domenica 14 novembre 2010

Primo discorso San Suu Kyi: "Non perdete la speranza" l'appello: "Lavoriamo per la democrazia"

Dopo aver incontrato ambasciatori asiatici e occidentali, la leader birmana ha
parlato alla folla in attesa nella sede del suo partito, la Lega nazionale per
la democrazia: "Accetterò che il popolo mi controlli. Ora dovete resistere per
quello che è giusto"

San Suu Kyi: "Non perdete la speranza" l'appello: "Lavoriamo per la
democrazia" La leader democratica Aung San Suu Kyi


RANGOON - Il suo primo discorso da donna libera Aung San Suu Kyi ha deciso di
farlo nella sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, nel
piccolo edificio fatiscente che ospita la sede della Lnd. Ad attenderla c'erano
migliaia di persone, fermi e pronti ad ascoltare le prime parole che avrebbe
pronunciato dopo la liberazione di ieri 1 effettuata dalla giunta militare.

Tanti erano - alcune stime parlano di 40 mila persone - che San Suu Kyi ha
avuto addirittura problemi ad uscire dall'auto a causa della folla 2 che
accompagnava la vettura. E nella sede del partito anche una trentina
ambasciatori asiatici e occidentali aspettavano di poter parlare con lei. Di
nuovo leader politica. Di nuovo in grado di parlare e lottare per la
democrazia. Una voce unica.

3"Se vogliamo ottenere quello che vogliamo dobbiamo farlo nel modo giusto", ha
cominciato a dire il premio Nobel per la pace. E per fare un passo alla volta,
alla base "della libertà democratica c'è la libertà di parola - ha aggiunto -.
E anche se penso di sapere cosa volete, vi chiedo di dirmelo voi stessi.
Insieme, decideremo quello che vogliamo, e per ottenerlo dobbiamo agire nel
modo giusto. Non c'è motivo di scoraggiarsi".

Vestita di blu con un fiore giallo 4 tra i capelli San Suu Kyi ha parlato ai
suoi sostenitori in attesa da sette anni. "Non perdete la speranza", ha
esortato. "C'è democrazia quando il popolo controlla il governo. Accetterò che
il popolo mi controlli", ha aggiunto precisando: "Dovete resistere per quello
che è giusto". L'icona della dissidenza ha bisogno del popolo e ha detto di
"non temere le responsabilità", aggiungendo di "avere bisogno dell'energia
della popolazione" e che ha intenzione di lavorare "per migliorare il livello
di vita" in Birmania.

Senza vendetta, senza rivendicazioni per la prigionia degli ultimi 15 anni,
senza rabbia. La lotta per la democrazia deve partire coerente e lucida. "Gli
ufficiali della sicurezza mi hanno trattato bene - ha tranquillazto le folla -.
Voglio chiedere loro di trattare bene anche il popolo", ha aggiunto. Ma "se il
popolo vuole veramente la revoca delle sanzioni internazionali contro la
Birmania, ne terrò conto".

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