MILANO - Un appello e un impegno. Nel tanto atteso messaggio in video di Gianfranco Fini, postato in Rete poco dopo le 19 (ma inizialmente previsto per le 15), il presidente della Camera interviene sulla vicenda della casa a Montecarlo e si rivolge in primis a «chi alimenta il gioco al massacro»: « Si fermi - chiede Fini - pensando allo spettacolo che stiamo dando al Paese, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi». In nove minuti (leggi il testo integrale) il numero uno di Montecitorio fornisce al sua verità sull'immobile nel Principato, a qualche ore di distanza dalle dichiarazioni dell'avvocato Renato Ellero, che ha affermato che la casa di Montecarlo è di un suo cliente e non del cognato di Fini. Il presidente della Camera ammette di non sapere a chi, di fatto, appartenga l'immobile ma assicura: «Se dovesse emergere con certezza che Giancarlo Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la presidenza della Camera». Il cofondatore del Pdl ne farebbe in quel caso una questione di «etica pubblica». Pur ammettendo, infatti, che «a Montecarlo le off shore sono la regola e non l'eccezione», è chiaro - aggiunge il presidente della Camera - che non ho né denaro, né barche né ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse».
«FACCENDIERI PROFESSIONISTI» - L'ex leader di An ammette di doversi rimproverare «una certa ingenuità» ma dà per certo che «non è stato commesso alcun tipo di reato». Non solo. Dietro l'affaire Montecarlo, secondo il presidente della Camera, non si sono mossi gli 007. Fini, insomma difende l'operato dei servizi segreti, rinnova la sua piena fiducia in Gianni Letta e Gianni De Gennaro, ma denuncia le «pagine oscure» legate alle inchieste giornalistiche sulla casa di Montecarlo e il ruolo giocato da «faccendieri professionisti a spasso nel Centro America da settimane». A questo proposito si chiede anche: «Chi paga le spese?».
«LA LEGISLATURA DEVE CONTINUARE» - Montecarlo a parte, il leader di Montecitorio si mostra convinto del fatto che «gli italiani si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi che sono tanti e per rendere migliore la loro vita. Mi auguro - spiega Fini - che tutti a partire dal presidente del Consiglio siano dello stesso avviso, se così non sarà gli italiani sapranno giudicare e per quel che mi riguarda io ho la coscienza a posto».
METODO BOFFO - Il presidente della Camera comunque non risparmia stoccate al premier, parlando ad esempio di un «giornale della famiglia Berlusconi» che gli chiedeva «di rientrare nei ranghi se non volevo che spuntasse qualche dossier» o di un «metodo Boffo» che qualcuno «auspicava» nei suoi confronti o, infine, di una espulsione del Pdl «dopo un'ossessiva campagna» nei suoi confronti. A più riprese, poi, l'ex numero uno di An rimarca la sua onestà e la paragona a quella degli «altri» che lo attaccano. E ricorda che «in 27 di Parlamento e in 20 anni di guida del partito» non è stato mai raggiunto da avvisi di garanzia».
SITI IN TILT - Il videomessaggio del presidente della Camera in Rete ha creato non poco clamore. Sabato mattina sono diventati inaccessibili i siti delle associazioni vicine al presidente della Camera, che dovevano trasmettere l'intervento. La pubblicazione è stata annunciata su GenerazioneItalia.it, FareFuturo.it, Secoloditalia.it e Libertiamo.it: tutti e quattro sono andati in tilt probabilmente a causa dei troppi contatti. Libertiamo.it (sito dell'associazione presieduta da Benedetto Della Vedova) aveva pubblicato una nota tecnica per i lettori: «A causa del grande numero di visitatori il sito non è raggiungibile. Il video del presidente Fini sarà disponibile sul canale YouTube». Quindi riportava la «clamorosa rivelazione di un legale vicentino
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