venerdì 20 giugno 2008

Lotta al neo populismo Il Cainano è solo il massimo esponente

Lotta al neo populismo
Il Cainano è solo il massimo esponente

Che fare?  Il Cainano è solo il massimo esponente di un movimento politico che forse non sa neanche di esistere: il neo populismo all'italiana: una versione della democrazia oligarchica, irrispettosa delle istituzioni e della legalità, che antepone il risultato elettorale perfino al Parlamento svuotandolo di significato.

Che fare dopo l'ennesima umiliazione della democrazia italiana da parte del populismo berlusconiano? Mandare giù il rospo come in passato e ritornare ad ammiccare oppure riprendere l'antiberlusconismo vecchia maniera? Nessuna delle due. Permettere che dopo l'ennesima porcata fatta nel bel mezzo delle ipocrite aperture al dialogo, il governo possa giovarsi di una opposizione disciplinata e costruttiva come nelle democrazie mature è un boomerang. In questo modo Berlusconi riuscirebbe a concretizzare qualche risultato, oltre alle sue porcate, per poi scatenare la propaganda per dimostrare che aveva ragione lui. Dall'altra parte, fermarsi all'antiberlusconismo vecchia maniera si è dimostrato non essere sufficiente soprattutto se a farlo sono i vecchi dinosauri della classe dirigente di centrosinstra corresponsabili di aver avvallato in passato tutta la via crucis ad personam. Corresponsabili nell'aver resuscitato il Cainano quando era politicamente morto. Responsabili di una politica talmente fallimentare da aver permesso al populismo di riconquistare il paese. (A tal proposito devono continuare le indagini per scoprire cosa la classe dirigente del centrosinistra ha ottenuto dal Cainano in cambio del suo sdoganamento. D'Alema, Violante e gli altri devono sputare il rospo).

Per fermare il Cainano la battaglia deve essere invece rivolta al fenomeno del populismo berlusconiano e cioè a quella sottocultura responsabile della deriva democratica in atto. Il Cainano è solo il massimo esponente di un movimento politico che forse non sa neanche di esistere: il neo populismo all'italiana appunto (anche se in sud America e in altre parti del mondo ci sono casi simili). Il neo populismo è una versione della democrazia oligarchica, irrispettosa delle istituzioni e della legalità, che antepone il risultato elettorale perfino al Parlamento svuotandolo di significato. E' una democrazia verticistica, allergica al rispetto del gioco democratico e delle regole anche costituzionali che si è data. Una democrazia dove il potere esecutivo in mano ad un leader forte schiaccia gli altri poteri dello Stato. Il populismo nasce dalla deriva commercialista della società, dall'atomizzazione e dalla perdita di collante e fiducia. Esso si alimenta con il dilagare della disillusione verso la politica e le istituzioni tradizionali e con l'egoismo e la mentalità fai da te che ne deriva. Il populismo è espressione di una sorta di menefreghismo combattivo, di arroganza miope e faziosa ipocriticamente travestita da politica ma che in realtà cela misere ambizioni di cortile e desiderio di prevaricazione. Diversamente da quanto prevede una democrazia sana, il populismo non vive di dialogo ma di scontro. Essendo privo di contenuti collettivi e di spinte ideali, esso regge finchè c'è lotta contro un avversario. Con tale caratteristiche di superficialità e vuoto sostanziale di spessore politico, il populismo è un movimento debole e che dipende dalla sopravvivenza del suo leader.

Ora, il populismo italiota c'era prima e ci sarà dopo il Cainano, lui, grazie alla sua armata mediatica ed economica lo ha solo organizzato e portato al potere più rapidamente imponendosi sui partiti tradizionali allo sbando. Per questo, detronizzare il Cainano è certamente utile ma non basta, ci vuole una battaglia politica per la democrazia e la legalità che impedisca il dilagare nella società delle derive anti democratiche portate dal neo populismo. Una politica di sensibilizzazione, di difesa delle istituzioni e dei traguardi raggiunti dalle democrazie moderne. Ma questo non vuol dire conservatorismo, significa invece contrapporre un cambiamento intelligente e lungimirante ispirato al miglioramento e non all'accantonamento del gioco democratico. Il punto è che la classe dirigente che dovrebbe svolgere tale battaglia, cosi come i loro contenitori, non sono più credibili. Se la classe dirigente di centrosinistra fosse stata all'altezza della situazione non saremmo arrivati a questo punto. Per questo, una lotta al Cainano e al populismo fatta ad esempio da D'Alema oltre ad essere inutile è dannosa perchè non fa che alimentare paradossalmente l'esasperazione popolare e quindi il fenomeno populista. La battaglia può essere combattuta solo unendo le forze politiche, istituzionali e della società civile al di fuori degli schemi tradizionali e affidandosi alla nuova generazione. Alle nuove logiche, ai nuovi linguaggi, alle nuove culture esistenti ma castrate da una partitocrazia invedente ed ottusa. Una battaglia che parta dal basso e che strappi in profondità le radici populiste attraverso la forza di una politica sociale, partecipata, innovativa e sensibilmente democratica avulsa ai cainani sparsi per il mondo.

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