lunedì 16 giugno 2008

Daniela Cott, 16 anni, argentina, era una «cartonera» La favola: dalla bidonville a top model Stefano Montefiori, corriere.it

La favola: dalla bidonville a top model

Daniela Cott, 16 anni, argentina, era una «cartonera»



Daniela Cott, 16 anni, ha sfilato a Praga nella finale del concorso Elite Model Look 2008. Eleganza naturale, passo deciso, gambe lunghe e figura molto esile come purtroppo è necessario. La sua magrezza per una volta non è frutto dell'ossessione della taglia, ma di un metabolismo educato da anni di fame vera, quando all'uscita di scuola rovistava nei bidoni di spazzatura di Buenos Aires e la sera, tornata nella baracca che condivideva con gli otto fratelli, spesso non aveva niente da mangiare. A 13 anni Daniela era una cartonera, una dei 10 mila poveri della metropoli argentina che riescono a guadagnare pochi dollari alla settimana accumulando pezzi di cartone, bottiglie di plastica e lattine raccolti cercando a mani nude nei rifiuti dei quartieri ricchi. Un lavoro che era stato proibito per legge dalla giunta militare negli anni Settanta, e che il governo è stato costretto a rendere di nuovo lecito nel 2002 all'epoca del crollo economico e della nuova povertà della classe media. Da allora l'Argentina ha saputo riprendersi, ma esiste ancora un treno speciale che ogni giorno porta i disperati dalle bidonville al centro di Buenos Aires.

Una sera dell'aprile 2005, Daniela aveva le mani immerse in una pattumiera del quartiere chic di Palermo quando sentì parole sconosciute: «Non dovresti ridurti a cercare nella spazzatura, una bella ragazza come te dovrebbe fare la modella». Era Marina Gonzalez Winkler, una stilista che da giorni aveva notato Daniela. La invitò a casa sua, le fece indossare due vestiti per scoprire che, come era prevedibile, li indossava a meraviglia, e le fece promettere che si sarebbe lasciata fotografare. Le foto vennero mostrate a Ricardo Pineiro, dirigente di un'agenzia dimodelle di Buenos Aires, per finire poi all'agenzia Elite, la stessa della connazionale Valeria Mazza, di Naomi Campbell, Gisele Bundchen. Daniela Cott comincia la carriera, porta a casa i primi soldi (800 pesos per la pubblicità di un negozio di vestiti», e nel novembre 2007 vince il concorso per rappresentare l'Argentina alla finale di Praga del 21 aprile scorso. «Il passato di Daniela non ha pesato sul voto dei giudici—ha detto al Wall Street Journal l'organizzatore Salvador Jaef —. Daniela ha l'atteggiamento giusto e carisma personale». A febbraio ha accettato 4400 dollari per comparire in una trasmissione tv in Spagna.

Oggi l'agenzia la considera una delle prossime stelle del mondo della moda, il personaggio perfetto per alimentare il sogno di molte adolescenti, l'incontro casuale, l'essere notate per caso per strada o in un aeroporto da un talent scout con lo straordinario potere di cambiare loro la vita con pochi scatti. Per il momento Daniela Cott vive ancora con la sua famiglia nella casa un po' pericolante di Villa Caraza, alla periferia della capitale, ma nessuno in famiglia soffre più la fame. Del passato di cartonera porta ancora i segni, molto tangibili, sulle mani, che abilmente riesce a non mettere in evidenza in passerella: nonostante i trattamenti e le cure dermatologiche , sono ancora sfigurate da tagli, cicatrici e ustioni provocate dalla sua precedente attività. Una volta dovette correre dalla sua benefattrice Marina perché un pezzo di vetro le era entrato nella carne della mano. In attesa di partecipare a campagne planetarie e contro l'Aids o la fame nel mondo o le pellicce, per adesso Danielamilita perché le autorità di Buenos Aires forniscano guanti di gomma a tutti i cercatori di rifiuti della città.

Stefano Montefiori / Corriere.it

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