domenica 8 giugno 2008

Così Carla Bruni la first lady sta salvando Nikola Sarkozy | Il filosofo Ferry avvertì Nicolas: "Non potrai più fare a meno di lei" | la Repubblica

Sei mesi dopo il primo incontro con il presidente
la Bruni è diventata la carta vincente del marito

Così Carla la first lady
sta salvando Sarkozy

Il filosofo Ferry avvertì Nicolas: "Non potrai più fare a meno di lei"
I settimanali anche di sinistra non le risparmiano ritratti edificanti
di BERNARDO VALLI


<b>Così Carla la first lady<br/>sta salvando Sarkozy</b>

Calra Bruni
e Nicolas Sarkozy

PARIGI - Adesso, sei mesi dopo il primo incontro con Nicolas Sarkozy, diventata nel frattempo first lady di Francia, Carla Bruni ha un importante ruolo nell'operazione recupero della perduta popolarità presidenziale. Non un ruolo politico. La politica non la riguarda. Contano l'idea che nel frattempo i francesi si sono fatti di lei e l'influenza che ha sul consorte. Per questo i collaboratori di Nicolas Sarkozy puntano anche su di lei per ritrovare i consensi smarriti nell'ultimo anno, dopo la trionfale elezione della primavera 2007.

L'ex modella ha avuto una parte determinante nel cambiamento di stile presidenziale. Le viene riconosciuto il merito di avere reso più pacati, più sobri, controllati i comportamenti del capo dello Stato, E quindi di averne migliorato l'immagine. Nel Palazzo dell'Eliseo si considera Carla Bruni una carta da giocare ("l'atout Carla") per recuperare appunto l'opinione pubblica contrariata dagli eccessi di Nicolas Sarkozy.

L'operazione recupero dei consensi perduti si articola ovviamente in iniziative politiche essenziali: dai viaggi del Presidente in provincia e dalle visite nelle fabbriche per sollecitare le classi popolari allontanatesi dalla destra nelle recenti elezioni municipali; alle riunioni già avviate da mesi, sempre dal Presidente, con gli intellettuali; a un'accelerazione delle riforme promesse già in corso e da fare; ai provvedimenti economici tesi ad aumentare un potere d'acquisto che stagna.

Queste sono le cose, sommariamente elencate, che contano. Ma fino a poche settimane fa era tutt'altro che evidente pensare anche a Carla Bruni come a un elemento capace di contribuire al miglioramento di un'immagine presidenziale deteriorata.
Certo non lo si poteva immaginare a metà novembre quando cominciò la storia. Una storia iniziata male. Non per gli amanti ai loro primi approcci, ma agli occhi della Francia avida di novità, tutt'altro che bacchettona, e al tempo stesso ancorata alle tradizioni.

La vicenda suscitava curiosità, divertiva la società parigina, ma rendeva perplessa il resto del Paese. Più che uno scandalo al vertice della Quinta Repubblica, era un'agitata telenovela sentimentale con forti conseguenze per l'immagine del presidente che ne era il protagonista.

La storia non poteva che accelerare il crollo dei consensi, già provocato dalle difficoltà politiche ed economiche, e dai comportamenti sconcertanti del neo Capo dello Stato, pronto a mettere in piazza la sua vita privata e incapace di controllare il carattere collerico. "Sparisci povero imbecille", aveva detto a denti stretti a un visitatore del Salone dell'Agricoltura colpevole di avere manifestato la sua scarsa simpatia. E a un pescatore bretone, che l'aveva preso a partito, aveva ribadito come un ragazzaccio: "Vieni qui se ne hai il coraggio".

L'abbandono della moglie Cécilia, baciata in pubblico poche settimane prima, durante la cerimonia di investitura, e il successivo affrettato divorzio, avevano dato l'impressione di un insanabile disordine nella vita del presidente-monarca della Quinta Repubblica. La nuova precipitosa avventura con l'ex modella, della quale non mancano i nudi negli archivi fotografici di mezzo mondo, non potevano rassicurare l'opinione pubblica.

Oggi i settimanali, anche di sinistra, non le risparmiano i ritratti edificanti. Le sue impertinenze, il sofisticato candore delle sue battute, hanno successo. Le Nouvel Observateur titola "SOS-Carla", come se Nicolas chiedesse a Carla di salvarlo dall'impopolarità. E lei viene descritta come una moglie che consolida lentamente le sue posizioni e le impone, regolando le cene ufficiali, scegliendo spesso gli ospiti, e decidendo con cura gli spostamenti. Non andrà a Pechino in occasione delle Olimpiadi, per evitare di reclamare il boicottaggio della cerimonia d'apertura, come fa sua sorella Valeria, la regista. Ma andrà a Tokyo e in Israele con suo marito.

In fondo la vera "apertura" Nicolas Sarkozy l'ha fatta sposando una moglie di sinistra. Una gauche caviar, come si diceva un tempo. Radical-chic. Ma anche una sinistra fatta di principi ereditati dalla famiglia piemontese, miliardaria e intellettuale. Per questo, spiega Carla Bruni, alle ultime elezioni presidenziali francesi (alle quali non ha votato essendo italiana) si considerò, più che sentirsi, in favore di Ségolène Royal, anche se non le era simpatica. Era un istinto dettato dalla tradizione familiare.

Oggi però non ha dubbi, pensa che Sarkozy abbia "cinque cervelli", tanto è prodigiosa la sua memoria e la capacità di interessarsi a più cose nello stesso momento. Forse è sempre l'istinto ereditata dalla famiglia che la far star male il fatto che Silvio Berlusconi sia stato eletto. Trova strano che la chiamino "presidentessa". Forse chiamano violinista chi vive con un violinista? Lei sa parlare con i giornalisti. Sa manovrare i fotografi. Come mannequin e come cantante tratta con loro da vent'anni. E' più abile di suo marito.

Ha parlato a lungo con gli autori di un libro che racconta la sua vicenda con Nicolas Sarkozy (Yves Azéroual e Valérie Benaim, "Carla et Nicolas, la veritable histoire", Editions du Moment) senza chiedere di vedere quel che avrebbero pubblicato. Si è fidata. Si possono cosi leggere tante indiscrezioni, che sono tali soltanto per i comuni cittadini. Non per la società parigina. Ad esempio che alla cena gaglioffa, quella del primo incontro, organizzata da un celebre esperto di pubblicità, c'erano due ex amanti di Carla Bruni. E che uno dei due, il filosofo Luc Ferry, fu invitato il giorno dopo all'Eliseo da Nicola Sarkozy che voleva sapere qualcosa su quella donna di cui era già innamorato. E il filosofo disse: "Non fidarti. Non obbligatoriamente per quel che si dice di lei. E' vero che ha uno spirito libero, come noi due, ma è un donna che ha dei valori. E' una ragazza bene".

Il "non fidarti" rivolto al presidente significava: stai attento perché rischi di non poter più fare a meno di lei. E' infatti stato cosi. Il ritratto che si ricava dal libro è quello di una donna libera e intelligente. Ed anche presa dal marito-presidente.

Un settimanale (Le Point) ricorre a una storica, Simone Bertière, autrice di "Marie Antoinette, l'insoumise", una biografia della regina austriaca di Francia finita sulla ghigliottina parigina, per interpretare il personaggio Carla Bruni. Sarkozy, dice la storica, ha fortemente personalizzato la funzione presidenziale e gli ha dato un'impronta moderna, ma anche disordinata. La sua nuova moglie è arrivata in un momento cruciale e ha dovuto inventare uno stile adeguato. Il suo passato di star del show-business sembrava un handicap. Ma la sua pratica dei mass media l'ha aiutata.

Come piacere senza urtare un'opinione pubblica divisa? Con abilità e apparente disinvoltura ha saputo conciliare novità e tradizione. Si è richiamata alla situazione attuale della donna, vale a dire si è mantenuta autonoma e responsabile, e ha conservato una sua indipendenza. Carla Bruni vive infatti nella dimora parigina di sua proprietà, vicino a Auteuil, dove la raggiunge Nicola Sarkozy. Solo ogni tanto si sposta all'Eliseo.

Ed è a casa sua che prepara le canzoni, delle quali si aspetta un album in luglio. Dopo il matrimonio l'opinione pubblica si è rivelata più favorevole. Ma Carla Bruni ha cominciato ad esercitare un certo fascino dopo la visita a corte, durante il viaggio a Londra, quando ha dimostrato di sapersi comportare vicino ai reali d'Inghilterra "con elegante semplicità". E allora molti francesi hanno capito, secondo la storica di Maria Antonietta, che l'ex modella era in grado di dare al marito la compostezza, la sobrietà che prima gli mancava. La storia é comunque soltanto all'inizio.

la Repubblica


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