domenica 31 ottobre 2010

Susan Boyle: "Perseguitata dai bulli a 17 anni ho pensato di ammazzarmi"

La chiamavano "la Sempliciotta", ora è un'icona culturale: «Sono una
combattente e lo dimostro»

Una vita travagliata travolta da un successo inaspettato: è la storia di Susan
Boyle, il talento rivelazione dell'edizione 2009 di Britain's Got Talent che ha
toccato il cuore degli spettatori inglesi con la sua voce soave, l'aspetto un
po' «vecchio style» e un passato che commuove. Seguitissima su tutti i media
fin dal suo exploit sul palco del reality, la 49 enne di umili origini, figlia
di un minatore veterano della seconda guerra mondiale e di una stenografa
irlandese, continua a stupire con le sue rivelazioni choc.

Nell'intervista concessa a News of the World ha rivelato di essere stata
vittima del bullismo e di aver considerato l'ipotesi del suicidio durante la
sua adolescenza. «A 17 anni ho pensato di fare qualcosa di orribile – ha
detto – ero una persona danneggiata psicologicamente e ho dovuto chiedere aiuto
ad un terapeuta». Un sostegno che ha aiutato Susan ad andare avanti nonostante
tutto, che le ha ridonato la fiducia in se stessa per non mollare e infine
riuscire a realizzare il suo sogno. «Non è un segno di debolezza, non bisogna
averne vergogna». «Ero la mira di un gruppo di ragazzine della peggior specie,
quelle che ti logorano mentalmente, mi chiamavano "Susan the Simple" – ha
ancora raccontato ripensando alla dolorosa esperienza giovanile che l'ha
segnata profondamente -. E' questa la più brutta forma di teppismo».

La dichiarazione giunge pochi giorni dopo il lancio della sua recente
autobiografia The Woman I Was Born To Be e la performance dell'artista davanti
a Benedetto XVI a Londra. Nel libro è la stessa Boyle - ultima di 8 figli - a
rivelare dettagli della sua vita a partire dalla gravidanza a rischio della
madre, già anziana. Se avesse dato ascolto ai medici che le consigliavano di
abortire, oggi mancherebbe una delle voci più belle nel panorama musicale
internazionale, come dichiarato dai giudici del programma. Ha salvato la
cantante solo la fede cattolica del genitore che non ha rinunciato a proseguire
la maternità.

«Appena nata i dottori mi guardarono in modo sprezzante, dal momento che
sospettavano avessi avuto danni celebrali a causa di una mancata ossigenazione
del cervello. Così dissero a mia madre: "Doveva darci ascolto, adesso dovrà
accettare il fatto che Susan non diventerà mai niente di buono"». La «rivincita
del brutto anatroccolo» che ha venduto 9 milioni di dischi in sei settimane è
ormai storia. Il fenomenale successo su Internet e la simpatia che la Boyle ha
riscosso da parte di milioni di persone l'hanno trasformata in breve tempo in
un'icona culturale. «Quello che i medici non sapevano è che io sono una sorta
di combattente e che durante tutta la mia vita ho cercato di dimostrare loro
che avevano torto».

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