venerdì 6 giugno 2008

Vertice FAO, trovato il compromesso: varato il documento finale

La Fao trova il compromesso: varato il documento finale


 clima mondo
Fame e Clima

Alla fine il documento finale è stato approvato. Dopo molti rinvii della conferenza conclusiva del direttore generale della Fao, Jaques Diouf, i 500 delegati di 183 Paesi, infatti, hanno trovato l'accordo. «Abbiamo trascorso ore ed ore a dialogare, a scambiare idee per arrivare a compromessi a volte difficili», ha affermato Diouf, durante il suo intervento alla sessione plenaria. Diouf ha ricordato che la «situazione alimentare è molto difficile. Ma ritengo che qui siano stati realizzati risultati all'altezza delle nostre aspettative». «Non è stato un accordo facile, non è stato facile mettere d'accordo i rappresentanti di 183 Paesi», ha ammesso Diouf.

A fare ostruzionismo, erano stati Paesi come Cuba, Argentina e Bolivia sulle questioni del commercio agricolo, mentre sono stati smussati almeno in parte i problemi relativi ai biocarburanti di cui nel documento si parla al dodicesimo punto con l'invito a studi più approfonditi sul loro impatto nella crisi alimentare. C´è poi, ultima in ordine di tempo, la questione Ue: i delegati dell'Unione si sono riuniti separatamente per valutare la dichiarazione e i lavori unitari non vanno avanti. I tre Paesi hanno dato il via libera con riserva al testo del documento finale, ma esprimono forti critiche e contestano l'analisi, le misure e l'effettività degli impegni presi. «La repubblica Argentina considera che quando si parte da diagnosi errate non si arriva a rimedi appropriati». In particolare l'Argentina chiedeva che fosse messo in mora anche il comportamento dei Paesi industrializzati che erogano sussidi ai loro agricoltori. Nel documento si criticano solo le misure restrittive e cioè i dazi all'export e le quote per la produzione agricola e di cereali. Il rappresentante argentino ha voluto sottolineare che nonostante tutte le difficoltà strutturali, l'Argentina ha contribuito a combattere la fame nel mondo aumentando la sua produzione fino a raggiungere i 100 milioni di tonnellate annue di cereali e aumentando l'export.

Anche il Venezuela ha chiesto che al documento si alleghi una nota in cui si criticano le analisi e «la carenza di uno spirito umanitario». E ha spiegato: «Questo non permetterà nemmeno di avviare piccoli passi, data la mancanza di chiari impegni, sul diritto internazionale». Il rappresentante venezuelano ha criticato il comportamento dell´Ue che «ha perso un'occasione». E ha concluso dicendo: «Non blocchiamo il consenso ma non abbiamo molto di cui rallegrarci».

Cuba si è unita alle critiche lamentando «la mancanza di volontà politica dei Paesi del nord di risolvere la crisi alimentare». Cuba ha anche attaccato gli Usa che ha accusato di avere adottato «una politica aggressiva» e di aver usato «anche l'agricoltura come strumento di potere» nei confronti di L'Avana.

«Il documento finale è assai deludente rispetto alle premesse. Purtroppo è stato molto diluito rispetto alle ambizioni iniziali», ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Frattini, anticipando il contenuto delle conclusioni ufficiali del vertice Fao. Maggiori critiche sono giunte dalla delegata dello Zambia, a nome di tutta l'Africa, che ha lanciato un richiamo forte ai colleghi del Comitato plenario: «La fame è la povertà sono questioni delicate e non possono ridursi ad un gioco semantico». Realistico anche l'intervento del rappresentante giordano che ha parlato a nome del Medio Oriente: «Il compromesso è necessario, non si tratta di debolezza, non ci potrà essere mai una dichiarazione che possa esprimere l'opinione di ognuno di noi».

Una prima bocciatura al vertice era già arrivata dalle Ong del forum Terra Preta, che hanno definito la bozza di dichiarazioni finali del vertice non in grado di risolvere il problema della fame. Due le accuse principali nei confronti dei lavori della conferenza: quella di non essere stati coinvolti nel processo decisionale e il fatto di ripetere, nella bozza del documento conclusivo, gli stessi impegni del passato, delegando la questione dell'emergenza cibo alla task force Onu, senza quindi un coinvolgimento diretto dei governi nella gestione della crisi.
Fonte

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