venerdì 16 luglio 2010

Trap e l'acqua santa, rosario di Maradona - Se sport e scaramanzia vanno a braccetto

L'ACQUA santa del Trap, il rosario di Maradona, il numero 11 di Gigi Riva, le mutande di Felipe Massa e i pantaloncini di Michael Jordan. Sport e scaramanzia sono sempre andati a braccetto e sempre ci andranno. Giocatori che prima di entrare in campo si fanno il segno della croce una o più volte, allenatori che escono per ultimi dal sottopassaggio (alcuni anche a partita in corso). E poi i presidenti, quelli che sentono in maniera così forte l'avvenimento da inventarsi i gesti più strani.

Trap e l'acqua santa, rosario di Maradona Se sport e scaramanzia vanno a braccetto

L'ACQUA DEL TRAP - Famosissima è diventata l'acqua benedetta che Giovanni Trapattoni mostrò in mondovisione durante il mondiale nippocoreano del 2002, dono di sua sorella suora che non riuscì però a limitare gli effetti nefasti della direzione di gara dell'arbitro Moreno. Se l'acqua santa non è servita a salvare il Trap, un altro oggetto religioso, il rosario, non ha portato fortuna a Diego Armando Maradona. Il ct dell'Argentina (che da giocatore quando entrava in campo aveva l'abitudine di calciare il pallone nella porta vuota) lo ha stretto nella mano durante l'ultimo mondiale, gli è andata bene fino a quando sulla sua strada non si è presentata la Germania. Fabio Capello, ct dell'Inghilterra, ha una vera e propria idiosincrasia per il numero 2 e quando, ai tempi in cui allenava il Real Madrid, gli assegnarono la tessera federale numero 22 ne chiese immediatamente il cambio. Raymond Domenech, ex ct della Francia, non compie un passo se prima non si consulta con il suo astrologo, chissà 
se anche prima di partire per il Sudafrica ci avrà fatto quattro chiacchiere. Freddo o caldo, inverno o primavera, Renzo Ulivieri quando sta in panchina non abbandona mai il suo cappotto (e una volta ha dovuto far ricorso alle cure del medico), da quando è alla guida del Napoli (città dove la scaramanzia è legge) Walter Mazzarri porta sempre sotto la giacca una camicia bianca.

IL NUMERO DI RIVA -
 Gigi Riva ha sempre maledetto il giorno in cui cambiò numero di maglia. Con l'11 dietro la maglia 'Rombo di tuono' ha vinto uno scudetto con il Cagliari e un Europeo con l'Italia. Nel 1967, in occasione di un Italia-Portogallo, lasciò il numero 11 per prendere la maglia numero 9: si ruppe una gamba e restò lontano per un po' dai campi di calcio. Dopo si riprese il suo vecchio numero.

I PRESIDENTI - Orfeo Pianelli, presidente del Torino, era convinto che il suo cappottone a righe portasse bene e nel 1976 decise di indossarlo in tutte le partite: sarà stato solo un caso, ma quell'anno il Toro vinse lo scudetto. Romeo Anconetani, invece, per aiutare il suo Pisa ad ogni partita spargeva il sale davanti alla porta e durante il ritiro prepartita metteva i peperoncini sotto al tavolo dei suoi giocatori. Costantino Rozzi, numero uno dell'Ascoli, indossava sempre calzini di colore rosso, Aldo Spinelli, presidente del Livorno, indossa sempre qualcosa di giallo (un k-way o un maglioncino) durante le partite della sua squadra. Giallo è anche il colore che Adriano Galliani, vicepresidente del Milan, sceglie per le sue cravatte.

NON SOLO CALCIO -
 Rafa Nadal, numero uno del tennis mondiale, ha i suoi particolari riti da compiere durante le partite. Le bottigliette dalle quali beve devono essere allineate e con le etichette rivolte verso il campo. Anche quando si prepara il tennista spagnolo cura ogni minimo particolare del suo abbigliamento: i calzini devono uscire dalle scarpe esattamente per 15 cm e lo sponsor deve essere parallelo al terreno di gioco. Dal tennis al basket, da un campione del presente a uno del passato. Michael Jordan è stato uno dei più forti giocatori del mondo, ha dato spettacolo sui campi della Nba e con la maglia dei Chicago Bulls ha vinto titoli su titolo. Quando giocava, però, Michael non dimenticava mai il suo passato e sotto il pantaloncino dei 'Tori' indossava sempre quello del suo vecchio college, North Carolina. Dai pantaloncini di Jordan alle mutande di Felipe Massa. Il pilota brasiliano della Ferrari (ma non solo lui si mormora nel circus) non cambia mai i suoi indumenti intimi se le prove del venerdì vanno bene, Valentino Rossi corre solo con il numero 46 e in gara porta con sè sempre una tartaruga ninja, Sebastian Vettel ha una moneta sempre nel taschino destro, il re del golf Tiger Woods, invece, quando scende sul green indossa sempre una maglia rossa. (14 luglio 2010)

di NICOLA APICELLA
 
Repubblica.it

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