Papa Ratzinger "benedice" il nuovo «clima politico italiano»
Il prossimo 6 giugno per la terza volta papa Benedetto XVI riceverà in pompa magna Silvio Berlusconi. Dopo il rapido saluto nella Basilica di San Pietro, il giorno stesso dell'incoronazione del Papa, il 24 aprile 2005, e l'udienza privata concessa al premier il 19 novembre dello stesso anno, che fu l'occasione «per ribadire la volontà comune di collaborazione tra l'Italia e della Santa Sede, secondo il Concordato del 1929».
E già papa Ratzinger ha avuto modo venerdì di congratularsi pubblicamente per «il nuovo clima politico che si è inaugurato in Italia» con la sua vittoria elettorale. «Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo», ha detto il Papa rivolgendosi ai vescovi italiani riuniti, in questi giorni, in assemblea generale. «Esso - ha detto Ratzinger - è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione. E ciò che conforta è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. È diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale».
Il Papa ha anche incoraggiato i vescovi italiani a far sì che il Paese difenda «la famiglia fondata sul matrimonio» e «la vita umana», dicendo no ad aborto ed eutanasia.
«Nel quadro di una laicità sana e ben compresa - ha spiegato Raztinger - occorre resistere ad ogni tendenza a considerare la religione, e in particolare il cristianesimo, come un fatto soltanto privato: le prospettive che nascono dalla nostra fede possono offrire invece un contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei maggiori problemi sociali e morali dell'Italia e dell'Europa di oggi». Il Pontefiche ha sferzato la Cei a un «forte e costante impegno per la dignità e la tutela della vita umana in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale. Né possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce di fronte alle povertà, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono tanta parte dell'umanità e che richiedono il generoso impegno di tutti, un impegno che s'allarghi anche alle persone che, se pur sconosciute, sono tuttavia nel bisogno».
Per Benedetto XVI esiste un problema povertà in Italia. La necessità di portare aiuto a quanti soffrono per le ingiustizie e la povertà di cui soffrono tante persone nel mondo deve però avvenire – ha precisato - nel rispetto delle leggi sia all'interno dello Stato che nei confronti di chi arriva. La vera «grave emergenza» per papa Ratzinger è quella educativa che riguarda le giovani generazioni causata «dal relativismo pervasivo e aggressivo della cultura contemporanea». A questo proposito la Chiesa, per bocca sua, ha ribadito la richiesta allo Stato italiano a finanziare le scuole cattoliche. «In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo- ha detto -non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all`impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico».
E già papa Ratzinger ha avuto modo venerdì di congratularsi pubblicamente per «il nuovo clima politico che si è inaugurato in Italia» con la sua vittoria elettorale. «Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo», ha detto il Papa rivolgendosi ai vescovi italiani riuniti, in questi giorni, in assemblea generale. «Esso - ha detto Ratzinger - è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione. E ciò che conforta è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. È diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale».
Il Papa ha anche incoraggiato i vescovi italiani a far sì che il Paese difenda «la famiglia fondata sul matrimonio» e «la vita umana», dicendo no ad aborto ed eutanasia.
«Nel quadro di una laicità sana e ben compresa - ha spiegato Raztinger - occorre resistere ad ogni tendenza a considerare la religione, e in particolare il cristianesimo, come un fatto soltanto privato: le prospettive che nascono dalla nostra fede possono offrire invece un contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei maggiori problemi sociali e morali dell'Italia e dell'Europa di oggi». Il Pontefiche ha sferzato la Cei a un «forte e costante impegno per la dignità e la tutela della vita umana in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale. Né possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce di fronte alle povertà, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono tanta parte dell'umanità e che richiedono il generoso impegno di tutti, un impegno che s'allarghi anche alle persone che, se pur sconosciute, sono tuttavia nel bisogno».
Per Benedetto XVI esiste un problema povertà in Italia. La necessità di portare aiuto a quanti soffrono per le ingiustizie e la povertà di cui soffrono tante persone nel mondo deve però avvenire – ha precisato - nel rispetto delle leggi sia all'interno dello Stato che nei confronti di chi arriva. La vera «grave emergenza» per papa Ratzinger è quella educativa che riguarda le giovani generazioni causata «dal relativismo pervasivo e aggressivo della cultura contemporanea». A questo proposito la Chiesa, per bocca sua, ha ribadito la richiesta allo Stato italiano a finanziare le scuole cattoliche. «In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo- ha detto -non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all`impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico».
l'Unita
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Francis*PAC
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