venerdì 10 ottobre 2008

Non passa il decreto sui rifiuti, norme troppo rigide; Il premier Silvio Berlusconi, subito dopo l'intervento di Matteoli, uno dei piu' critici al decreto

Non passa il decreto sui rifiuti, norme troppo rigide

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Non passa in Consiglio dei ministri il nuovo decreto legge sull'emergenza in Campania, che avrebbe dovuto rappresentare un ulteriore giro di vite nei confronti di chi, enti pubblici, singoli cittadini o imprese, non rispetta gli obblighi per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti: i ministri di An e della Lega in particolare, ma anche qualcuno in Forza Italia, hanno sollevato diverse perplessita' sul provvedimento predisposto dagli uffici del sottosegretario Guido Bertolaso, incassando al termine della riunione il rinvio dell'approvazione al Cdm in programma la prossima settimana, dopo la riscrittura di alcuni articoli. Il testo contiene "norme troppo rigide - ha sintetizzato un ministro - tra l'altro fatte soltanto per il territorio campano".

La riunione di Napoli sarebbe stata su questo punto piuttosto animata, anche se fonti di governo sottolineano che l'impostazione di base del decreto e' stata condivisa da tutti.

Il premier Silvio Berlusconi, subito dopo l'intervento di Matteoli, uno dei piu' critici al decreto, per far capire che il clima all'interno della maggioranza non era teso, avrebbe detto che quelle del ministro delle Infrastrutture erano "osservazioni giuste". Aggiungendo che "questo decreto e' apertissimo a cambiamenti". E' ovvio comunque che Berlusconi, e Bertolaso, sarebbero voluti uscire dal Cdm con l'approvazione del decreto. Non solo per dare un segnale forte a chi non rispetta le regole, ma anche perche' il testo del provvedimento
arrivato oggi in Consiglio - fanno notare fonti governative - era stato visionato dagli uffici legislativi di tutti i ministeri interessati e le obiezioni che erano state sollevate erano state inserite nel provvedimento.

Il titolare delle Infrastrutture, inoltre, avrebbe espresso dubbi sull'opportunita' di punire con sanzioni di tipo penale chi inquina, chiedendo di sostituirle con sanzioni amministrative. E diversi hanno fatto presente che proprio l'articolo contenente l'inasprimento delle pene andava modificato, tanto che si e' deciso di riscriverlo completamente.

Dal canto suo, il ministro dell'Interno Maroni non ha espresso riserve sulle pene ma, appoggiato da alcuni colleghi, avrebbe posto due questioni: la prima che il commissariamento dei comuni inadempienti non dovrebbe toccare al Cdm (come avviene per i comuni sciolti per mafia) ma al suo ministero; la seconda che un simile provvedimento non puo' riguardare soltanto i comuni campani ma tutto il territorio italiano.
  
Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo avrebbe invece puntato il dito contro le sanzioni troppo pesanti previste per i writers (multe fino a 30mila euro e reclusione) imponendo una riflessione e ottenendo dai colleghi il via libera sulla necessita' di non penalizzare troppo il movimento.

Ma sullo stop al decreto, si apprende da fonti governative, avrebbe inciso anche la posizione di soggetti non presenti in Consiglio dei ministri ma ben  appresentati: primi tra tutti i sindaci campani e le imprese, colpiti entrambi dal provvedimento. In conferenza stampa, il premier ha comunque rassicurato che "non c'e' alcun pericolo di tornare alla situazione precedente" e che il decreto "sara' pronto la prossima settimana", confermando che resteranno nel testo sia il commissariamento dei comuni inadempienti sia le sanzioni penali per chi sporca le strade. "Lo dobbiamo fare - ha detto - e' cosi' in tutti i paesi occidentali e anche in quelli orientali. Dobbiamo uscire da questa maledetta abitudine di considerare le strade delle discariche".

Rainews24

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