mercoledì 13 gennaio 2010

Catastrofe ad Haiti

La terra trema ad Haiti la notte tra martedì e mercoledì in Italia. Uno sciame
sismico con una punta di magnitudo 7, che ha devastato provocando morte e
distruzione.

Si temono migliaia di morti a Haiti per il devastante terremoto
che questa notte ha fatto tremare il Paese e'piu' povero dell'emisfero
occidentale. Nella capitale Port-au-Prince, dove moltissimi edifici sono stati
rasi al suolo ed e' completamente saltata la corrente elettrica, si
segnalano i
primi saccheggi: un supermercato e' stato assaltatato nella notte. Intanto si
e' appreso che il presidente Rene' Preval e la moglie "sono vivi e stanno
bene", nonostante i danni al palazzo presidenziale. A riferirlo e' stato
l'ambasciatore haitiano in Messico, Robert Manuel, che ha
parlato di "enorme
catastrofe".

COLPITO IL QUARTIER GENERALE DELL'ONU. Gravi i danni alla
missione dell'Onu a Haiti (Minustah),
quartier generale della forza di
stabilizzazione delle Nazioni Unite. Gli abitanti stanno scavando con le mani
tra le macerie in cerca di susperstiti. A Petionville, un sobborgo della
capitale, e' crollato un edificio di tre piani. Crollato anche un ospedale
della capitale.

L'epicentro del sisma, che si e' prodotto alle 22.53 ora
italiana, seguito da altre otto scosse, si trova a una ventina di chilometri da
Port-Au-Prince, sulla terraferma dell'isola e a una profondita' di appena 10
chilometri. Un allarme tsunami e' stato lanciato per tutta l'area delle
Antille, ma e' poi rientrato. La seconda scossa, di magnitudo 5.9, e' stata
registrata con epicentro molto vicino a quello della prima. La terza e' stata
di magnitudo 5.5. La prima scossa si e' verificata alle 16:53 locali (le 22:53
italiane), le successive si sono verificate alle 17:00 e alle 17:12. Nel giro
di tre ore circa le scosse sono state in tutto nove.
Il terremoto ha scosso
tutta l'area dei Caraibi ed e' stato avvertito con molta intensita' anche
nella Repubblica Dominicana, che condivide l'isola con Haiti

ITALIANI AD
HAITI. Gli italiani presenti a Haiti sono circa 190 e al momento non si ha
notizia che alcuno di loro sia rimasto coinvolto nel terremoto che ha devastato
il Paese. Lo ha riferito il capo dell'Unita' di crisi della Farnesina, Fabrizio
Romano, intervenendo a Radio anch'io."Al momento non
risultano connazionali
coinvolti ma la mancanza di informazioni non vuol dire che non ce ne siano", ha
avvertito Romano. Il capo dell'Unita' di crisi ha spiegato che gli italiani
residenti a Haiti sono 180 a cui se ne aggiunge una decina che ha segnalato la
propria presenza a "Dove siamo nel mondo".

TRE OSPEDALI DISTRUTTI. Tre dei
quattro ospedali di Port-au-Prince sono crollati per il devastante terremoto
che ieri sera ha investito l'isola caraibica di Haiti. L'unico ancora attivo
non accetta piu' feriti perche' e' ormai al collasso per l'altissimo numero di
persone ricoverato. Lo ha
detto a SkyTg24, Massimo Barra, presidente della
Croce Rossa Italiana e numero due della Croce Rossa Internazionale.

I
TESTIMONI. "Ero in strada in macchina, stavo guidando e ho sentito la prima
scossa, ho cercato di raggiungere la radio dove lavoro. Poi sono tornato in
strada e, a piedi, ho cercato di trovare mia figlia. In strada ho visto molte
persone scappare, molti edifici crollare e travolgere le persone. C'e' tanta
gente sotto le macerie. Ora e' tutto distrutto, le linee telefoniche sono
interrotte. Tutto, tranne Skype, e' interrotto". E' la testimonianza di un
giornalista di Haiti, raccolta da Sky Tg 24. "Ora la gente cerca di aiutarsi,
sono tutti in strada. Ci sono tanti feriti, bambini che piangono e cercano i
loro genitori, adulti che cercano aiuto. Ma le strade sono distrutte, non ci
sono soccorsi e non si riesce a contattare le autorita', la viabilita' e'
impossibile e non c'e' modo di far arrivare gli aiuti. Ho sentito che un
ospedale qui e' crollato, e' molto difficile che le persone ferite possano
essere raggiunte dai Medici", prosegue la testimonianza del giornalista di
Haiti.
"Non so dove andare a dormire stanotte, non c'e' elettricita' in citta',
le comunicazioni sono interrotte. Non si possono chiedere soccorsi".
"Si
sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi e' rimasto sotto e i parenti
sono impazienti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e
continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma questa
notte e' veramente nera per tutti noi". Lo ha detto, via chat su Skype,
Fiammetta Cappellini dell'Avsi, che si trova a Port-au-Prince.

AIUTI
INTERNAZIONALI. Gli Stati Uniti stanno inviando gli aiuti. "Siamo pronti a
inviare mezzi civili e militari per aiutare le persone colpite dal disastro -
ha spiegato la Clinton -. Siamo inoltre pronti a mandare la assistenza
umanitaria necessaria". Oltre che dagli Usa, anche da Italia, Francia, Canada
sono stati annunciati aiuti e soccorsi a destinazione Port-au-Prince. Sul
fronte Onu, il portavoce dell'Uffico per il coordinamento delle questioni
umanitarie (Ocha), Stephanie Bunker, ha indicato che l'organizzazione ha
diramato un messaggio di allerta a tutti gli uffici nel mondo per preparare una
mobilitazione massima dei soccorsi a destinazione Haiti.

L'INTERVENTO
DELL'ITALIA - Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, ha spiegato
che l'italia "non lesinerà sforzi per essere in concreto vicina alla
popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell'area del
terremoto".

L'APPELLO DEL PAPA. Il Papa lancia un appello per Haiti, al
termine dell'udienza generale.
"Mi appello alla generosita' di tutti - ha detto
il Papa - affinche' non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che
vivono un momento di necessita' e di dolore, la nostra concreta solidarieta' e
il fattivo sostegno della comunita' internazionale". Il pontefice ha anche
assicurato l'impegno in questo senso della chiesa cattolica.

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