giovedì 29 maggio 2008

Diritti umani: se l’Europa predica bene e razzola male | La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo compie 60 anni, ma se li porta piuttosto male secondo Amnesty International, | franca.roiatti

Diritti umani: se l'Europa predica bene e razzola male

Immigrati clandestini a Lampedusa

La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo compie 60 anni, ma se li porta piuttosto male secondo Amnesty International, che nel suo rapporto annuale 2008 snocciola i fallimenti accumulati dai governi nel garantire il rispetto di quanto sancito in quel documento e invita i leader mondiali a chiedere scusa. Per le torture, i maltrattamenti, la repressione del dissenso, le limitazioni alla libertà di espressione. Tra le crisi più gravi Amnesty identifica, il conflitto in corso nel Darfur, la situazione nella striscia di Gaza, le violenze nello Zimbabwe, gli scontri in Iraq e le atrocità commesse dalla giunta in Myanmar (ex Birmania). Punta il dito contro la Cina, la Russia, gli Stati Uniti, ma non risparmia il vecchio continente che pure ha dato vita nell'immediato dopo guerra al primo organismo per la protezione dei diritti umani, il Consiglio d'Europa, e che ancora oggi mostra preoccupanti lacune nella tutela dei più deboli. In particolare di quelli che scappano dai paesi a rischio e premono alle porte dell'Ue. "L'Europa continua a rappresentare una calamita per quanti tentano di fuggire da persecuzioni, violenze o povertà" dice il rapporto "ma il continente continua a deluderli adottando approcci repressivi verso l'immigrazione irregolare. Uomini, donne e bambini si sono visti negare l'accesso alle procedure per la richiesta di asilo; alcuni sono stati detenuti illegalmente, mentre ad altri sono state negate le informazioni e l'assistenza legale necessarie. Molti sono stati espulsi illegalmente prima che le loro domande fossero adeguatamente esaminate, mentre altri sono stati mandati in paesi dove erano a rischio di violazioni dei diritti umani".

Diritto d'asilo e immigrazione. Nuove leggi in Belgio, Francia e Svizzera hanno limitato ulteriormente i diritti di richiedenti asilo e migranti. Amnesty International è molto dura anche nei confronti delle restrizioni al soggiorno degli stranieri imposte dal governo Prodi nel novembre dell'anno scorso, e soprattutto punta il dito contro l'inasprimento annunciato dall'attuale esecutivo che vuole introdurre il reato di immigrazione clandestina e prolungare fino a 18 mesi la detenzione degli immigrati nei centri di prima accoglienza.

Rom senza diritti. In Europa sono ancora diffuse le discriminazioni nei confronti della minoranza rom, esclusa dalla vita pubblica e anche dal pieno accesso ad alcuni diritti fondamentali come l'abitazione, il lavoro e i servizi sanitari. Ma è per l'Italia che Amnesty lancia l'allarme xenofobia: gli attacchi ai campi nomadi da Appignano (Ascoli Piceno) nel 2007 fino ai recenti roghi di Ponticelli (Napoli), gli assalti agli immigrati, come il recentissimo caso del Pigneto a Roma, e in particolare alcune dichiarazioni di intolleranza da parte di politici locali e nazionali rischia di alimentare un clima d'odio e caccia alle streghe. Preoccupazione raccolta da molti altri organismi: l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati , l'Assemblea parlamentare del consiglio d'Europa, l'Ufficio per i diritti umani dell'Osce

Emergenzialismo anti-terrorismo. Il capitolo più nero secondo Amnesty, resta quello della lotta al terrorismo in nome della quale molti stati hanno abdicato alla salvaguardia dei diritti che si erano volontariamente impegnati a difendere sottoscrivendo accordi multilaterali. "Uno dei casi più eclatanti è stato quello delle rendition" denuncia il rapporto. "Le prove emerse nel corso del 2007 hanno cancellato ogni dubbio sulla complicità degli stati europei nel programma di detenzioni segrete e illegali messo in atto dagli Stati Uniti. È stata anche accertata la connivenza dei governi nei casi di trasferimenti illegali di persone verso paesi stranieri, di sparizioni forzate e di tortura e altre forme di maltrattamenti". Spesso lacune nelle leggi nazionali hanno reso più facili per i servizi di intelligence compiere azioni illegali alle quali molti paesi europei hanno risposto con il silenzio o con l'inerzia. Il rapporto cita ancora l'Italia, e la Gran Bretagna per alcuni casi di espulsioni di soggetti, ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale, verso stati dove i diritti umani sono calpestati. Provvedimenti bocciati dalle corti nazionali, e dalla corte europea dei diritti umani, come nel caso del tunisino Nassim Saadi che il nostro Paese voleva rimpatriare, nonostante in base alle relazioni di Amnesty e Human Rights Watch vi fosse il rischio che venisse sottoposto a tortura.

La violenza contro le donne è un flagello mondiale

Violenze sulle donne. Fa meno clamore, ma non per questo è meno grave, un altro aspetto dell'emergenza sottolineata nel rapporto: la violenza sulle donne, in particolare quella che avviene tra le mura di casa. Che si è manifestata "attraverso abusi verbali, psicologici, sessuali e di altro tipo, dipendenza economica e omicidi" afferma Amnesty. "Soltanto un'esigua percentuale di donne hanno avuto il coraggio di denunciare i loro aguzzini, dissuase dalla paura del proprio partner, dal timore di recare vergogna alla famiglia, dall'insicurezza economica; dalla mancanza di case protette o altre misure concrete come ordinanze di restrizione finalizzate a garantire l'incolumità a loro e ai loro figli". La principale ragione del silenzio delle vittime, rimane, però, la diffusa impunità goduta dai responsabili delle violenze. E se Amnesty sottolinea con favore l'introduzione di nuove norme contro la violenza domestica, ancora molto rimane da fare, soprattutto per le immigrate, costrette troppo spesso a subire due volte: come straniere, dallo status incerto, e come donne.

Blog Panorama

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Francis*PAC

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