martedì 17 giugno 2008

Il sociologo Dal Lago:: "I soldati? Una risata li seppellirà", di Raffaele Niri, la Repubblica

"I soldati per le strade? Una risata li seppellirà"

Il sociologo Dal Lago: noi siamo la città più sicura d´Italia... "L´esercito in salita Pollaioli, in piazza Fossatello o in vico dell´Amor Perfetto? Suvvia, è ridicolo"
di Raffaele Niri

«Siamo il Paese più sicuro d´Europa, lo dicono le indagini della Comunità Europea. Siamo la città più sicura d´Italia, lo dicono i dati del ministero dell´Interno. E dovremmo trovarci i soldati in piazza Fossatello, in salita Pollaioli, il vico dell´Amor Perfetto? Suvvia, è ridicolo. Anzi, è proprio questa la chiave di lettura: è talmente evidente il carattere buffonesco, cialtronesco, che dovrebbe bastare una risata per seppellire tutto. Invece, non la fa nessuno e nessuno risponde».

Alessandro Dal Lago è uno che Genova la conosce bene: docente di sociologia nella nostra università dal '93, già preside di Magistero, vive in Centro storico da quindici anni. Sul quotidiano il manifesto, proprio l´altro giorno, ha scritto un bellissimo fondo intitolato "Il razzismo de noantri".

Professor Dal Lago, cosa sta succedendo?
«Credo che le varie tessere del puzzle coincidano perfettamente e che il disegno che ne emerge sia molto chiaro. Dal momento in cui il nuovo governo è entrato in carica la persecuzione degli stranieri, dei migranti, dei rom e dei cittadini italiani sinti è divenuta ossessiva. Vedo - l´ho scritto, e non credo di essere il solo - una specie di sintonia, di coordinamento, tra il razzismo di strada e l´attivismo istituzionale».

Poi c´è la decisione di mettere l´esercito a controllare le strade.
«Ci arrivo. Da una parte abbiamo i controlli della polizia sui bus, gli sgomberi dei nomadi, i rastrellamenti di prostitute nelle città maggiori, la schedature dei sinti, decreti che attuano principi discriminatori e incostituzionali. Poi c´è la scelta di mettere i militati per le strade "ma solo per un anno", come si affrettano a spiegare i giornali. Ebbene, la risposta politica a questa tenaglia xenofoba è inesistente».

Butta tutti nello stesso calderone? Sinistra ormai extraparlamentare e Partito Democrtatico?
«Mi attengo ai fatti. La sinistra radicale sembra bombardata, ancora sotto choc per la batosta mentre l´opposizione, a parte dichiarazioni rituali, collabora con il governo. Ma ciò che appare inaudito è l´atteggiamento della stampa: i cosiddetti "giornali indipendenti" insistono sulla "insicurezza dei cittadini" mentre chi è veramente minacciato lo è in base alla propria origine. Ricorda niente? I giornali riportano gli episodi di razzismo con un tono noncurante, sbarazzino, allegro. Sempre che ne parlino perché, spesso, preferiscono occuparsi del matrimonio di Briatore e della crisi della Nazionale».

Lei, sul manifesto, ha usato un concetto pesante: clima fascistoide.
«Purtroppo, confermo. Persecuzioni promosse dalle istituzioni in un quadro formalmente democratico e che forse resterà tale rappresentano una svolta fascistoide. Ma è ancora peggio: che le istituzioni perseguitino nomadi e "diversi" con l´appoggio dell´opinione pubblica è un´aggravante. Spero veramente che non sia già passata, ma se questa logica trionfa allora tutto diventa possibile. A me paiono scene già viste».

La prossima mossa quale sarà?
«Ad un certo punto si cambierà tema, ma intanto la persecuzione continuerà in forme meno appariscenti. Ma, comunque, sempre disumane: nomadi cacciati, i piccoli sinti espulsi dalle scuole (anche in questo caso: ricorda niente?). E poi donne perseguitate sui marciapiedi, gli africani che annegano: e questa l´Italia che volevamo?».

Torniamo all´esercito per le strade: la proposta del governo è stata accolta con molta freddezza dai sindaci e a Genova in maniera particolare.
«Genova in qualche modo è un caso a parte, la gente è abituata a convivere, le etnie si mescolano e basta un giro di un attimo nei vicoli per vederlo. E non a caso la Lega, qui, non riesce a sfondare. Ma il discorso è nazionale: Berlusconi deve togliere l´attenzione dai problemi veri - crisi economica, Alitalia, rifiuti - e punta tutto sulla "sicurezza". E i pochi che parlano di svolta fascistoide vengono guardati come se fossero pazzi».

la Repubblica.it

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