domenica 29 aprile 2012

Il segreto per non invecchiare: diventare mamma dopo i 40 anni


"Sono suoi questi bambini?" mi dice una signora anziana mentre siamo in fila davanti al bancone dell'alimentari. "Sì certo" rispondo a fatica immaginando già dove vuole andare a parare. "Beh – replica lei guardando estasiata i miei gemellini che divorano una pizzetta – li ha fatti tardi ma le sono venuti proprio bene!".

Rimango sempre esterrefatta dalla facilità con cui le persone si permettono di dare giudizi su noi mamme quarantenni (o giù di lì) mentre raramente lo fanno con i papà maturi. La cosa mi infastidisce non poco, esattamente quanto i titoli sulle mamme/nonne e i luoghi comuni sui figli cercati a tutti i costi per "insano egoismo". E' come se non si volesse accettare un dato di fatto che mi sembra ormai incontrovertibile: le donne di 40 anni fanno figli e possono essere ottime madri, esattamente quanto le altre.  La buona notizia è che finalmente qualcuno se ne sta accorgendo.

L'altro giorno il britannico The Times ha dedicato un'intera pagina a:"Il segreto per non invecchiare: un bambino dopo i quarant'anni". L'articolo sottolinea che di solito si tende a parlare delle gravidanze nelle donne più grandi solo in termini negativi senza notare quello che c'è di positivo nell'avere un figlio quando l'orologio biologico è quasi arrivato al capolinea: "Le mamme più giovani devono attraversare un campo minato dalle aspettative per decidere se e quando  avere un bambino – è la tesi di Andrea Cornwall, professore di antropologia e sviluppo all'Università del Sussex -. E quando alla fine fanno il grande passo devono dividersi tra carriera e la cura dei piccoli covando un risentimento per il fatto che le tanto decantate relazioni alla pari vengono logorate dai salari diversi, dall'impari lavoro domestico e dalla poca stima di sé. Invece la maternità può essere una nuova e soddisfacente direzione dopo anni nel mondo del lavoro con una carriera avviata e sicura".

Non so se sono totalmente d'accordo con il professor Cornwall. Anche noi mamme quarantenni siamo delle acrobate che cercano di trovare ogni giorno la quadratura del cerchio tra lavoro, cura dei figli e tempo per sé e per la coppia. Di certo ci sentiamo molto fortunate perché siamo riuscite ad avere la  gioia più grande quando ormai disperavamo e, per questo, siamo felici a prescindere. E non v'è dubbio che avere un concentrato di energia di pochi anni che ti corre per casa mantenga giovane sia il corpo che la mente perché ti obbliga a un discreto esercizio fisico e ti consente di avere uno sguardo fresco sul mondo.

Il punto, però, non è se avere un figlio tardi sia o meno un elisir di giovinezza ma accettare il fatto che ognuno/a ha i suoi tempi, che la vita si è allungata, che non sempre il grande amore si incontra a venti anni. Conosco tante donne come me, non siamo delle mosche bianche, basta andare in un asilo per rendersene conto. E poi ogni medaglia ha il suo rovescio. Io ho avuto una mamma ventenne e nei suoi occhi ho sempre letto il rimpianto per la giovinezza spensierata che non aveva avuto. "Ballavo l'Alli Galli con te sul fianco" mi raccontava. Oppure: "Quando ti ho portato a casa dalla clinica e ho capito che saresti dipesa da me 24 su 24 mi è preso il panico". E lo capisco. Quando di anni ne hai il doppio sei meno irrequieta, più saggia e valuti le cose con la leggerezza che l'esperienza ti consente. E questo può essere un grande vantaggio sia per le madri che per i figli.

 

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