venerdì 30 maggio 2008
E Cossutta lancia la Festa dei partigiani: mai una via Almirante | «gli atti violenti, le aggressioni di stampo fascista, nazista e razzista», | Monica Guerzoni
Anpi Le celebrazioni si terranno a Gattatico dal 20 al 22 giugno
E Cossutta lancia la Festa dei partigiani: mai una via Almirante
di Monica Guerzoni
ROMA — Non sono ancora stanchi di lottare per la libertà, vogliono che la memoria della Resistenza non si spenga e così i partigiani italiani hanno deciso di passare il testimone ai giovani. Dal 20 al 22 giugno si terrà a Gattatico, Reggio Emilia, la prima festa nazionale dell'Anpi e il luogo — il Parco del Museo Cervi, dove vissero i sette fratelli Cervi trucidati dai nazifascisti — dice già molto. L'idea è venuta agli «eredi» di una lunga storia di passione civile e demo-cratica, cioè ai ragazzi sui quali l'associazione ha investito per non morire, per assicurarsi un futuro di testimonianza.
È con una certa emozione che Armando Cossutta, partigiano nelle Brigate Garibaldi, lancia l'iniziativa nella sala stampa di Montecitorio alla presenza di Giuliano Vassalli, presidente emerito della Consulta ed ex partigiano anche lui. E dice, Cossutta, che la memoria va tenuta viva oggi più che mai, in giorni di «attacchi contro quei principi e quei valori ». A preoccupare l'ex presidente del Pdci non sono soltanto «gli atti violenti, le aggressioni di stampo fascista, nazista e razzista», ma anche la «crescente campagna di revisionismo culturale e storico». Cossutta ritiene «francamente ipocrita» l'idea di una riconciliazione nazionale «senza verità» e sospetta un disegno politico per «screditare e delegittimare la grande epopea della Resistenza antifascista e della guerra di Liberazione nazionale». La polemica su Giorgio Almirante ancora non si spegne e Cossutta, pur senza nominarlo, condanna con forza e sdegno l'idea «politicamente inaccettabile» e «moralmente offensiva» di intitolargli una strada di Roma, città Medaglia d'oro della Resistenza: «Un uomo politico che non è stato semplicemente un esponente della Prima Repubblica ma fucilatore di partigiani e sostenitore del razzismo...».
La prima Festa partigiana si deve anche all'impegno di Maria Cervi, figlia di uno dei sette fratelli uccisi, che per due anni — fino all'improvvisa scomparsa un anno fa — ha lavorato con i giovani dell'Anpi per dare vita all'iniziativa.
Lungo e autorevole l'elenco delle adesioni, da Veltroni a Ciampi, da Epifani a Diliberto, da Ingrao a Rodotà passando per Nichi Vendola e Franco Giordano. La colonna sonora? «Bella ciao», ovviamente.
Corriere della Sera 30.5.08
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