L'agenzia di ricerca high-tech Gartner parla delle sette grandi innovazioni che, se realizzate, potranno cambiarci la vita
Il futuro? Un mondo tutto wireless
e un pc che sappia riconoscerci
Anche superprocessori, la fine della tastiera, la traduzione
istantanea di lingue parlate e scritte, software più aperto
di CLAUDIO GERINO
Il futuro? Un mondo tutto wireless
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QUALI SONO i "grandi cambiamenti" che la gente si aspetta dalle nuove tecnologie e quale impatto dovrebbero avere sulla vita e sul lavoro di tutti? Gartner, una tra le maggiori agenzie di ricerca e di informazione sull'hi-tech lo ha chiesto ai maggiori responsabili delle imprese tecnologiche nel mondo e ne ha "estratti" sette. Avvertendo, al contempo, che nei prossimi dodici mesi, comunque, non si avranno trasformazioni tecnologiche tali da cambiare radicalmente la società e il mondo del lavoro e che per avere dei benefici significativi per tutti dovremo attendere almeno dai cinque ai 20 anni.e un pc che sappia riconoscerci" width="230">
Le sette innovazioni sono state definite da Gartner come "I Grandi cambiamenti dell'IT", o meglio - come spiega Ken McGee, vicepresidente dell'agenzia di ricerca - "Le Grandi Opportunità per l'Information Technology". "Sono cambiamenti che avranno un impatto notevole nel mondo business - aggiunge McGee - ma che porteranno a fondamentali modifiche anche nella vita di tutti i giorni. Queste opportunità sono già di pubblico dominio e i centri di ricerca privati e governativi di tutto il mondo stanno lavorando ad essi".
La prima grande sfida sarà data dalla perdita del filo, dalla necessità di ricaricare manualmente i "device" portatili. In pratica, la distribuzione diffusa dell'energia elettrica attraverso sistemi wireless. "Quello che la gente desidererebbe - spiega Gartner - è la possibilità di ricaricare le batterie dei propri apparecchi portatili senza dipendere da una fonte di energia "statica"". Un primo risultato in questo senso viene dalle celle fotovoltaiche, dall'energia solare, ma la potenza richiesta per i nuovi device non è al momento risolvibile con pannelli solari "portatili". Nel luglio dello scorso anno il Massachussetts Institute of Technology (MIT) ha sperimentato il primo sistema di trasferimento non radioattivo dell'energia elettrica. Ma ci vorranno ancora molti anni per un'applicazione commerciale del "wireless powering".
Il secondo grande cambiamento verrà dall'utilizzo "parallelo" della capacità di elaborazione dei processori, il "multi-core". Attualmente ci sono grandi possibilità in questo campo, ma c'è ancora da fare molta strada. In particolare, va risolto il problema di maneggiare simultaneamente, da processori multipli, gli stessi dati e di poterli utilizzare in tempo reale. C'è bisogno di un'architettura hardware che sia completamente "parallel processing", eliminando i colli di bottiglia della trasmissione dei dati.
Un problema estremamente sentito dalla popolazione "tecnologica" è quello dell'interfaccia con i device utilizzati. L'idea di interagire con i computer senza alcuna interfaccia meccanica (tastiere, ecc.) è una cosa che ormai si sta realizzando, ma l'obiettivo futuro è quello non solo di interagire con schermi sensibili al tatto, gli attuali touch-screen, ma quello di implementare l'abilità nei computer di identificare e riconoscere semplici gesti, un vero e proprio "dizionario dei segni gestuali" che siano "processati" in tempo reale dal device. Inoltre, l'apparecchio dovrà essere in grado di riconoscere e processare correttamente il linguaggio naturale.
Da questo terzo cambiamento deriva "a cascata" il quarto: la possibilità di avere una traduzione automatica e "naturale" delle diverse lingue, sia parlate che scritte. Uno dei problemi principali, in questo campo, è quello di riconoscere, da parte di un computer, il linguaggio naturale e di tradurlo in un'altra lingua mantenendo la naturalità del linguaggio originale. In pratica, la lingua cinese dovrà diventare comprensibile, attraverso una macchina, alla lingua italiana, garantendone la stessa fluidità dell'originale e viceversa. Un'applicazione che diventerebbe indispensabile, ad esempio, nella comunicazione telefonica: parlare nella propria lingua ed essere capiti da chi non la conosce svilupperebbe fortemente l'interazione tra i popoli oltre che gli affari.
L'enorme mole di dati immagazzinate negli "storage" elettronici di tutto il mondo ha raggiunto cifre iperboliche. La conservazione di questi dati diventa una priorità per garantire ormai la stessa conoscenza tecnologica e lo sviluppo futuro. Una tecnologia che garantisse una certezza dell'integrità di archiviazione per oltre cento anni (oggi si ferma a 20) rappresenterebbe il quinto, "Grande Cambiamento" della vita di tutti. L'integrità include i diversi formati, l'hardware che li contiene, il programma che li gestisce, i metadati, le modalità di reperimento e di recupero delle informazioni, giusto per menzionarne alcuni.
Il sesto "Grand Challenge" individuato da Gartner è quello dell'incremento esponenziale della capacità produttiva della programmazione. Una condizione realizzabile solo con la collaborazione universale e "aperta" di tutti i programmatori che, in questo modo, possono mettere a disposizione le proprie conoscenze e avere tutte le necessarie informazioni per migliorare la qualità del software o delle applicazioni tecnologiche. In questo senso, la possibilità di riutilizzare i codici sorgente dei programmi è un modo per condividere la conoscenza e incrementare la produttività nel campo della programmazione.
Ultimo Grande Cambiamento - secondo Gartner - è quello derivante dall'identificazione certa delle conseguenze finanziarie dell'investimento tecnologico. Attualmente, si possono fare solo programmi a breve-medio termine, individuando i ritorni economici di un cambiamento tecnologico per pochi anni futuri. Secondo l'agenzia di ricerca e informazione sull'IT occorre un vero e proprio "metro" standard per tutti in grado di misurare obiettivamente i differenti effetti di investimenti tecnologici sulle finanze di un'azienda o di un ente pubblico. Il Grande Cambiamento sarebbe quello di poter avere, per ogni progetto d'investimento tecnologico, una misurazione certa del "guadagno" derivante direttamente da esso, entro il terzo quadrimestre dell'anno successivo.
la Repubblica
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