Nella passione per il paracadutismo - spiega - «l'adrenalina non c'entra». «È la sensazione di libertà e di contatto con la natura a renderti felice, e noi facevamo quel che ci rendeva felici: era un altro modo per stare insieme - racconta - il volo all'inizio era una cosa mia, gliel'ho attaccata io, ma non mi sento in colpa. Perchè era bello. Invece di passare il tempo seduti al ristorante, o a comprare vestiti, noi saltavamo. Insieme... Il cielo per me è quello che per Pietro erano i cavalli». «Oggi non posso tornare, per Sophie - aggiunge - adesso devo pensare solo a lei. Tanto, prima o poi, su ci ritorno. Il cielo fa parte di me». Per dire alla figlia che il padre era morto dice di aver chiesto l'aiuto di uno psicologo infantile il quale le ha spiegato che non bisogna nascondere nulla. «Le ho detto: 'Papà è mortò - racconta - Lei, anche se soffre, capisce tutto e sa quanto è amata. E sa che il papà ha lasciato tutto questo amore intorno a lei». L'attrice poi ha parole dure su quelli che definisce «finti amici» di Pietro, sbucati dal nulla dopo la morte. «Oltre alla violenza delle foto rubate, c'è stata quella di molti, che non ho visto una sola volta in otto anni insieme a Pietro, di cui non mi ha mai parlato, e che si sono precipitati in Tv a raccontare com'era - dice - Ma che ne sanno loro? Dei tempi del Grande Fratello era rimasto amico con Marina, e qualche volta avevamo visto Sergio. Loro sì che potevano parlare di Pietro. Ma gli altri?». (fonte Agi)
martedì 28 settembre 2010
Gossip: «Mai più paracadutismo, lo devo a Sophie Ma quando è morto Pietro era felice» Parla la compagna di Taricone: non so come vivrò ma non ho rimpianti. Era stato il cielo a farci ritrovare
MILANO - Kasia Smutniak spezza il silenzio di questi tre lunghi mesi senza Pietro Taricone. In un'intervista a Vanity Fair, l'attrice di origini polacche, madre della bambina di Taricone, Sophie, 6 anni, afferma che il compagno era in un momento molto felice della sua vita quando è morto. E racconta di avergli trasmesso la passione per il paracadutismo, sport che non praticherà più - assicura - per il bene della figlia. «In questi otto anni abbiamo fatto di tutto, ci siamo detti tutto - ricorda Kasia - avevamo litigato, ci eravamo lasciati, poi siamo tornati insieme. È stato proprio il paracadutismo a farci ritrovare. Noi ci siamo ritrovati, eravamo felici. Non potevamo darci più di così». «Non lo so come vivrò, ma almeno non ho rimpianti - aggiunge - Io so che in quel momento lui era felice... Prima di saltare mi ha mandato un bacio, facendo la faccia buffa, hanno riso tutti. Poi si è lanciato. Non si è reso conto di niente, è morto col sorriso in faccia. Io ero accanto a lui». «Se potessi scegliere un modo di morire, vorrei anch'io morire così: nel momento più felice della vita».
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