MOSCA - Qualcuno ha salvato il soldato Anna. Bruciata come spia un po' troppo maldestra in una delle operazioni più umilianti degli ultimi anni per i servizi segreti russi, la rossa più popolare del paese ha trovato la sua nuova strada. Il riciclaggio, sapientemente gestito dagli uomini dell'ex Kgb, prevede adesso per lei, a 38 anni, una nuova e finalmente brillante carriera nel mondo patinato della moda e dello spettacolo dove già gira un nuovo nome di battaglia: non più "Anna la Rossa" ma "Il nostro agente 90-60-90".
La consacrazione ufficiale del nuovo ruolo dell'ex spia è arrivata venerdì sera in uno dei club più esclusivi di Mosca dove la signora Anna Chapman, nata Kushchenko, ha presenziato da assoluta protagonista alla festa dedicata alle cento donne più affascinanti di Russia. Aderentissimo vestito rosso sangue, sguardo di ghiaccio, flute di champagne svogliatamente tenuto con due dita, è arrivata a tarda sera con due vistosi body guard al seguito, giusto in tempo per sentire di essere stata inserita dalla giuria tra le bellissime modelle, attrici e varie star del cinema e della televisione.
Le cento bellezze non sono state ordinate in una classifica di merito ma Anna ha comunque vinto la serata, a giudicare dalle fotografie apparse su tutti i giornali, i servizi televisivi e le valanghe di commenti entusiastici su radio e blog. Per rendere ancora più trionfale la performance Anna ci ha messo del suo lanciando sguardi assassini al suo accompagnatore Ilija Bezuglij, giovane e miliardario editore di Maksim russo, la rivista che organizzava la manifestazione. Allusioni a un presunto flirt tra i due sono già tra le righe dei giornali e promettono di alimentare ancora per molto il filone Anna sulle riviste di gossip che in Russia godono ancora di un grande successo di pubblico.
Svolta assicurata dunque. Niente male se si pensa che appena l'8 luglio scorso Anna la Rossa era diventata il simbolo di un clamoroso fallimento dell'intelligence russa. Deportata dagli Stati Uniti dove era stata beccata dalla Cia insieme ad altri nove colleghi che costituivano con lei una rete di infiltrati intenzionati a carpire non meglio definite informazioni segrete. E scambiata con un rituale da Guerra fredda con quattro russi in carcere a Mosca per spionaggio verso gli Stati Uniti.
Un colpo all'immagine dei servizi segreti che il premier Putin, fiero del suo passato da agente segreto, ha vissuto quasi come una questione personale. Prima, in agosto, ha fatto una teatrale visita ai dieci agenti rinchiusi come da protocollo in una sorta di quarantena nei boschi vicino Mosca. Una serata tra compagni d'arme finita con vodka e canti patriottici che servì al premier per descrivere i dieci come degli eroi e per tessere le lodi della "vita da spia". Poi l'ordine preciso di riciclare le spie in maniera soddisfacente per tutti. Un modo per far sapere che fare la spia comunque conviene. E per contrastare la crisi di vocazioni che sta facendo crollare le domande di arruolamento.
Ai nove uomini della banda "americana" sono stati garantiti fondi e favori per costruirsi agiate esistenze da neo ricchi. Per Anna la Rossa è stata scelta la strada più brillante. Già qualche settimana fa ha posato languidamente sexy per la rivista maschile Zhara che ha stabilito il record delle sue tirature. Ma anche lì è scoppiato un piccolo caso. Anna ha lasciato che un sito internet mandasse in onda un video del backstage che è risultato ancora più sexy e provocante delle foto di Zhara. Immagini del video rubato sono finite sulle riviste concorrenti. Qualcuno a Zhara si è indignato e ha parlato di spionaggio. Del resto anni e anni di corsi presso la scuola speciale dell'Fsb, devono pure aver insegnato qualcosa.
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