venerdì 6 giugno 2008

Biografia di Joseph Alois Ratzinger Papa Benedetto XVI

Biografia di Joseph Alois Ratzinger

Papa Benedetto XVI


Santo Padre, cardinale, teologo, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Decano del Collegio Cardinalizio è nato a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau, in Germania, il 16 aprile 1927.

Benedetto XVI. Tutti i pezzi

Suo padre, di origini modeste, era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera. La madre, figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi. È al confine tra Austria e Germania, a Traunstein, che il giovane Joseph passa la sua infanzia e la successiva adolescenza, dove riceve la sua formazione cristiana, umana e culturale. A soli trenta chilometri da Salisburgo, Traunstein è una cittadina che sorge in un contesto che lo stesso Ratzinger definisce "mozartiano".

Durante la sua giovinezza, vive un periodo difficile a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Aiutato dalla fede e dall'educazione che gli ha dato la sua famiglia, riesce a superare il periodo del nazismo, che gli lascia, però, ricordi molto duri. Ratzinger ricorda infatti di aver assistito al bastona mento del suo parroco da parte dei nazisti prima della celebrazione della messa, oltre alla forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. È proprio a confronto con queste realtà forti che in Ratzinger sboccia la vocazione ecclesiastica. Verso la fine del conflitto, e quando le forze tedesche si trovano in difficoltà, Joseph è arruolato nei servizi ausiliari antiaerei. Secondo alcune fonti, Ratzinger sarebbe stato arruolato per legge nella Gioventù hitleriana, non volontariamente. Due anni dopo, però, avrebbe partecipato al programma Luftwaffenhelfer – personale di supporto alla Luftwaffe, la forza area tedesca – a Monaco. Sempre secondo queste fonti, avrebbe lavorato per un anno alle intercettazioni radiofoniche, per poi essere trasferito e incaricato allo scavo di trincee. Nel 1944, durante una marcia nelle città tedesche che avevano la funzione di sollevare il morale con canti nazionalsocialisti, Ratzinger avrebbe disertato e evitato la fucilazione grazie all'intervento di un sergente. Nell'aprile del 1945 Ratzinger passa alcune settimane di reclusione in un campo alleato vicino a Ulm, dal quale esce il 19 giugno 1945. Nella sua autobiografia, il papa ha scritto di non aver mai sparato un colpo o di aver preso parte a battaglie.

Terminata la guerra, si iscrive all'Università di Monaco e poi alla Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga, per studiare filosofia e teologia. Durante questo periodo, il 29 giugno del 1951, è ordinato sacerdote insieme al fratello maggiore Georg. Due anni più tardi, consegue la laurea in teologia con una tesi dal titolo "Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant'Agostino". A Frising frequenta un seminario interdiocesano dedicato a tutti i candidati al sacerdozio della Baviera. E, in seguito, Ratzinger definirà quel periodo culturalmente stimolante e ricco. Nel 1955 presenta la tesi per l'abilitazione all'insegnamento dal titolo "la teologia della storia di San Bonaventura" per la cattedra di dogmatica e teologia fondamentale. Dopo aver passato l'esame, insegna per circa dieci anni a Bonn (dal 1959 al 1969), a Munster (1963-1966) e a Tubinga (1966-1969). Dal 1969 diventa professore di dogmatica e di storia dei dogmi all'Università di Ratisbona, dove ricopre anche l'incarico di vice preside dell'Università. Svolge anche, in questo periodo, incarichi di rilievo per la Conferenza Episcopale Tedesca nella Commissione Teologica Internazionale. Si impone all'attenzione internazionale già nel 1962, quando partecipa come consulente teologico al Concilio Vaticano II. Tra le sue pubblicazioni, numerose e qualificate, particolare eco ha avuto "Introduzione al cristianesimo" (1968), una raccolta di lezioni universitarie sulla "professione di fede apostolica".

Nel 1973, poi, è stato pubblicato il volume: "Dogma e Predicazione" che raccoglie i saggi, le meditazioni e le omelie dedicate alla pastorale. Nel 1977, il 24 marzo, papa Paolo VI lo nomina vescovo di Monaco e Frisinga, e quattro giorni dopo riceve la consacrazione episcopale, diventando così il primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, la gestione della grande Diocesi Bavarese. Durante il concistoro dello stesso anno, il 27 giugno, il papa lo crea cardinale. Prende il titolo di cardinale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, in un periodo limitato nel tempo. Alla morte di Paolo VI, il 6 agosto del 1978, partecipa ai conclavi che elessero prima Albino LucianiGiovanni Paolo I (26 agosto/28 settembre 1978) e poi Karol WojtylaGiovanni Paolo II (16/10/1978 – 02/04/2005), in quello che gli storici hanno definito "l'anno dei tre papi". Nel novembre del 1981, Giovanni Paolo II lo nomina prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'organo vaticano che si occupa di vigilare sulla purezza della dottrina della Chiesa cattolica, carica che mantiene fino all'elevazione a papa.

Da una sua intervista con il giornalista italiano Vittorio Messori, nel 1985 esce il libro "Rapporto sulla fede". Che riscuote molto successo di pubblico, ma riceve ampie critiche all'interno e all'esterno della Chiesa cattolica. Diventa Presidente della Pontificia Commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. Rinuncia, nel 1982, al governo pastorale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga. È presidente della Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa cattolica dal 1986 al 1992. Il 15 aprile dell'anno successivo, entra a far parte dell'ordine dei vescovi e prende possesso del titolo della Sede suburbicaria di Velletri-Segni, fino alla sua elezione sul soglio di Pietro. La Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa) lo insignisce della laurea honoris causa in Giurisprudenza il 10 novembre 1999. Nel 2002 diventa decano del collegio cardinalizio, cambiando la sede di Velletri-Segni con quella di Ostia. Proprio nel 2005, affianca Giovanni Paolo II in quella che sarà la sua ultima Via Crucis al Colosseo, durante la quale il papa polacco appare stanchissimo e molto provato. Poche ore prima della morte di Giovanni Paolo II, a Subianco, mentre riceve il "Premio San Bendetto" della Fondazione sublacense "Vita e famiglia", ribadisce che c'è "bisogno di uomini come Benedetto da Norcia, che in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce. Ritornò e fondò Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo. Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli".

In virtù della sua nomina di decano del Sacro Collegio, venerdì 8 aprile 2005 presiede la cerimonia funebre per Giovanni Paolo II ("Messa esequiale del Romano Pontefice"). In quella occasione, Ratzinger chiude simbolicamente il pontificato di Giovanni Paolo II. Dice infatti che "Chi ha visto pregare il Papa, chi lo ha sentito predicare non lo dimentica" e come "grazie a un profondo radicamento in Cristo, il Papa ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane". "Seguimi!" diventa la parola-chiave, il filo-conduttore dell'omelia che pronuncia in quell'occasione, parola che non solo racconta la missione del papa, ma un'esortazione che raggiunge ogni persona. Dopo la morte di Giovanni Paolo II, Ratzinger è eletto Papa durante il secondo giorno del conclave, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005. Alle 17:56 la tradizionale fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina indica che il nuovo papa è stato scelto. A causa di un'iniziale incertezza sull'effettivo colore della fumata, la folla riunita in piazza San Pietro aspetta il suono delle campane, che arriva alle 18.07, e che sancisce definitivamente la sua elezione. Mezz'ora dopo, dal balcone della loggia centrale della basilica si affaccia il cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez per annunciare l'habemus Papam e il nome che ha scelto, Benedetto XVI. "Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie". Nel suo primo discorso da Papa, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi, riservò un ricordo al suo amico e predecessore Giovanni Paolo II.

È tradizione, da almeno otto secoli, per vescovi, cardinali e per il pontefice adottare uno stemma araldico. Dal Rinascimento in poi, con questo stemma sono decorati i monumenti e le opere fatte edificare dal Papa, oltre che i documenti da lui scritti. Come è tradizione, anche Ratzinger, una volta nominato papa, mantiene nel suo stemma i simboli già usati come vescovo e poi come cardinale. Inserendo, però, alcune modifiche. Lo scudo, la cui forma è detta "a calice", si presenta diviso in tre parti in una modalità chiamata «cappatura». Nella  centrale c'è una conchiglia, simbolo dei pellegrini, che ricorda anche la leggenda secondo cui sant'Agostino d'Ippona. La conchiglia inoltre compare anche nello stemma del monastero di Schotten, a Ratisbona. Sulla destra e sulla sinistra ci sono i simboli della diocesi di Frisinga. Il moro a sinistra è per Benedetto XVI simbolo dell'universalità della Chiesa, mentre l'orso che trasporta un fardello richiama la leggenda di san Corbiniano, primo vescovo di Frisinga. Dietro lo scudo, secondo al tradizione, compaiono le due chiavi "decussate", incrociate, una d'oro e l'altra d'argento, simbolo di san Pietro. Sopra lo scudo compare una mitra d'argento, che ha sostituito la tiara papale usata dai suoi predecessori e sempre presente nello stemma fin dal pontificato di Clemente V nel 1305. sulal mitra ci sono tre fasce d'oro che mantengono i simboli della tiara, ovvero i tre poteri di Ordine, Giurisdizione e Magistero, collegati verticalmente fra di loro al centro per indicare la loro unità nella stessa persona. Per significare la dignità pontificale è stato introdotta in basso l'immagine del pallio, segno della collegialità e dell'unità tra il Papa e la Chiesa.

Domenica 24 aprile 2005 si tiene in piazza San Pietro la messa di "imposizione del pallio e consegna dell'anello del pescatore per l'inizio del Ministero petrino del Vescovo di Roma. Al termine della cerimonia, di fronte a 500mila fedeli intervenuti, il Papa attraversa con la jeep piazza San Pietro. Per la messa dell'incoronazione si deve attendere il 7 maggio dello stesso anno.  Dopo la pubblicazione su un quotidiano conservatore danese di alcune caricature di Maometto, il Papa afferma che: «Dio punirà chi sparge sangue in suo nome», condannando le reazioni violente dei musulmani. Durante la visita in Germania del settembre 2006, Benedetto XVI lancia un monito all'"Occidente laico" che, escludendo Dio, spaventerebbe le altre culture dell'Asia e dell'Africa: "La vera minaccia per la loro identità non viene vista nella fede cristiana, ma nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l'utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca". Sull'"Islam fondamentalista" dice: "La guerra santa è contraria alla natura di Dio".
Dopo gli attentati di Londra del 7 luglio 2005, interviene dicendo di pregare per le vittime e per gli attentatori, perché "Dio ama la vita". Nello stesso periodo, in occasione dell'uscita del sesto volume della saga di Harry Potter, il Principe mezzosangue, scoppia la polemica per una frase pronunciata tempo prima. "È un bene che Lei faccia chiarezza sulle questioni di Harry Potter, giacché queste sono seduzioni sottili, che hanno un effetto impercettibile ed appunto per questo profondo, e logorano il Cristianesimo nell'anima prima che questo possa formarsi perfettamente", che in Italia arriva una traduzione diversa, che crea un malinteso. Il 27 maggio dello stesso anno, il cardinale precisa, in una risposta alla J. K. Rowling, dice "Posso con piacere darle il mio permesso di riferire il mio giudizio su Harry Potter. Cordiali saluti e benedizioni". Durante la messa per il 2006, invita l'Onu a prendere coscienza delle proprie responsabilità a promuovere la giustizia, la solidarietà e la pace nel mondo.

Nel messaggio di Pasqua del 16 aprile 2006, parla di politica estera, di nucleare e di Iran affincheè si giunga a una composizione onorevole per tutti con negoziati seri e una pacifica convivenza tra le etnie, le culture e le religioni. Dopo aver parlato di Iraq, chiede la pace e, per la situazione del Medio Oriente, ribadisce il diritto di Israele a esistere insieme alla creazione di uno stato palestinese. Visto che il discorso si tiene subito dopo lo scontro post-elettorale del 2006, il Papa invita alla concordia l'Italia. In occasione dell'800esimo anniversario della conversione di San Francesco, il 17 giugno 2007, chiede la fine di tutte le guerre. Appello che ripropone il 25 gennaio 2007 durante il messaggio urbi et orbi per il Natale. 

Il 16 settembre 2006 Ratzinger pronuncia la sua lectio magistralis "Fede, ragione e università" all'Università di Ratisbona, durante il suo viaggio in Baviera. In quell'occasione, cita una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, a proposito della guerra santa. Nel dialogo si afferma che Maometto ha introdotto solo "cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede", ma, secondo Manuele II, ciò è irragionevole e "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio". Ciò provoca nel mondo islamico violente reazioni. Durante l'Angelus, in diretta su Al Jazeera, ribadisce che il testo medievale citato nel discorso di Ratisbona non esprime il suo pensiero e ha invita l'Islam ad un dialogo franco e sincero: "Sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso all'Università di Ratisbona, ritenuto offensivo per la sensibilità dei credenti musulmani".

Con un comunicato stampa ufficiale, il 28 giugno 2007 si liberalizza la Messa tridentina, e il 7 luglio dello stesso anno si promulga il motu proprio Summorum Pontificum, secondo il quale qualunque sacerdote cattolico possa, entro precise condizioni, celebrare la Messa secondo il rito romano antico col cosiddetto Messale Romano del 1962, anteriore alla riforma liturgica, entrata in vigore dal 1970, e caduto in disuso a causa della riforma stessa. A tali funzioni i fedeli sono ammessi, secondo il provvedimento stesso, solo se essi stessi lo richiedono. Il ritorno a una spiritualità molto legata alla tradizione cattolica è uno dei cardini del pontificato di Benedetto XVI. Decide anche di indossare alcuni abiti pontifici del Rinascimento. Come il camauro, un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'ermellino bianco, indossato dai papi fino al XVIII secolo, e la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino bianco, in tutte le occasioni in cui è tradizionalmente previsto (preghiera comune, incontri diplomatici, ecc.). Indossa poi, nel 2006, il cappello detto "saturno" a tesa larga, un copricapo rosso, che somiglia al pianeta. Sostituisce, nel novembre 2007, il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie monsignor Piero Marini con monsignor Guido Marini. Il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie. Dispone anche, con un motu proprio datato 11 giugno 2007, che i papi devono essere eletti da una maggioranza di due terzi, indipendentemente dal numero di scrutini.

Nel giugno 2007 invia una Lettera ai fedeli della Chiesa cinese, che tratta di questioni religiose. Nel 2008 parla anche di globalizzazione. Nel gennaio 2008 il suo invito a parlare all'apertura dell'Anno accademico alla Sapienza crea molte polemiche da parte di 67 docenti. Alla fine, il papa decide di non intervenire. Nel marzo 2008 riceve un accusa, in un messaggio registrato sul web e attribuito a Osama bin Laden, di essere coinvolto in un piano di demonizzazione dell'Islam.

Tra i suoi viaggi apostolici, otto fino ad ora, il primo è a Colonia nel 2005 in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù. L'anno dopo si reca in Polonia e visita il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. L'8 e 9 luglio il Pontefice è a Valencia, in occasione del V Incontro Mondiale delle Famiglie. Si reca poi in Baviera dal 9 al 14 settembre 2006. Dal 29 novembre al 1 dicembre 2006 è in Turchia, dove cerca di ricucire i rapporti con l'Islam. Dal 9 al 14 maggio 2007 si reca in Brasile per il primo viaggio extra-continentale, e dal 7 al 9 settembre è in Austria. In Italia si reca a Bari, Loreto, Pavia, Napoli e Verona. Dal 15 al 21 aprile è negli Stati Uniti. Prossime destinazioni saranno Savona e Genova (17-18 maggio), Santa Maria di Leuca e Brindisi (14-15 giugno), Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù e la Thailandia (luglio), Lourdes e Cagliari (7 settembre).

Gli è stato dedicato l'asteroide 8661, in ricordo del suo impegno da cardinale in favore degli archivi vaticani.  

Grazie a Fondazione Italiani

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