lunedì 2 giugno 2008

In Sudafrica E’ Ricominciata la Lotta Contro l’Apartheid, John Pilger *

In Sudafrica E' Ricominciata la Lotta Contro l'Apartheid
 
Autor: John Pilger
Traduzione: Bernardino Tolomei
 

Quando, dopo la caduta dell'apartheid, tornai in Sudafrica, chiesi ad Ahmed Kathrada di portarmi a Robben Island. Noto col nomignolo affettuoso di Kathy, egli portava gli occhiali da sole per proteggersi gli occhi rovinati dal riverbero della pietra calcarea, sulla quale lui e Nelson Mandela per decenni avevano usato il piccone. Mi mostrò la sua cella di un metro e mezzo per un metro e mezzo dove "la luce era abbagliante, giorno e notte". Io mi chiedevo come avesse potuto riemergere da un quarto di secolo di carcere da essere umano sano di mente, moderato, tollerante e gentile. Lui lo spiegava con l'insegnamento di Gandhi e il sostegno dei suoi cari, ma sopra tutto, "c'era la lotta, senza la quale non cambia niente".

Questo senso della lotta è ritornato in Sudafrica. L'altro giorno ho incontrato lo scrittore Breyten Breytenbach, che è stato otto anni in prigione sotto l'apartheid. Parlando al festival "Time of the Writer" a Durban, aveva evocato i "sogni" dei grandi combattenti per la liberazione, Steve Biko e Robert Sobukwe. "Come fermeremo questo 'progresso' apparentemente irreversibile del Sudafrica verso uno stato totalitario a partito unico?", aveva chiesto.

E' una domanda che si pongono in molti in un paese che è diventato il tipico rappresentante di un apartheid economico imposto a tutto il mondo sotto la copertura della "crescita economica" e del gergo liberale delle corporation. Per "democrazia" si intende socialismo per i ricchi e capitalismo per i poveri. Per "governance" e "modernità" si intende un sistema di saccheggio e spartizione approvato a Washington, Bruxelles e Davos, un sistema nel quale, come dice il ministro delle finanze sudafricano "i vincitori prosperano". E lui parla da un paese dove la disuguaglianza e la povertà sono "disperate", dove il governo dell'African National Congress (ANC) ha permesso alle più voraci aziende del mondo di evitare di pagare i risarcimenti dopo aver avvelenato il suolo e la gente, che è stato indotto dai fabbricanti d'armi britannici a comprare 24 aerei da combattimento Hawk a 17 milioni di sterline l'uno, "di gran lunga la scelta più costosa" secondo un rapporto della Camera dei Comuni.

Il Departmment for International Development britannico ha avuto un ruolo ben noto. Anche se per legge non dovrebbe spendere del denaro che per ridurre la povertà, il dipartimento è in realtà un'agenzia per le privatizzazioni, che spiana la strada alle multinazionali per acquisire servizi pubblici. Nel 2004 il dipartimento pagò 6,3 milioni di sterline l'Adam Smith Institute, uno think tank di estrema destra, per "riformare" il "settore pubblico" in Sudafrica, con la promozione di un sistema di transazioni commerciali elettroniche "business to business" tra imprese inglesi e sudafricane il cui unico interesse è il profitto.

Anche lo Zimbabwe subirà lo stesso trattamento. una volta che l'ignobile Robert Mugabe se ne sarà andato: offrendo "aiuti" per un miliardo di sterline, il governo britannico favorirà il ritorno dei capitali, della Banca Mondiale e del FMI, per ripristinare quella che già molto prima del saccheggio di Mugabe era una delle società più sfruttate e inique dell'Africa. Questa nuova rapina era stata enunciata in Gran Bretagna il 5 aprile, durante quella che ironicamente si chiama Progressive Governance Conference, uno dei lasciti di Tony Blair, in cui dei leader della "sinistra del centro" fingono di essere i curatori delle crisi invece che (come capita spesso) la causa delle crisi. (Nel 1999 Blair andò due volte in Sudafrica per promuovere la scandalosa trattativa per le armi)

Si dice che il presidente sudafricano Thabo Mbeki sia stato reclutato per sbarazzarsi dell'ostacolo Mugabe, ma lui è cauto, certo memore del fatto che Mugabe, alla sua ultima visita in Sudafrica, ha ricevuto un'imbarazzante ovazione dalla popolazione nera. Non è stato tanto un sostegno al suo dispotismo quanto un richiamo al fatto che la maggioranza dei sudafricani non ha dimenticato una delle promesse "inderogabili" dell'ANC, che almeno un terzo della terra coltivabile sarebbe stata distribuita entro il 2000. Oggi la quota è del 4 %.

Nel frattempo gli sfratti continuano, insieme alle espulsioni dalle città, agli scollegamenti idrici e all'onnipresente vergogna dell'accattonaggio. "Il nostro Paese appartiene a tutti quelli che vi abitano" dicono le prime parole della Carta della Libertà dell'ANC, dichiarata più di mezzo secolo fa. Di recente la polizia sudafricana ha calcolato che il numero delle manifestazioni di protesta in tutto il paese è raddoppiato in due anni fino a 10.000 all'anno. Forse il più alto tasso di dissenso al mondo. Di nuovo, come Kathy, la chiamano "lotta".

 

* John Pilger, giornalista investigativo e documentarista, è uno dei due soli giornalisti che hanno vinto per due volte il massimo premio giornalistico britannico. I suoi documentari hanno vinto premi in America e in Gran Bretagna. In un sondaggio del New Statesman sui 50 eroi del nostro tempo, Pilger risultò quarto dopo Aung San Suu Kyi e Nelson Mandela.

 

Fonte: ZCommunications ()
Democrazia e legalità

 
 


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