martedì 16 novembre 2010

Berlusconi in Parlamento fra un mese "Camera e Senato voteranno insieme" Il capo dello Stato Napolitano con i presidenti di Senato e Camera

Napolitano riceve Fini e Schifani:
"Il 13 dicembre il premier in Aula,
il 14 le due mozioni alle Camere".
Ma il risultato di Palazzo Madama
si saprà prima. Barsani all'attacco:
"Hanno preso 15 giorni di troppo"
ROMA
Martedì 14 dicembre per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà un
vero e proprio "D day". I presidenti di Senato e Camera hanno trovato
l'accordo: il premier nella mattinata del 13 dicembre si recherà a palazzo
Madama per le comunicazioni del governo, mentre nel pomeriggio a Montecitorio
inizierà la dicussione sulla mozione di sfiducia presentata dal Pd e Idv. Il
giorno dopo, appunto il 14, le due assemblee saranno chiamate a votare,
determinando così quale sarà il destino dell'esecutivo.

Nella stessa giornata potrebbe arrivare anche la pronuncia della Corte
costituzionale sulla legge sul legittimo impedimento, che di fatto ha portato
alla sospensione dei processi che coinvolgono il presidente del Consiglio.
Schifani e Fini sono stato ricevuti oggi dal Capo dello Stato Napolitano. I
presidenti dei due rami del Parlamento hanno concordato che il Senato
concluderà l'esame della legge di stabilità entro la prima decade di dicembre.
La mattina del giorno 13 si svolgeranno al Senato le annunciate comunicazioni
del governo. Sempre il 13 nel pomeriggio alla Camera, si svolgerà il dibattito
sulla mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv. Il giorno successivo avranno
luogo le relative votazioni. Ma è evidente che il risultato del voto di palazzo
Madama sarà recedente a quello di Montecitorio, essendo l'assemblea di senatori
la metà di quella dei deputati con tempi di votazione e proclamazione del
risultato assai diversi.

Bersani va all'attacco e accusa il governo di aver calendarizzando il voto di
fiducia in Parlamento per prendere altro tempo e fare ancora melina. Al termine
dell'incontro con le parti sociali all'ex Acquario romano, il segretario del Pd
è stato netto: «Il governo si è preso 15 giorni di troppo, non capisco perchè».
Bersani ha ribadito che l'unica via è quella di un governo di transizione «che
possa fare la legge elettorale nuova e affrontare la crisi. Fuori da questa
strada non ci sono soluzioni positive».

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