mercoledì 4 giugno 2008

Cancellato dal video l'ospite anti-Putin - Ma il taglio digitale è riuscito male: le gambe sono rimaste in scena. Proteste del pubblico

Cancellato dal video l'ospite anti-Putin
Ma il taglio digitale è riuscito male: le gambe sono rimaste in scena. Proteste del pubblico


MOSCA — Le vecchie abitudini sono dure a morire. In un famoso libro, «Il commissario svanisce», sono state raccolte centinaia di fotografie che durante l'epoca staliniana venivano ritoccate per correggere il passato e adeguarlo all'ortodossia del momento, come nella fantasia faceva con i giornali il protagonista di «1984» di George Orwell. Cancellato Trotskij, caduto in disgrazia e fuggito all'estero; cancellato Ezhov, capo della polizia segreta fucilato a sua volta. Oggi la Russia di Putin si limita il più delle volte a non dare il minimo spazio in televisione ai personaggi sgraditi al Cremlino ma, ogni tanto, va oltre, forse per il solito eccessivo zelo dei «volenterosi esecutori» degli ordini che arrivano dall'alto. Così è successo che un ospite «sgradito», arrivato per sbaglio alla registrazione di un dibattito televisivo, è stato veramente cancellato dalla base elettronica che poi è andata in onda.


È stato fatto male il taglio digitale dell'economista russo Mikhail Delagyn,
inviso al primo ministro Putin. Il corpo è sparito ma le gambe e una mano si vedono ancora

Come facevano gli esperti ritoccatori di Stalin con le foto: via la sua voce, via le domande che gli erano state rivolte, via la sua immagine dalla poltrona che rimane vuota. Solo che i tecnici hanno commesso un errore e le gambe del povero ospite svanito hanno continuato a vivere di vita propria, apparendo e sparendo dalle inquadrature, come in un trucco del mago Voland de «Il Maestro e Margherita». L'episodio è di qualche tempo fa e ha coinvolto Mikhail Delyagin, un politologo che da tempo era finito all'indice di tutti i programmi televisivi. La storia non avrebbe fatto troppo scalpore se non fosse stato per il grottesco particolare delle gambe dimenticate in scena. Ma che sulle reti televisive controllate dal Cremlino (tutte) non appaiano personaggi dell'opposizione viene visto come cosa normale. E nessuno tenta di nascondere il fatto che dall'alto (se non da Putin o da Medvedev, dai dirigenti delle tv) arrivino disposizioni precise. Kira Proshutinskaya, conduttrice del talk show col fantasma che, ironicamente, si chiama «Il popolo vuole sapere » si è detta imbarazzata e ha confessato che «oggi è difficile lavorare in tv: i capi esagerano sempre perché hanno paura di perdere il posto».

Così su tutti i canali sono spariti personaggi che prima ogni tanto parlavano. Andrej Illarionov, ex consigliere economico di Putin che iniziò a criticarlo, è apparso 113 volte nel 2005, 11 nel 2007 e zero nel 2008. Di fronte alle critiche su una tv «schierata», il nuovo presidente Dmitrij Medvedev si è tolto d'impaccio affermando recentemente che la televisione russa «è una delle migliori del mondo per quanto riguarda la qualità e la tecnologia usata». Il direttore del canale TVZ che ospita «il popolo vuole sapere», Mikhail Ponomaryov, ha ammesso candidamente che lui esegue semplicemente gli ordini: «Se il proprietario della compagnia dice che non dobbiamo mostrare una persona, io non posso che adeguarmi». Ponomaryov sembra dimenticare che la sua rete sarebbe, formalmente, di proprietà del comune di Mosca (al 99,2 per cento) e quindi pubblica. Ma così vanno le cose, se non si vuole perdere il posto. Nessuna meraviglia dunque che Natalya Melikova della Nezavisimaya Gazeta sia scoppiata a piangere ad aprile in Sardegna quando si accorse che la sua domanda sulla possibile amante ginnasta era sgradita a Putin.

la Repubblica



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