L'esultanza di Vucinic (Ap/Borgia)
ROMA-INTER - La sfida dell'Olimpico ha mantenuto la tradizione della rivalità tra Inter e Roma che sta caratterizzando il calcio italiano degli ultimi anni: equilibrio, tensione, emozioni. Inter più continua e pericolosa nel primo tempo, Roma meglio nella prima parte della ripresa, poi di nuovo Inter. Quando ormai la gara sembrava avviata a uno 0-0 comunque divertente (una traversa di Stankovic e una grande occasione per Borriello le azioni più importanti) il montenegrino, entrato al posto di Totti - che peraltro ha lasciato il campo evidentemente seccato, senza salutare Ranieri - ha girato di testa un cross di De Rossi da destra e leggermente deviato da Cordoba. A quel punto, mancava solo un minuto alla fine e per l'Inter, che pure aveva finito in crescendo dopo essere andata in difficoltà all'inizio della ripresa, è stato impossibile recuperare. I nerazzurri si fermano a quota 10 in classifica, il Milan sale a 8 mentre la Roma si gode la prima vittoria della stagione, che la porta a quota 5. «Un gol che vale tanto sia per me che per la squadra - ha spiegato Vucinic al termine della gara -. La cosa grande sono tutti questi tifosi che sono venuti a sostenerci nonostante siamo partiti male, e poi contro una squadra forte come l'Inter. Con questo gol ho pareggiato lo sbaglio che ho fatto nella Supercoppa quando ho offerto l'assist a Pandev per il pareggio». Ovviamente meno soddisfatto l'allenatore dell'Inter Rafa Benitez, anche lui protagonista di un «dibattito» con un suo calciatore. Nel secondo tempo Chivu è andato platealmente a lamentarsi con la panchina per la scarsa copertura sulla sua fascia da parte dei compagni. «Se non corrono io esco», ha gridato il romeno. Benitez ha spiegato che nell'intervallo alla quadra aveva parlato proprio di questo, chiedendo evidentemente ad alcuni giocatori un atteggiamento diverso. A proposito di Chivu, da notare che nella Roma rientrava Riise, reduce da una commozione cerebrale. Anche lui, col caschetto protettivo in testa. Benitez ha poi spiegato la sconfitta: «Alla fine della partita ci vuole più intensità: abbiamo lasciato crossare De Rossi e invece dovevamo attaccare la palla. Il problema non è il gol subito alla fine, ma il fatto che con 15 tiri in porta un gol dobbiamo farlo. Abbiamo avuto tante situazioni per fare gol e non siamo stati abbastanza concreti. Contro il Bari mercoledì avevamo fatto una partita di grande intensità, giocare ogni tre giorni non è facile, nel finale eravamo un po' stanchi». Per Ranieri, invece, la Roma non è guarita ma «ha preso una medicina importante. È stata una sofferenza, perché vedere come la squadra si stava impegnando senza ottenere il risultato mi dava un grande dispiacere». E sull'uscita di Totti: «Sono azzardi che fa un allenatore. Francesco stava giocando bene, ma ho messo un giocatore che poteva mettere in difficoltà Lucio che non stava benissimo. È normalissimo che un ragazzo ci rimanga male quando viene sostituito». Quando ha visto il cartello luminoso, Totti ha preso la via degli spogliatoi, senza salutare Stankovic che da dietro lo chiamava per dargli la mano e senza salutare Chivu che timidamente, capendo il momento, aveva accennato un passo verso di lui. Il numero 10 a testa bassa e passo spedito non è passato neanche per la panchina e ha imboccato le scalette. Subito sotto la doccia, ha aspettato il fischio finale e, saputo che non era all'antidoping, ha lasciato l'Olimpico, prima che i compagni - rimasti a festeggiare sul campo - rientrassero negli spogliatoi.
MILAN-GENOA - Ancora lui, sempre lui. Ci vuole un gol di Zlatan Ibrahimovic perché il Milan batta
Ibra festeggiato dai compagni (Ap/Bruno)
il Genoa a San Siro. Lo svedese ha segnato alla sua maniera, allungando il piedone su un lancio di Pirlo che gli incerti Ranocchia e Dainelli del Genoa lasciano rimbalzare: e Ibra li beffa anticipando con un pallonetto il portiere rossoblù Edoardo. La rete al 4' del secondo tempo, dopo che nei primi 45' i rossoneri avevano rischiato di subire due volte un gol dagli ospiti. Prima Abbiati ha deviato sul palo un cross di Palacio, poi ha salvato al 45' su un colpo di testa di Chico. Dopo il vantaggio, però, il Milan non ha faticato troppo a controllare la gara e anzi è andato vicino al raddoppio con Flamini nel finale, quando il Genoa era molto sbilanciato in avanti alla ricerca del pareggio. È provato ma soddisfatto Zlatan Ibrahimovic: «Sono stanco, però si devono fare sacrifici per vincere - le parole di Ibrahimovic ai microfoni di Sky -. Era una partita importante, tutti hanno lavorato alla grande, adesso è un momento in cui anche se tutto è facile diventa difficile, ma l'importante è vincere. Questo Milan - ha aggiunto - non dipende da un solo giocatore, siamo 11 in campo, 5 fuori e altri 5 che non sono in squadra per il momento. Dipende da tutti, tutti lavoriamo insieme e andiamo avanti, perché se noi lavoriamo e stiamo concentrati non sono preoccupato. Nelle ultime partite non abbiamo avuto fortuna, ma oggi è andata bene, anche se alla fine è stata un po' difficile. L'Inter? Noi dobbiamo pensare a noi - ha concluso Ibrahimovic - cosa fanno gli altri non mi preoccupa, se noi facciamo il nostro lavoro arriviamo primi».
Pastore, sempre più convincente con il Palermo
LE PARTITE DI OGGI - Le due matricole migliori, almeno in questa prima fase iniziale di campionato, tenteranno di rimanere nelle zone alte della classifica. Il Brescia sarà impegnato sul campo del Bari: i pugliesi sono reduci dal sonoro ko contro l'Inter e vorranno rifarsi subito. Ma la squadra di Iachini ha dimostrato di poter dare fastidio a chiunque. Soprattutto grazie al trio Diamanti-Eder-Caracciolo. Il Chievo, dopo aver espugnato il San Paolo, ospita invece la Lazio, che mercoledì aveva bloccato il Milan all'Olimpico. La Fiorentina, piuttosto deludente finora (solo due pareggi in quattro partite), ha assolutamente bisogno dei tre punti: al Franchi arriva il Parma. Cesena e Napoli sono entrambe reduci da una sconfitta: la squadra di Ficcadenti e quella di Mazzarri puntano al bottino pieno per non perdere contatto con le zone nobili della classifica. L'Udinese, in campo a Genova contro la Sampdoria, deve invece assolutamente cancellare lo zero in classifica. Impegni casalinghi per le siciliane: il Catania affronta il Bologna, il Palermo di Pastore ospita il Lecce.
JUVENTUS-CAGLIARI - Stasera, poi, torna in campo la Juventus. La squadra di Delneri, già a 6 lunghezze di distanza dall'Inter, riceve il Cagliari (ore 20.45). Il tecnico bianconero dovrebbe cambiare qualcosa in attacco: a riposo uno tra Del Piero e Quagliarella, potrebbe giocare Iaquinta dal primo minuto. Centrocampo confermato nonostante le difficoltà dimostrate contro il Palermo: Aquilani, del resto, non sembra ancora in grado di caricarsi la squadra sulle spalle. Il presidente, Andrea Agnelli, prova intanto a dare una scossa all'ambiente, e lo fa al termine del Cda che si è svolto nel cantiere del nuovo stadio: «Il presente è come me lo aspettavo, ci vorrà del tempo, ci sono ancora errori di gioventù, perché una rosa giovane non può anche essere esperta. La qualità dell'organico, però, non può essere messo in discussione. Questa - conclude Agnelli - è una squadra che può battere tutti e che può competere con tutti»
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