venerdì 6 giugno 2008

Calendario Pirelli. L'arte della seduzione dalla A alla Z

Calendario Pirelli. L'arte della seduzione dalla A alla Z

A settembre sarà presentato il Calendario Pirelli 2009 ambientato nello scenario mozzafiato della savana del Botswana con dodici delle più affascinanti giovani attrici del piccolo schermo. Noi ripercorriamo l'avventura della Calendario glamour più atteso dell'anno dalla A alla Z.
di Carlotta Degl'Innocenti

pirelli2009.jpgElegante, sofisticato e sempre attuale, il Calendario Pirelli, anche chiamato The Cal, rispecchia il trend dell'azienda Pirelli e dei suoi più fedeli clienti, sfidando fin dall'inizio l'arte della fotografia nel gioco della seduzione femminile. Il suo lancio annuale è diventato nel tempo un evento esclusivo atteso e studiato dai fotografi internazionali, dalla moda e dalle agenzie di comunicazione. Essere l'immagine di un mese del Cal significa entrare a fare parte degli status symbol nell'universo mediatico contemporaneo.
Uno degli aspetti fondamentali dell'attrattiva del Calendario Pirelli sta nell'aver conciliato la bellezza di ogni epoca con l'arte della fotografia evitando di ricadere nella trash culture attuale dei sexy calendari, con proposte di personalità carismatiche a forte impatto visivo ed estetico.

pirelli1973.jpgA come Arte. Il calendario Pirelli nasce come gadget promozionale da destinare ai più fedeli clienti dell'azienda. Tuttavia l'attenzione al messaggio commerciale si contraddistingue immediatamente per l'alta valenza artistica delle fotografie. La presentazione dei prodotti della Pirelli integra la ricerca della strategia di comunicazione e la creatività artistica grazie alla scelta di aver affidato l'elaborazione del calendario a fotografi di fama internazionale che hanno sperimentato le più svariate forme di espressione del mezzo artistico. Veri e propri status symbol, i calendari Pirelli, nascondono la nudità e il corpo femminile in contesti poetici e seduttivi, in composizioni e paesaggi esotici, con i quali l'azienda spinge il pubblico pirelli2008.jpga viaggiare e si fa promotrice delle culture di diversi paesi. Ad esempio nel 2008, rispecchiando la forte ascesa del mercato asiatico su quello internazionale, il Calendario è stato dedicato ai colori e alle atmosfere orientali, attraverso una serie di fotografie molto suggestive e colorate che rievocano le donne di porcellana dell'Estremo Oriente. Il rapporto con l'arte s'intensifica a partire dal 1972 con la fotografa Sarah Moon, che traduce in una serie di immagini impressionistiche, sfumate e dai colori pastello, splendide ambientazione anni XX. L'anno seguente le fotografie curate dai tre artisti Allen Jones, il fotografo Brian Duffy e Philip Castle sono espliciti richiami all'arte pop dell'epoca. La corrispondenza con l'arte si rinnova nel 1986 con il celebre fotografo newyorchese Bert Stern che si avvale dei dipinti dei giovani studenti del Royal College of Art di Londra.

B come Bellezze. pirelli1968.jpgLa puntualità nel tempo delle pubblicazioni del calendario Pirelli permette al pubblico di ripercorrere l'evoluzione del canone della bellezza femminile dal 1964 a oggi. L'attenzione al gioco della seduzione, mai volgare e spesso solo accennata, diventa un culto glamour fin dagli anni Sessanta, inizialmente attraverso l'immagine di una donna al naturale, senza trucco e leggermente svestita, contraltare alla cultura burlesque dei calendari sexy degli anni Quaranta e Cinquanta. La lenta emancipazione dell'essere femminile è narrata attraverso la ripresa di particolari del corpo, nei quali si lascia intuire la sensualità. La donna viene raffigurata in momenti romantici sulla spiaggia con un'espressione trasognata. La decade successiva è connotata da due tendenze, in cui da una parte si attuano pirelli1986.jpgriferimenti a una donna emancipata e "garçonne", dall'altra si conferisce un'immagine erotica, velata magari dai controluce, ma che si afferma nella serie del 1973, in cui l'artista Allen Jones proietta una femminilità Baby Doll più aggressiva. Negli anni Ottanta il calendario consegna una donna in piena emancipazione sottolineata con l'esplosione di colori forti e vivaci, inserita nelle più originali composizioni e sempre meno vestita. Il corpo si fa lui stesso portatore di un messaggio arcano, esotico, e diviene un elemento che stimola la fantasia. Negli anni Novanta la bellezza è all'apice della sua femminilità autonoma e stravagante.

La donna da seduttrice prende il sopravvento e si fa predatrice. Fino al '93 si nota l'inclinazione a stemperare l'abbondanza dei colori e l'eccentricità anni '80, mentre si svela una personalità forte, indipendente, in carriera, omaggiando le donne atlete e quelle che hanno segnato la nostra storia, con il calendario dedicato alle eroine della storia. A metà anni Novanta appare una fase nella quale si esplorano i comportamenti della nuova generazione mediatica, fotografando le mannequin più quotate e le donne più in voga del mondo dello spettacolo. pirelli1997.jpgLa bellezza diventa fashion, tendenza; il connubio con la moda è imperativo. Eppure in ognuna di esse si estrapola quello che vi è di più naturale, senza artifici, la pura nudità artistica anche con l'ausilio di immagini in bianco e nero. Giungendo in tal modo alla serie "The Women that Men Live For, The Men that Women Live For"  che confronta le nuove dive dello schermo con personaggi maschili noti, messi alla pari. Allo scadere del XX secolo, il Calendario Pirelli ripercorre le donne che hanno caratterizzato il secolo con una rappresentazione femminile quasi androgina che ha contrassegnato gli anni Novanta. Le bellezze del XXI secolo si aprono all'insegna della nudità più naturale possibile, con il calendario della fotografa Annie Leibovitz, mentre si ricerca, attraverso espliciti richiami alla moda e al mondo del cinema, la femminilità del secondo millennio riepilogando, come nel calendario del 2007, immagini delle donne più famose: Sofia Loren, Penelope Cruz o Naomi Watts. Ma il calendario del 2009 ripresenta una donna selvaggia, avventurosa, che accetta le sfide più improbabili e rispecchia il carattere del Gruppo Pirelli.

pirelli1964.jpgC come Calendario Pirelli. Derek Forsyth, il responsabile della pubblicità della Pirelli Limited di Londra, nel 1962 ebbe l'idea di creare per l'immagine della società Pirelli un calendario promozionale in edizione limitata (circa 4000 copie) da offrire ai clienti più importanti e ai Vip. Forsyth, art director di tutte le edizioni dal 1963 al 1983, e poi dal 1994 al 1996, pubblica, nel 1963, il primo calendario, detto anche "The Cal", con dodici ragazze accanto ai prodotti d'esportazione del Gruppo, a cura del fotografo Terence Donovan. Ma sarà Robert Freeman, il fotografo ufficiale dei Beatles, a consacrare, l'anno seguente, la linea del moderno calendario Pirelli, con immagini trendy e glamour corrispondenti alla inclinazione della rivista Vogue. Da quell'anno a oggi, per oltre 40 anni, il calendario ha immortalato le più belle donne del mondo, tra modelle e star invitate nei set più spirelli1987.jpgelettivi ed esotici del mondo, come le Bahamas, Seychelles, con la firma dei più noti fotografi, che hanno contribuito a creare l'immagine di mito attribuita al calendario più atteso ogni anno dagli appassionati di moda e della fotografia.

Conciliando la bellezza e la sensualità con la professionalità e l'arte, il Calendario ha saputo catalizzare le tendenze della moda e interpretare l'esigenza di trasgressione così sentita nell'epoca contemporanea dall'universo femminile. Al 1966 risale una prima fotografia in cui si accenna a denudare i corpi, tendenza che viene riconfermata nel calendario del 1968 con le fotografie di Harri Peccinotti in Tunisia. Il primo nudo integrale in controluce appare nel 1971; mentre Richard Avendon realizzerà nel 1995 il vero nudo frontale con la modella Farrah Summerdof, inserita nel mese di aprile. L'edizione del Calendario 1966 è la prima a essere presentata ufficialmente alla stampa, inaugurando così l'annuale attesa delle rivelazioni e aspettative sul nuovo calendario. La pubblicazione dei calendari viene sospesa nel 1975 a causa della crisi del Golfo, che comportò la riduzione della produzione di benzina e quella dei pneumatici. pirelli1988.jpgDal 1984, sotto la direzione artistica di Martyn Walsh, riprendono, questa volta offerti come gadget a chi acquista due pneumatici. Da allora, il Calendario diventa anticipatore delle tendenze e traduce l'immagine della donna "attraverso simboli, figure, colori e riflessi con vere e proprie opere d'arte fotografiche". Il tema del battistrada leggermente accennato diventa un leit motiv dal 1984 al 1987.

Successivamente ogni anno si sviluppa un tema con il quale ideare le composizioni: nel 1987 il calendario, ambientato in Brasile, raffigura dodici ragazze di colore tra le quali appare, ancora agli esordi, la giovane modella Naomi Campbell. L'anno seguente per il tema della danza vengono fotografate dodici ballerine soliste del Royal Ballet di Londra, nel 1990 i mesi dell'anno sono interpretati attraverso lo zodiaco e nel 1991 con dodici eroine della Storia. Il ritorno di Forsyth alla direzione artistica conferma la tendenza ad affrontare temi più sofisticati tesi a esplorare pirelli1989.jpgl'universo emotivo femminile: al 1994 risale la sequenza dedicata alla bellezza interiore delle donne. Serie alla quale prendono parte le maggiori mannequin del momento come Kate Moss e Cindy Crawford. Nell'anno 1995, Richard Avendon con il tema delle "Quattro stagioni" esibisce il primo nudo frontale; lo stesso fotografo nel 1997 realizzerà un calendario dedicato alle "Donne nel mondo" dove appare per l'Italia la sensualità mediterranea di Monica Bellucci. Dopo il 2001, anno della tragedia dell'11 Settembre, la Pirelli promuove una linea più sofistica e casta. Per il 2002 il fotografo Peter Lindbergh esplora l'universo giovanile delle donne vestite con lingerie Giorgio Armani. In occasione dei festeggiamenti dei 40 anni di pubblicazione di The Cal, nel 2004, viene realizzata una mostrapirelli2007.jpg itinerante nella quale si ripercorrevano attraverso 120 scatti le tappe più significative della storia. Nel 2007, il Calendario Pirelli rende immortali le donne più affascinanti del mondo del cinema, in una serie d'immagini in bianco e nero che sarà definita come "un ritorno all'essenzialità dei set cinematografici, delle sceneggiature e della fotografia dei primi anni '60". Gli olandesi Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin hanno catturato la bellezza intramontabile di Sofia Loren, accanto a personalità carismatiche di alcune attrici di Hollowood. Il calendario Pirelli 2009, che sarà presentato il mese di settembre 2008, è ambientato nelle paludi del Botswana, ideato dal fotografo Peter Beard che ha voluto rappresentare dodici giovani attrici in stile "detective story, vestite Armani, al fianco degli animali selvaggi del Botswana.Tra le modelle la romana Mariacarla Boscono, che partecipa al cast Pirelli per la terza volta nella sua carriera.

D come Donne. herzigovaperpirelli1998.jpgLe donne che hanno sfidato l'obiettivo artistico dei fotografi del Calendario Pirelli non solo si sono distinte per la loro bellezza ma piuttosto sono state il volto più rappresentativo di un'epoca. Nel 1964, la modella inglese Jane Lumb, deputata icona, assieme a Twiggy, degli anni Swinging Sixties, accompagna i mesi della Pirelli. Nel 1987 appare agli esordi la modella Naomi Campbell e solo a partire dagli anni Novanta, il sodalizio con le mannequin delle passerelle dell'alta moda diventa quasi categorico. Nel 1994 sfilano sul set Cindy Crawford, Kate Moss ma anche Karen Alexander, eletta dalla rivista People una della più belle donne al mondo nel 1990. Nel 1995, Naomi Campbell è di nuovo presente nel calendario, mentre l'anno seguente compare per la prima volta Eva Herzigova la quale di nuovo presente nel 1998 con una fotografia in cui mangia degli spaghetti, che farà il giro del mondo, cambierà l'attitudine della gente verso la pasta. Nel 1997 appare Monica Bellucci e nel 2000 Letitia Casta, simbolo della Marianne per la Francia.

F come Fotografia. Il Calendario Pirelli è diventato un punto di riferimento per scrutare, oltre il fascino femminile, anche l'evoluzione estetica della tecnica fotografica. Le fotografie dei calendari anni Sessanta sono connotate dalle atmosfere esotiche dei set, nelle quali i colori delle pellicole esibiscono tonalità calde tese a sottolineare la naturalezza femminile; calendario_pirelli_1969_fotografo_harri_peccinotti.jpgma già alla fine degli anni Sessanta si presta maggiore attenzione all'elaborazione dell'immagine e della composizione: nel 1969, il calendario s'ispira al mito californiano, anno in cui lo stato americano è molto di moda, e la sua immagine viene esportata in tutto il mondo con le canzoni dei Beach Boys. Il risultato ibrido presenta una serie di fotografie patchwork che riflettono lo spirito e l'atmosfera della California concessa dal fotografo Peccinotti, che per l'occasione non seleziona modelle, ma scatta le fotografie per caso nei luoghi pubblici con il teleobiettivo. In studio, elabora le immagini in una serie di particolari delle labbra di una ragazza che beve la Coca Cola, oppure mentre lecca un gelato.

Nel 1972, il Calendario affidato a Moon, ex modella diventata fotografa, propone un percorso tutto al femminile ambientato nei primi anni Venti del XX secolo. Gli scatti della Moon raccontano l'intimità di un gruppo di giovani donne in una casa chiusa, in attesa dei clienti. pirelli1972.jpgLa tecnica impressionista conferisce le qualità anacronistiche alle immagini. Il lavoro della Moon venne criticato per le atmosfere e le pose lesbiche suggerite.

  Forsyth, per il Calendario del 1973, decide di avvalersi della collaborazione di tre artisti tra cui il pittore Allen Jones, il fotografo Brian Duffy e Philip Castle, maestro dell'aerografo. La sperimentazione della contaminazione tra tecniche artistiche si suddivide con la creazione di disegni da parte di Allen, utilizzati poi da Duffy per ispirare le sue fotografie e infine la ricomposizione delle foto e dei disegni con l'ausilio dell'aerografo a opera di Castel. Nelle immagine traspare pienamente lo spirito Pop, anni Settanta, evocato anche nell'attenzione ai costumi delle modelli, ideati da Jones e realizzati con materiali innovativi come il latex. Il celebre fotografo newyorchese Bert Stern, che celebrò la bellezza di Marilyn Monroe, partecipò al progetto del calendario 1986 ideato dal direttore artistico Martyn Walsh. pirelli19982.jpgQuest'ultimo ordinò una serie di dipinti di donne nude con il motivo dei battistrada delle gomme ai giovani studenti del Royal College of Art di Londra. Successivamente chiese a Stern di produrre le fotografie basandosi sui dipinti.

  Un altro calendario che merita di essere segnalato è quello pubblicato nel 1989 e realizzato dalla fotografa Joyce Tenneson, seconda donna fotografa che ha preso parte alla creazione artistica di The Cal. L'idea di realizzare un calendario basandosi sui segni zodiacali suggerita da Annie, moglie dell'art director Walsh, venne sviluppata con la Polaroid, grazie alla sua facoltà di riprodurre con esattezza i toni e le sfumature della pelle. Il risultato finale è una serie di fotografie delicate, con immagini dai colori pallidi intrise da un'aurea di misticismo. Per l'edizione del 1998, il calendario a cura del fotografo Bruce Weber rinnova la sua immagine inserendo per la prima volta anche ritratti maschili. Ipirelli2004.jpgl calendario intitolato "The Women that Men Live For, The Men that Women Live For" propone ritratti di celebri attori, musicisti, cantanti, registi e sportivi che fanno da contrappunto ad alcune delle donne più desiderate del pianeta.

Infine nel 2004, il calendario rende omaggio all'innovazione tecnologica e all'estetica dell'arte digitale proponendo una serie di immagini firmate dal fotografo inglese Nick Knight, che decide di raffigurare le fantasie erotiche così come gli sono state confidate da un gruppo di quattordici donne famose. Tra queste  Isabella Rossellini, Bjork, Catherine Deneuve, Courtney Love, Liv Tyler, Stella McCartney e la maitresse di Hollywood Heidi Fleiss. Gli scatti sono stati successivamente rielaborati da Knight con la tecnica del "melting" cancellando e ammorbidendo i dettagli.

P come Pirelli. Giovan Battista Pirelli nasce a Varenna nel 1848. Parte come volontario garibaldino dal 1866 al 1867 durante le guerre di unificazione dell'Italia, e successivamente si laurea in ingegneria al Politecnico di Milano. Seguendo i consigli del suo  docente  Giuseppe  Colombo  che,  nel  1871, gli  suggerì  di  inserirsi  nel  nuovo  settore del "cautchou", il 28 gennaio del 1872 all'età di 24 anni fonda l'azienda "Pirelli &Co" che produceva inizialmente articoli in gomma. Nel 1877 diversifica l'azienda e avvia nel 1879 il settore della comunicazione con la produzione di cavi telegrafici, elettrici, sottomarini e telefonici. Contribuì alla posa dell'intera rete telegrafica in Italia e nel 1883 all'installazione elettrica per uso domestico, tra cui si ricorda l'illuminazione per il Teatro della Scala di Milano. Nel 1927 realizza il primo cavo con isolamento in olio, e negli anni Ottanta realizzerà cavi a fibre ottiche. La Pirelli s'impegna a partire dal 1885 nella fabbricazione di pneumatici, prima per "velocipedi" e poi per automobile. Al 1901 risale il primo pneumatico per automobile. Inizia la sua espansione nel 1902, aprendo una filiale in Spagna, poi nel 1914 in Gran Bretagna e nel 1919 in Argentina. Il settore della produzioni di pneumatici si afferma in modo simbolico nel 1907 con la prima vittoria sportiva riportata da Itala, con gomme Pirelli, nel Rally Pechino Parigi. Mentre negli anni Venti, l'azienda rinnova la sua presenza nella gare automobilistiche ottenendo alcune vittorie ai Gran Premi di Formula 1, nel Rally e nella Mille Miglia.

Sin dai primi anni l'azienda sviluppa il settore della ricerca e dell'innovazione tecnologica che contraddistinguerà la sua elevata competitività a livello internazionale. Dal 1964 Pirelli pubblica il famoso Calendario Pirelli, "The Cal" promuovendo i suoi prodotti attraverso il fascino, la bellezza delle modelle senza mai ricadere nella volgarità, grazie anche al contributo d'importanti fotografici che realizzeranno dei calendari artistici. Il gruppo negli anni Settanta avvia una fusione con la britannica Dunlop. pirelli1995.jpgA Leopoldo Pirelli, nipote del fondatore della Pirelli, subentra nel 1996 il genero Marco Tronchetti Provera che assume la guida operativa del Gruppo rafforzandone la struttura industriale e finanziaria. Tanto che agli inizi degli anni Novanta la società si diversifica e avvia attività di trading immobiliare attraverso importanti acquisizioni di società immobiliari e di servizi creando nel 2001 la società Pirelli & C. Real Estate. Entra nel settore della telefonia nel 2001 creando con la famiglia Benetton, Banca Intesa e Unicredito la società Olimpia SpA, azionista di riferimento di Telecom Italia, parte ceduta nel corso del 2007. Il Gruppo opera anche nei settori dell'accesso a banda larga e fotonica. Nel 2000 la divisione Pirelli Optical Technologies viene venduta così come nel 2005 la società Pirelli Cavi alla banca americana Goldman Sachs, cambiando il nome in Prysmian.

Il Gruppo Pirelli dispone nel settore pneumatici di una presenza industriale composta da venticinque stabilimenti in dodici paesi del mondo e di una presenza commerciale in oltre centosessanta paesi posizionandosi come quinto operatore mondiale in termini di fatturato. Il gruppo si è interessato anche al settore dell'ambiente operando nelle fonti rinnovabili di energia da rifiuti e nel fotovoltaico e ha sviluppato anche quello dell'abbigliamento e accessori con il progetto di industrial design PZero.

N come Anni Novanta. 1999.jpgNell'ultima decade del XX secolo si assiste a un cambiamento nella filosofia della Pirelli, che abbandona i riferimenti ai pneumatici nei suoi calendari a favore di una maggiore attenzione all'universo femminile e al tema artistico sviluppato dal fotografo. Le immagini sfruttano il connubio con la moda e con le personalità del mondo dello spettacolo ma anche i colori locali. La storia della femminilità è ripercorsa attraverso alcune serie molto affascinanti tra cui quella del 1997 realizzata da Richard Avedon che dedica il calendario alle"Donne del mondo". Herb Ritts nel 1999 propone un calendario attribuendo a ogni donna un'epoca del XX secolo mentre nel 2001 Mario Testino, scegliendo Napoli come set, s'inspira alle atmosfere anni '50 e '60. L'anno seguente Lindbergh rende omaggio al fascino della seduzione con giovani attrici, vestite con lingerie firmata Armani a cui segue nel 2003 Weber che rappresenterà la Bella Italia del Mezzogiorno, con un calendario ambientato sulla costa della Campania, esportando nel mondo l'immagine del Belpaese.
Carlotta Degl'Innocenti


1 commento:

eword ha detto...

molto interessante, ma le donne del calendario 2009 sono 7 e sono modelle, non attrici.

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