mercoledì 31 marzo 2010

Abbellisci la tua Quaresima con l’amore

"Quanto è splendido il digiuno
Che si adorna dell'amore
Spezza generoso il tuo pane con chi ha fame
Altrimenti il tuo non è digiuno, ma risparmio"

Con questo canto dal Vespro del martedì di Quaresima, la liturgia maronita, imbevuta della teologia dei padri siriaci, collega strettamente il digiuno e la Quaresima con la carità. In un tempo in cui il digiuno per tanti è di fatto una forma di dieta, la Chiesa che insegna tramite la liturgia ricorda che il digiuno cristiano è molto più dell'astinenza dai cibi.

L'apostolo Paolo non ha dubbi sul fatto che la carità sia la corona delle virtù cristiane, e un digiuno non abbellito dallo splendore della carità è vano. E l'apostolo Giovanni chiarisce che la pietra di paragone della vera carità è la praticità e la concretezza, perciò esorta: «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (1 Gv 3,18).

La povertà ha diversi volti, e madre Teresa, che era tanto familiare con la povertà e la fame materiale, ha affermato un giorno che nel mondo occidentale – dove la gente sembra più ricca – vi è una fame più grande e una povertà più grave di quella che si riscontra nelle viuzze di Calcutta: è la povertà spirituale, la mancanza di senso e l'indigenza di chi ha rinunciato al suo Signore, fonte, senso e fine della nostra esistenza.

Noi, nella redazione di ZENIT, cerchiamo di fare la nostra parte adoperandoci per questa carità, definita da Giovanni Paolo II la « diaconia della verità» (Fides et Ratio, 2).

Ad esempio, l'edizione araba di ZENIT offre un servizio unico al mondo, cercando di portare la parola di Cristo, e della Chiesa, con l'intento di far echeggiare anche nella lingua araba la Buona Novella che si rivolge fresca e vivificante anche all'uomo di oggi.

Trasmettiamo anche la parola dei fratelli cristiani delle altre denominazioni e di chi tra i fratelli musulmani crede che le religioni, malgrado le loro differenze, abbiano una «parola comune» da dirsi sull'amore di Dio e del prossimo.

Il nostro operato non è un semplice lavoro; è una missione di servizio che sgorga dalla nostra fede cristiana e dal nostro amore per l'uomo, per tutto l'uomo e per tutti gli uomini.

Cara lettrice, caro lettore, tu puoi partecipare con noi a stendere una mano d'aiuto a chi è assetato della parola di Cristo, a offrire quel bicchiere d'acqua fresca di cui parla Gesù a uno dei piccoli.

Siamo convinti che la nostra epoca rispecchi in modo speciale la profezia del profeta Amos: "Ecco, verranno giorni, - dice il Signore Dio - in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d'ascoltare la parola del Signore" (Am 8,11).

ZENIT si impegna a compiere quest'opera di "carità nella verità", e ha bisogno della tua comunione e del tuo aiuto!

Aiutare ZENIT è facilissimo, e non richiede necessariamente somme ingenti.

Se ognuno di noi offre di cuore "l'obolo della vedova", il nostro servizio potrà continuare a portare la Parola che decide ancora oggi di offrirsi umilmente nella povertà delle nostre parole.

Per donare puoi trovare tutte le indicazioni su:

http://www.zenit.org/italian/donazioni.html

Viviamo questa Quaresima di dono per sperimentare assieme la gioia doppia che il canto liturgico promette:
"A chi ha bisogno dona ciò che ti è avanzato
E sperimenterai la fecondità della Quaresima
Canta il digiuno con due bocche: Una bocca che digiuna!
E un'altra che gioisce grazie al tuo dono!"

Buon Triduo Santo.

Robert Cheaib,
ZENIT – edizione araba

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