sabato 4 dicembre 2010

Libero pubblica la "lista dei traditori" I finiani: "E' un'iniziativa inquietante"

ROMA
Quarantacinque foto, di cui quindici in prima pagina, e gli indirizzi di posta
elettronica (quelli della Camera), dei «traditori», come li definisce Libero,
che invita i lettori («scrivete ai ribaltonisti») a contattare quei deputati,
non solo di Futuro e libertà, che secondo il quotidiano diretto da Maurizio
Belpietro si apprestano a votare la sfiducia a Berlusconi.

«Letterina ai traditori» è il titolo dell'edizione di Libero questa mattina:
«Molti di voi erano perfetti sconosciuti, eletti solo perchè sulla scheda c'era
Berlusconi. Ora volete cacciare il premier e andare con la sinistra: i
cittadini vi puniranno». Ci sono Italo Bocchino e Giulia Bongiorno; Chiara
Moroni e Benedetto Della Vedova; Paolo Guzzanti e Giorgio La Malfa, Daniele
Toto e Catia Polidori, insieme ad altri deputati che Libero chiama
«voltagabbana».

«Dite che così vi mettiamo nel mirino, ci accusate di intimidazione e di usare
la carta stampata come un manganello? Dite quel che vi pare: a noi -scrive
Belpietro- importa un fico secco. La sola cosa che ci preme è far conoscere i
nomi e i volti di chi si appresta a tradire il mandato ricevuto dagli elettori.
Forse il 14 dicembre riuscirete a buttar giù il Cavaliere e anche a ottenere
uno strapuntino. Ma ora che vi hanno visto e conoscono la vostra mail, alle
prossime elezioni gli italiani si ricordeanno di voi».

L'iniziativa ha sucitato immediate polemiche. «Mancava solo l'indirizzo dell'
appartamento. E gli orari di entrata e uscita da casa. E qualche consiglio su
come "agire"...», commenta Antonio Rapisarda in un corsivo su Ffwebmagazine.
Un'iniziativa che, sottolinea l'esponente finiano, ha più che altro il sapore
del «manganello» «La scelta di Libero di pubblicare i volti e gli indirizzi di
posta elettronica dei deputati finiani - aggiunge - ha un obiettivo, a parole:
invitare gli elettori a 'manifestarè in caso di sfiducia la propria rabbia
contro questi. In realtà, la lista di proscrizione è bella e servita.
Presentata come letterina, ma inquietante come un avvertimento». «E che ciò
possa comportare qualcosa di "diverso" dalla semplice indignazione (magari il
gesto di qualche sconsiderato come è accaduto allo stesso Belpietro) al
direttore di Libero non sembra preoccupare più di tanto. In fondo - prosegue
Rapisarda - gettata la maschera, è questo il vero aspetto di un'intera classe
dirigente: l'arroganza mista all'incoscienza. Ma anche un disprezzo sempre più
malcelato per le istituzioni e per i contrappesi». E questo, si legge ancora,
«lo si è visto» anche con la risposta che Denis Verdini ha dato al presidente
della Repubblica.

«E cosa c'è di meglio - continua il corsivo - di una bella lista, con tanto di
facce, per addossare agli altri la promessa che si è disattesa?». «I risultati
di tutto questo? - prosegue - Una ragazzina aggredita in pieno centro a Roma
perchè sulla giacca ha una spilletta di 'Generazione Italià, un ex Pdl adesso
esponente di Fli picchiato a Riccione dai militanti del partito dell'Amore e in
generale un imbarbarimento del confronto politico che preoccupa categorie
produttive e partner internazionali. Che cosa dimostra? Che siamo dinanzi a un
potere in scadenza che si contorce nella stessa rete che ha creato e che, come
un grosso tonno in affanno, per la disperazione si agita e ferisce a morte
tutti gli altri pesci».

con lastampa.it

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