lunedì 4 agosto 2008

Al Colosseo striscione "Free Roma". Turisti e cittadini divisi

Al Colosseo striscione "Free Roma". Turisti e cittadini divisi

RAZZISMO/FASCISMO/TOTALITARISMO
Italia al bivio


Soldato italiano vicino
a S. Giovani

ROMA (4 agosto) - Cittadini divisi sull'opportunità della presenza militare. C'è chi parla di operazione «ridicola», chi invece è soddisfatto e si sente «più sicuro». Mentre a Milano i militanti di An distribuiscono braccialetti tricolore per dare il benvenuto ai militari, nella capitale compare uno striscione con la scritta «Free Roma», striscione appeso a Ponte pedonale di via Annibaldi di fronte al Colosseo per protestare contro la presenza dei militari. Iniziative del genere erano state annunciate dai collettivi giovanili contro la precarietà.

C'è stupore tra i turisti che visitano Roma davanti ai militari appena arrivati in città. «Sembra di assistere a un teatro di guerra che mi ricorda tempi tristi e lontani», dice un turista inglese di 70 anni a san Giovanni in Laterano, dove da oggi è presente una camionetta di parà della Folgore.
L'utilizzo dei soldati, argomenta l'uomo, è «una forma repressiva che aumenta i timori dei cittadini, la maggior parte dei quali, per fortuna, non sa cosa sia la guerra». Non è dello stesso avviso sua moglie, che afferma che provvedimenti del genere «rendono più tranquille le vacanze per noi turisti che possiamo visitare Roma senza la paura di essere aggrediti, anche se la presenza dei militari non è un bel vedere». Un giovane americano aggiunge: «Non sono scene che si vedono tutti i giorni. Ho letto dei problemi italiani su microcriminalità e rom e forse l'impiego delle forze armate è un male necessario».

Roma: «Speriamo che le cose cambino». Alla stazione della metropolitana capitolina di Anagnina, presidiata dalle 7 di questa mattina dai militari, Rosa, una donna che usa la metropolitana per andare a lavorare, dice: «Era ora, vi stavamo aspettando: mi sento più sicura, gli zingari non proveranno più a rubarmi la borsa o il portafogli». Non tutti i pendolari sono però convinti che questa operazione porti a risultati concreti. Francesco, impiegato in uno studio legale, osserva: «Speriamo che serva a qualcosa. Questa mattina i tanti nomadi che di solito stazionano qua fuori non ci sono: questo è già un segnale incoraggiante». Si definisce invece «scettico» Mario, un pensionato: «In tanti anni ne ho viste di iniziative di questo genere: nei primi giorni sembra che le cose cambino ma con il passare del tempo tutto tornerà come prima».

«È ridicolo». «È una cosa ridicola. Sembra di essere in un regime militare: Roma come il Cile». Un gruppo di autisti della società Tevere, che si occupa delle tratte extraurbane di Roma, quelle più frequentate dagli immigrati, aspetta il suo turno al capolinea della stazione Mattia Battistini e guarda la jeep dell'Esercito parcheggiata a pochi metri. «L'utilizzo delle forze armate è un segnale di debolezza per uno Stato democratico - afferma un conducente - Ai tempi delle Brigate Rosse aveva senso utilizzare l'esercito, ma oggi è inutile e crea solo paura tra i cittadini». Gli fa eco un collega, per il quale «le decisioni di emergenza non sono mai efficaci, bisognerebbe lavorare giorno per giorno».

Milano: «C'è troppa delinquenza, sì a militari». Sono in grande maggioranza favorevoli i primi commenti all'utilizzo dei militari in servizi di pattugliamento per la sicurezza in alcune delle zone milanesi più a rischio. Alla stazione centrale, spesso teatro di rapine, furti e anche violenze nonostante i continui arresti, Laura, commessa di un negozio di bigiotteria e articoli da regalo, dice: «Sì, sì sono favorevole all'uso dei militari. C'è troppa delinquenza, io la settimana scorsa ho subito un furto e una mia collega è stata quasi rapinata. Non si fa niente per risolvere il problema e poi chi viene preso viene subito rilasciato. Quindi bene a far scendere in campo l'esercito». La pensa in modo identico Giovanni, commerciante della zona: «Più personale vuol dire più sicurezza, quindi penso sia giusto provare. Poi si potrà verificare se è servito, comunque per me va bene portarlo avanti». Opinione divergente, invece, quella di Sabrina Crani, una signora che uscendo dall'ufficio postale situato davanti alla Stazione Centrale osserva: «Penso che l'esercito debba essere usato per questioni militari e non civili». Tutti favorevoli i negozianti e chi abita in via Padova dove più volte la gente è scesa in strada per chiedere più sicurezza: baristi, fioraio, passanti e anche un immigrato regolare si sono detti, in sintesi, «molto contenti» dell'arrivo dell'esercito.

An consegna braccialetti tricolore. Nel capoluogo lombardo i militanti di An e di Azione Giovane con un gazebo in piazza San Carlo hanno distribuito ai cittadini duemila braccaletti tricolore e un volantino di benvenuto per i 424 militari inviati a Milano con su scritto «benvenuti ragazzi! Accogliamoli con il braccialetto tricolore».

Messaggero

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