il 18enne Robert Knox è morto dopo una rissa all'esterno di un pub di Sidcup, nel Kent. Stava difendendo il fratello

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

LONDRA — Rob Knox aveva diciott'anni ed era un ragazzo felice. Faceva l'attore e aveva ottenuto un ruolo nel prossimo film di Harry Potter. Ha interpretato una piccola parte anche nella tragedia quotidiana dei delitti di coltello che insanguinano Londra: Rob Knox è morto ieri poco prima dell'alba, dopo essere stato pugnalato al petto in una rissa di fronte a un bar di Sidcup, un sobborgo a sud-est della capitale. Una notte tiepida, fuori dal Metro Bar c'erano decine di giovani, tutti con il bicchiere in mano, come sempre nel fine settimana. È scoppiata una rissa e nel frastuono di musica e grida quasi nessuno all'inizio se n'è accorto. Pare che si sia trattato di un regolamento di conti per il furto di un telefonino. Gli amici assicurano che Rob non c'entrava, che è stato coinvolto solo perché ha cercato di proteggere il fratello minore Jamie che era finito in mezzo alla mischia. A un certo punto l'aggressore, che è stato poi definito nel linguaggio burocratico della polizia «un uomo di 21 anni», era stato disarmato. Ma nascondeva un altro coltello in tasca, lo ha tirato fuori e lo ha piantato nel torace di Rob, senza neanche guardare chi stava uccidendo.

Rob, a destra con mamma e fratello (Ap)
Quando è arrivata la polizia ha trovato quattro minorenni feriti e Rob Knox colpito al torace, già in agonia. Ora i genitori del giovane attore ricordano che «il nostro figliolo era gentile e generoso». E raccontano di quanto fosse orgoglioso della particina nel film Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Aveva vestito i panni di Marcus Belby, uno studente di Ravenclaw, aspettava con eccitazione la prima del film, fissata a novembre. Quella parte, dopo altri ruoli da comparsa in serie tv, gli aveva cambiato la vita. In un'intervista aveva detto di come da bambino fosse stato vittima di un gruppo di bulli a scuola, che lo avevano preso di mira perché era grasso: «Sono così diverso ora, prima ero insicuro... adesso niente mi abbatte». Gli amici sono distrutti, perché il loro gruppo che si riuniva al Metro Bar di Sidcup aveva appena pianto un'altra vittima: Jimmy Mizen, 16 anni, ucciso con una coltellata il 10 maggio. Rob e Jimmy giocavano nella stessa squadra di rugby. È più di una coincidenza.

La violenza giovanile è uno dei problemi più gravi di Londra e del resto del Regno Unito. Nella capitale dall'inizio dell'anno sono già stati uccisi a coltellate 14 minorenni. L'anno scorso erano stati 26. I sociologi che prima discutevano di Cool Britannia ora titolano i loro saggi Cruel Britannia: come definire se non crudele un Paese nella cui capitale la polizia ha censito 171 baby-gang, alimentate dalla disgregazione delle famiglie, la cultura dell'alcol, il traffico di droghe leggere, l'attrazione per il coltello e le pistole. Il 33% dei ragazzi dei quartieri a Sud del Tamigi (i più poveri) sono o sono stati membri di bande. Questi figli del Regno Unito quarta potenza del G8, secondo uno studio dell'Unicef sono i più infelici del mondo indu-strializzato: il 27% dei quindicenni inglesi hanno confidato di essersi ubriacati già 20 o più volte (in Italia il 5%) e il 35% ha fumato marijuana. Nella battaglia quotidiana tra adolescenti ci sono vittime scelte dal caso, come Rob Knox che sognava di diventare un grande attore e cercava solo di proteggere il fratello da «un uomo di 21 anni». E vittime prescelte dal branco, come Rosimeiri, una ragazzina figlia di un vicario della Chiesa d'Inghilterra che lunedì è caduta da una finestra ed è morta mentre cercava di sfuggire a una gang femminile che l'aveva catturata. Di fronte al Metro Bar ieri c'era una distesa di fiori. A novembre, quando uscirà il film i protagonisti di Harry Potter diranno che «Rob era un ragazzo speciale», anche se magari non lo avevano quasi notato sul set. La sua apparizione, al cinema e nella vita, è stata troppo breve.

Guido Santevecchi
Corriere della Sera

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