giovedì 21 agosto 2008

Biografia del giorno: Piero Martinetti

Giorno per giorno i profili di star, miti e personaggi famosi che si sono meritati un posto nella nostra storia oggi: 21/08/08 » S. Pio
Homepage
 
Piero Martinetti 21 agosto 1872
23 marzo 1943
La posizione dell'intelletto

Piero Martinetti
Il filosofo Pier Federico Giuseppe Celestino Mario Martinetti nasce a Pont-Canavese (in provincia di Torino), cittadina della valli francoprovenzali nota per i suoi monasteri, il giorno 21 agosto 1872. Primo di cinque fratelli, il futuro professore nasce dall'avvocato Francesco Martinetti, fervente anticlericale proveniente da una famiglia notarile, e da Rosalia Bertogliatti. Piero studia al liceo di Ivrea poi prosegue gli studi all'Università di Torino, dove consegue la laurea in Filosofia nel 1893 con una tesi su "Il Sistema Sankhya", pubblicata nel 1897 e vincitrice del Premio Gautieri dell'Accademia delle Scienze di Torino.
Dopo un soggiorno presso l'Università di Lipsia inizia ad insegnare filosofia nei licei di Avellino, Vigevano e Ivrea.

Piero Martinetti pubblica nel 1902 la prima parte, monumentale, di "Introduzione alla metafisica", saggio che gli frutterà le cattedre di filosofia teoretica e morale all'Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove rimarrà a lungo dal 1906 al 1931.

Nel 1926 Martinetti è presidente del VI Congresso Nazionale di Filosofia, evento che però si chiude dopo solo due giorni a causa di agitatori politici fascisti e cattolici, tra cui Padre Agostino Gemelli, fondatore e rettore dell'Università Cattolica.

Alla fine del 1931 Balbino Giuliano, ministro dell'educazione, impone ai professori universitari il Giuramento di fedeltà al Fascismo: Martinetti è uno dei dodici a rifiutare fin dal primo momento. Dal periodo successivo e fino alla morte Martinetti si dedicherà unicamente agli studi personali di filosofia, ritirandosi nella villa di Spineto di Castellamonte. Traduce i suoi classici preferiti (Kant e Schopenhauer), dopo "Introduzione alla metafisica" e "La libertà" (1928), ultima la trilogia con "Gesù Cristo e il cristianesimo" (1934).

Per sospetta connivenza con gli attivisti antifascisti di "Giustizia e Libertà", movimento politico fondato a Parigi nel 1929 da un gruppo di esuli antifascisti, Martinetti viene arrestato e detenuto per cinque giorni, dal 15 al 20 maggio 1935.
All'inizio del mese di dicembre del 1937 i suoi scritti "Gesù Cristo e il cristianesimo", "Il Vangelo" e "Ragione e fede" vengono messi all'indice dei libri proibiti della Chiesa cattolica.

Oltre alle riflessioni religiose di Martinetti, importanti sono quelle sulla natura di cui ci rimane traccia nei saggi "La psiche degli animali" e "Pietà per gli animali": il filosofo in queste opere sostiene che agli animali, così come gli esseri umani, possiedono intelletto e coscienza; secondo il suo pensiero l'etica non deve limitarsi alla regolazione dei rapporti fra esseri umani, deve bensì estendersi a ricercare benessere e felicità anche per tutte quelle forme di vita provviste di un cervello (senzienti) che come l'uomo sono in grado di provare gioia e dolore. Martinetti cita le prove di intelligenza che sanno dare animali come cani e cavalli, ma anche la stupefacente capacità organizzativa delle formiche e di altri piccoli insetti, che l'uomo ha il dovere di rispettare, prestando attenzione a non distruggere ciò che la natura costruisce.

Malato, la sua salute nel 1941 peggiora a causa dell'arteriosclerosi: Piero Martinetti muore il 23 marzo 1943 presso l'ospedale di Cuorgnè, dopo aver disposto che nessun prete intervenisse con alcun segno sul suo corpo. Le sue ceneri riposano nel cimitero di Castellamonte.

Di lui Norberto Bobbio dirà: "La saggezza di Martinetti si espresse in queste tre direzioni: nel disprezzo del rumore mondano, nella comunione religiosa colle cose dell'universo, nel silenzioso esercizio della meditazione interiore".

La biblioteca personale, fra le più consistenti e preziose del tempo con i suoi 9000 volumi, viene conferita nel 1955 alla "Fondazione Piero Martinetti per gli studi di storia filosofica e religiosa" di Torino ed è oggi custodita nel palazzo del Rettorato dell'Università di Torino, presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia.

«Ho sempre diretto la mia attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza e non ho mai preso in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste esigenze a direttive di qualsivoglia genere. Così ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere nella vita, è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora con il giuramento che mi è richiesto, io verrei a smentire queste mie convinzioni, ed a smentire con esse tutta la mia vita.»
«Il multiforme complesso delle attività umane non può costituire, se è vero che il mondo dell'esperienza deve essere riducibile ad un sistema intelligibile, una molteplicità disgregata di attività isolate, ma deve costituire uno svolgimento unico e continuo, un sistema in cui le attività stesse si concatenano e si dispongono secondo una gradazione di valore determinata dal loro rispettivo rapporto con quell'attività che costituisce il valore supremo, il fine di tutto il sistema.»
«Che cosa sono io? Che cosa è la realtà che mi circonda? Quale è il mio destino? In che modo io debbo agire? Gli uomini sono più metafisici di quello che pensano: soltanto sono tali senza saperlo.»
«Lo stesso movente che sospinge l'uomo all'acquisizione delle conoscenze singole crea l'irresistibile tendenza di ogni intelletto umano ad organizzare il complesso delle sue conoscenze in un'intuizione propria del mondo, a concepire il complesso dell'esistenza secondo certi principi e ad orientare su di essi la propria vita. Questo movente è l'interesse pratico della vita, l'aspirazione indelebile dello spirito umano a concepire ed a realizzare l'esistenza nella sua forma più vera e più alta.»
«L'incertezza e la riserva della filosofia non sono che l'espressione di quello spirito eminentemente critico che costituisce il vero spirito filosofico.»
«Noi non abbiamo altra base obiettiva del conoscere che l'esperienza; e non abbiamo altra via di progredire nel conoscere, partendo dall'esperienza, che la sua elaborazione formale.»
«Il punto di partenza non può essere preso in altro che nel fatto immediatamente dato dell'esperienza, nella certezza immediata, intuitiva dell'essere della coscienza. Il principio che io esisto come coscienza è la verità fondamentale e prima del pensiero.»
«Se io faccio astrazione da tutto ciò di cui il mio io è conscio, ossia del contenuto obbiettivo della mia coscienza, scompare anche il mio io individuale: tolta la coscienza dei miei singoli pensieri, è tolto anche l'io che in me pensa.»
«Non trovo in me altro che sensazioni, pensieri, volontà particolari e passeggere: l'io uno ed identico che sembra essere dappertutto non si trova in realtà in nessuna parte.»
«L'Unità divina è presente in ogni creatura come la realtà ed il valore supremo verso il quale ogni cosa tende.»
Vuoi annullare l'iscrizione?
Clicca qui

Accorcia i tuoi URL: URLin.it

Newsletter: Una biografia al giorno
Per annullare l'iscrizione visita: http://biografie.studenti.it/logon.htm
Accorcia i tuoi URL: URLin.it
Biografieonline.it ©2003-2008 - vietata ogni riproduzione - Creative Commons License - termini di utilizzo - credits - Frasi celebri - Banche italiane - Ricette - Urlin.it

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails